I sintomi e i segni del tumore al colon sono molti ed essi variano a seconda della stadiazione della malattia e dalla sua localizzazione.
Le lesioni tumorali che si sviluppano nel colon destro sono generalmente di grandi dimensioni e hanno la tendenza a sanguinare con facilità. I sintomi e i segni sono abbastanza tardivi; le perdite di sangue si mescolano alle feci che, quando si trovano in questa sede, non si sono ancora del tutto formate.
Uno dei segni iniziali del tumore al colon può essere un’anemia che è causata dalla perdita di sangue, minima, ma continua; altro segno può essere la positività al test del sangue occulto nelle feci; sfortunatamente il test può rendere diversi falsi negativi, infatti non sempre è possibile dimostrarne la presenza perché il sangue si mescola al contenuto dell’intestino.
Ovviamente lo stato di anemia indotto dalla presenza del tumore al colon può essere causa di sintomi e segni quali:
- stanchezza
- sensazione di affanno anche per sforzi di lieve entità
- dispnea
- perdita di peso
Altri sintomi sono rappresentati da dolore non particolarmente intenso e non continuo generalmente localizzato nel quadrante addominale destra. Una massa palpabile situata a destra è segno di una situazione avanzata e spesso incurabile.
Un tumore al colon che si sviluppa a sinistra può dar segno della sua presenza più precocemente. I tumori che si formano in questa sede, infatti, tendono a infiltrare i vari strati delle pareti dell’intestino. I sintomi iniziali sono solitamente rappresentati da un sanguinamento acuto che ha la tendenza a ripetersi. Il sangue può essere misto alle feci, ma può presentarsi anche separatamente e spesso è ben visibile sulla carta igienica. In molti casi il sangue è misto a muco.
Altri segni e sintomi di un tumore al colon che si sviluppa nella parte sinistra sono:
- stitichezza alternata a diarrea
- fastidio a livello addominale
- tenesmo (sensazione di incompleta evacuazione delle feci)
- alterazione del calibro delle feci
- prurito anale
- bruciore anale
- sensazione di corpo estraneo a livello del retto.
Più tardivamente possono comparire sintomi e segni quali dolori crampiformi, disturbi urinari e la comparsa di una massa palpabile.
Nelle fasi più avanzate dei tumori al colon si registrano un notevole decadimento delle condizioni fisiche, forte dimagramento, perdita dell’appetito, nausea e vomito.
Il tumore al colon può metastatizzare a distanza; gli organi più frequentemente interessati dalle metastasi di questo tipo di tumore sono il fegato (organo che raccoglie tutto il sangue che proviene dall’intestino), i polmoni, il cervello e le ossa.

I sintomi e i segni del tumore al colon variano a seconda della stadiazione della malattia e dalla sua localizzazione
Tumore al colon – Generalità
Tumore al colon (anche cancro al colon o tumore al colon-retto) è una terminologia generica con la quale si identificano diversi tipi di neoplasia che possono interessare diverse sedi (retto, colon prossimale, colon discendente, colon trasverso e sigma).
Il tumore al colon è una delle più frequenti cause di morte per neoplasia del mondo. Occupa il secondo posto fra le cause di morte per neoplasia nell’uomo e il terzo fra quelle relative ai soggetti di sesso femminile. I Paesi più frequentemente colpiti sono quelli più economicamente avanzati (Nord America ed Europa occidentale in primis).
Per quanto riguarda il nostro Paese, prendendo in considerazione il periodo 1970-2015, l’incidenza del tumore al colon ha avuto un andamento differente nei due sessi; si registra una crescita, con tendenza alla stabilizzazione negli anni più recenti, per quanto riguarda il sesso maschile, mentre si è osservata una lieve riduzione, a partire dall’anno 2000, per quanto riguarda il sesso femminile.
Il picco di incidenza di tale malattia si riscontra fra i 60 e i 70 anni di età; il tumore al colon retto è un evento abbastanza raro prima dei 40 anni.
Il tumore al colon colpisce più frequentemente il sesso maschile soprattutto a livello rettale dove il rapporto maschi/femmine è di 2 a 1, non vi sono invece significative differenze relativamente alla localizzazione colica. Le sedi colpite sono il retto (25-30%), il colon prossimale (15-20%), il colon discendente (20%), il trasverso (12%) e il sigma (15-20%).
Cause
Le cause del tumore al colon restano sostanzialmente sconosciute (come del resto accade per molte altre tipologie di tumore), tuttavia sono stati identificati diversi fattori di rischio che sono alla base della malattia. Tali fattori possono essere suddivisi in 5 grandi categorie:
- fattori genetici
- fattori dietetici
- fattori occupazionali
- polipi neoplastici
- malattie infiammatorie intestinali.
Fattori genetici – Si è osservato che i parenti di primo grado dei soggetti che sono stati colpiti dal tumore al colon hanno, rispetto alla media, un rischio superiore di sviluppare la malattia (2-4 volte).
Diverse sono le sindromi ereditarie, la più importante è la poliposi adenomatosa familiare (la cosiddetta PAF), una forma autosomica dominante la cui caratteristica principale è la presenza di numerosissimi polipi che, in caso di assenza di trattamento, portano nel 100% dei casi allo sviluppo del carcinoma. Altre sindromi, di minore importanza rispetto alla PAF, sono la sindrome di Lynch, la sindrome di Gardner (una rara patologia genetica ereditaria caratterizzata dall’associazione di poliposi intestinale, anomalie della dentizione e anomalia nello sviluppo delle ossa craniche; è causata da alterazioni del gene APC, Adenomatous Polyposis Coli), la sindrome di Turcot (una rara variante di FAP associata allo sviluppo di medulloblastomi) e la sindrome di Muir-Torre (una genodermatosi caratterizzata dalla presenza di neoplasie viscerali multiple e tumori cutanei a differenziazione sebacea).
Fattori dietetici – Molti studi a livello sperimentale hanno dimostrato che una dieta povera di fibre e ricca di grassi saturi ha un ruolo importante nel favorire lo sviluppo del tumore al colon. Diverse sono le ipotesi riguardo al meccanismo carcinogenetico influenzato dal regime alimentare. Le fibre, così come l’assunzione di vegetali, cereali e frutta, svolgerebbero un ruolo protettivo grazie alla loro capacità di legare e amalgamare i grassi e gli acidi biliari. Si ritiene invece che l’aumento degli acidi biliari dovuto al metabolismo dei grassi saturi sia una delle cause promotrici della cancerogenesi. Anche l’eccessivo consumo di bevande alcoliche è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della neoplasia in questione.
Fattori occupazionali – Alcune categorie lavorative, a causa dell’esposizione a determinati agenti, sembrano essere più a rischio (metalmeccanici, operai di fibre tessili sintetiche, lavoratori del settore del legno e del cuoio) di sviluppo del tumore al colon.
Polipi neoplastici – La trasformazione maligna è più frequente negli adenomi villosi (35-40%) e tubulo-villosi (16-22%) rispetto ai tubulari (1-4%), e nelle lesioni multiple e in quelle con dimensioni oltre i 2,5 cm.
Malattie infiammatorie intestinali – Un aumentato rischio di tumore al colon è associato alla colite ulcerosa. Anche il morbo di Crohn sembra rappresentare una condizione favorente lo sviluppo di tale neoplasia.
Rappresentano fattori di rischio anche l’obesità, l’età superiore ai 50 anni e il fumo.
Diagnosi
Gli esami diagnostici più utilizzati nella diagnosi del tumore al colon sono i seguenti:
Colonscopia – Utile in fase di prevenzione, diagnosi e follow-up, la colonscopia è una procedura diagnostica endoscopica che ha lo scopo di esaminare visivamente le pareti interne del colon. La colonscopia è anche denominata con la sigla RSCS, dalle iniziali di retto-sigmoido-colon-scopia. L’esame si effettua inserendo gradualmente nel tubo digerente del paziente il colonscopio, un dispositivo flessibile in grado di ospitare strumenti con finalità varie.
Clisma opaco – Tecnica caratterizzata dal doppio contrasto, è spesso in grado di evidenziare dei segni utili al radiologo. Non immune da falsi negativi. Negli ultimi anni il ricorso a questa procedura diagnostica è stato ridimensionato dall’utilizzo, sempre più frequente, della colonscopia.
Tomografia computerizzata (TAC) – Utile nel fornire dati relativi alle dimensioni del tumore ed eventuali rapporti con le strutture adiacenti. Fornisce anche indicazioni sulla situazione dei linfonodi ed è importante per valutare le sedi più a rischio di metastasi (TAC cerebrale e TAC addomino-pelvica).
Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) – Distingue bene i linfonodi dalle strutture vascolari anche se la risoluzione non è migliore di quella della TAC effettuata con il mezzo di contrasto.
Ecografia – Metodica utilizzata nella ricerca delle metastasi epatiche. Resta la migliore metodica per dare un quadro preciso del livello di infiltrazione del tumore al colon.
Altri esami utili per la ricerca di eventuali metastasi sono la scintigrafia ossea e la broncoscopia.
Per quanto concerne i marker tumorali, si utilizzano il CEA , il CA 19-9 e il CA 15.3, non tanto a fini diagnostici, essendo poco specifici, ma perché è nota da tempo la loro utilità nella monitorizzazione del tumore al colon retto. Di norma, comunque, la presenza di un carcinoma colorettale determina un aumento dei livelli ematici di tali marcatori.
Tumore al colon – Cura e sopravvivenza
Tutti, passati i 50 anni di età dovrebbero eseguire, almeno una volta all’anno, un’esplorazione rettale e la ricerca del sangue occulto nelle feci. In caso di positività a quest’ultimo esame, si esegue una colonscopia allo scopo di escludere la presenza del tumore. I soggetti con storia familiare di tumore al colon dovrebbero iniziare la prevenzione a partire dai 40 anni di età.
Negli ultimi 25 anni si è assistito a un aumento di casi di tumore al colon, ma, fortunatamente, anche a un aumento della sopravvivenza a cinque anni.
Le cure per il tumore al colon sono:
La chirurgia del colon è distinta in chirurgia d’elezione e di urgenza. La prima è praticata nella maggior parte dei casi (80%), consiste sostanzialmente nella resezione del tratto colico interessato dal tumore con margini liberi dalla malattia (colectomia). La chirurgia d’urgenza è praticata nel restante 20% dei casi per occlusione o perforazione intestinale.
Se il tumore è ritenuto operabile, la colectomia può rivelarsi curativa; in questo caso la sopravvivenza globale a 5 anni è compresa tra il 55 e il 75% circa. La sopravvivenza è legata anche alla precocità della diagnosi e, quindi, alla stadiazione del tumore.
I fattori che influenzano la prognosi sono diversi, ma il più importante è la stadiazione; nel caso di lesioni tumorali confinate alla sottomucosa la sopravvivenza a 5 anni è piuttosto elevata (89-90%); si riduce se viene superata la muscolare (60-70%) e si abbassa drasticamente nel caso di coinvolgimento linfatico regionale (25-40%).
Se possibile, quando il tumore è ritenuto operabile, l’intervento chirurgico di asportazione (colectomia) può rivelarsi curativo e in questo caso la sopravvivenza globale a 5 anni si attesta tra il 55 ed il 75%.
La radioterapia ha una funzione soltanto palliativa nel tumore al colon mentre in quello del retto può avere anche uno scopo curativo, è infatti utilizzata nella fase pre-operatoria in quanto è in grado di ridurre la massa e renderla quindi più facilmente asportabile chirurgicamente.
La chemioterapia è solitamente distinta in chemioterapia adiuvante e chemioterapia nella fase avanzata. La chemioterapia adiuvante si basa sul presupposto che circa il 50% dei casi possono guarire grazie alla chirurgia (solitamente, dopo il trattamento chirurgico il paziente è generalmente sottoposto a chemioterapia per un periodo che generalmente, ha una durata di circa 6-8 mesi). Alcuni studi, infatti, sembrano mostrare che la chemioterapia sia in grado di ridurre l’incidenza delle recidive.
Diverso invece lo scopo della chemioterapia nella fase avanzata della malattia. In questi casi, infatti, si cerca soltanto di migliorare al meglio la qualità della vita e della sopravvivenza del paziente.
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