La toxoplasmosi è una patologia infettiva tipica dell’essere umano e di diversi animali domestici provocata dal Toxoplasma gondii, un protozoo del genere Coccidiae*.
Negli esseri umani si possono avere le due seguenti tipologie di toxoplasmosi:
- acquisita
- congenita (dovuta a trasmissione transplacentare del protozoo in questione).
La toxoplasmosi acquisita è un processo infettivo che può essere contratto sia attraverso l’ingestione di ovocisti attraverso l’alimentazione (carni poco cotte o crude oppure verdure crude non accuratamente lavate) sia, anche se più raramente, attraverso il contatto con materiali contaminati.
La toxoplasmosi congenita viene trattata nell’articolo Toxoplasmosi in gravidanza.
A livello mondiale l’incidenza della toxoplasmosi è notevolmente variabile, si va infatti da percentuali molto basse (3%) ad altre decisamente più elevate (70%); la toxoplasmosi è sicuramente più frequente nei soggetti immunodepressi (per esempio coloro che hanno subito un trapianto d’organo o che sono affetti da AIDS); la notevole variabilità è funzione del clima (la toxoplasmosi infatti è più comunemente riscontrabile in quei Paesi caratterizzati da un clima caldo-umido) e del regime alimentare (la patologia è di più comune riscontro nelle popolazioni che mangiano maggiori quantitativi di carne suina rispetto a quelle il cui regime alimentare è ricco di pesce).
Segni e sintomi di toxoplasmosi
Sono due le fasi in cui si è soliti distinguere l’infezione da Toxoplasma gondii:
- prima fase: toxoplasmosi primaria
- seconda fase: toxoplasmosi postprimaria
Nella prima fase è possibile ritrovare il parassita nel sangue e nei linfonodi per un periodo che può andare da poche settimane ad alcuni mesi. Questa è la vera e propria fase sintomatica della malattia.
Nelle persone adulte l’andamento della patologia ha perlopiù carattere benigno e, nella stragrande maggioranza dei casi (circa l’80%), è addirittura asintomatico. Nei casi in cui si presentino, i segni e i sintomi più comuni sono mal di testa, astenia, ingrossamento del fegato (epatomegalia), linfonodi ingrossati, ingrossamento della milza (splenomegalia) ecc.
Più raramente si possono avere manifestazioni febbrili con interessamento epatico, polmonare, miocardico ecc. Problemi maggiori possono averli quei pazienti in cui la risposta immunitaria non è ottimale (malati di AIDS, soggetti trapiantati) e il decorso può addirittura essere infausto.
Un soggetto che ha contratto l’infezione sarà protetto per tutta la vita dalle recidive in quanto l’organismo risponde al processo infettivo con la produzione di anticorpi e linfociti specifici. Questa risposta è quella che caratterizza la seconda fase della patologia.
Nonostante la scomparsa dei segni clinici, il parassita responsabile della toxoplasmosi rimane presente nell’organismo (sotto forma cistica, nel cervello e nei muscoli). Se, per una qualunque eventualità (malattia, cure mediche ecc.), le difese immunitarie si dovessero drasticamente abbassare il Toxoplasma gondii potrebbe nuovamente aggredire l’organismo.
Cura
A meno che il soggetto non si trovi in particolari condizioni (sistema immunitario indebolito o stato di gravidanza), generalmente non è necessario trattare la malattia; la sintomatologia regredisce nel giro di poco tempo e non lascia strascichi degni di nota.
Toxoplasmosi e gravidanza
Nel caso di donne in gravidanza, la toxoplasmosi è altamente pericolosa. La malattia viene trasmessa al feto per via transplacentare, interessando encefalo (idrocefalo, calcificazioni endocraniche, ecc.), occhi (corioretinite), fegato, milza, linfonodi.
Per approfondire si veda l’articolo Toxoplasmosi in gravidanza che tratta l’argomento nel dettaglio.
Prevenzione della toxoplasmosi
Non esiste un vaccino per la malattia quindi, nel caso di assenza di anticorpi, la madre si trova completamente indifesa nei confronti dell’infezione e deve pertanto attuare le strategie di prevenzione per evitare il contagio. Di seguito indichiamo le principali:
- mangiare carne ben cotta (almeno a 70 ºC);
- lavare molto bene frutta e verdura ed evitare nei ristoranti la verdura cruda;
- nel caso di insaccati, evitare quelli artigianali (quelli industriali sono molto controllati);
- indossare guanti se si viene a contatto con le feci dei gatti (o il terreno circostante);
- maneggiare la carne cruda e le verdure, fiori e piante con i guanti;
- impedire che i gatti di casa si alimentino andando a caccia e alimentarli sempre con carne cotta.
* Il Toxoplasma gondii è un parassita intracellulare obbligato (un parassita è detto obbligato quando è caratterizzato dall’incapacità di riprodursi in assenza di cellule viventi) ospitato a livello intermedio da svariati mammiferi (tra cui l’uomo) e a livello definitivo dai felini. Il protozoo fu scoperto nel 1908 da Alfonso Splendore (1871 – 1953), medico, batteriologo e igienista italiano.
Tre sono le forme del Toxoplasma gondii:
- oocisti
- trofozoite (o tachizoite)
- cistozoite.
Sono diverse le specie animali che possono infettare gli uomini: gatti, cani, topi, piccioni, polli ecc.
Il contagio avviene in genere per ingestione di carne contaminata e poco cotta, in cui sopravvivono le oocisti, o per contatto con feci dei gatti (gli unici a espellere le oocisti nelle feci) o terreno infetto. Nell’uomo il protozoo si riproduce al di fuori dell’intestino, ma il corpo umano è in grado di produrre gli anticorpi.
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