Il tifo esantematico (noto anche come dermotifo, tifo dei pidocchi, tifo epidemico, tifo europeo e tifo petecchiale) è una patologia infettiva presente in quei luoghi caratterizzati da gravi deficienze sanitarie e può dar luogo a importanti epidemie laddove, oltre alle scarse condizioni igieniche, si assommino tutti i problemi legati a carestie, disastri naturali, conflitti su larga scala ecc.
Il tifo esantematico è presente nei Paesi caratterizzati da un clima temperato (un tempo anche il continente europeo fu funestato da gravi epidemie; varie ondate di tifo esantematico provocarono migliaia di morti nel corso del secondo conflitto mondiale fra cui quella della celebre Anna Frank) e viene spesso indicato con denominazioni alquanto caratteristiche quali febbre delle prigioni o febbre da carestia.
Il tifo esantematico non deve essere confuso con il tifo addominale (noto anche come febbre tifoide) il cui agente patogeno, la Salmonella enterica, non è lo stesso del tifo esantematico.
Cause
L’agente eziologico del tifo esantematico è la Rickettsia prowazekii, un batterio Gram negativo di piccole dimensioni. Il suo vettore preferenziale è un pidocchio, il Pediculus humanus capitis, ma può essere veicolato anche da il Pediculus humanus corporis (vettore preferenziale di Rickettsia quintana, l’agente eziologico della cosiddetta febbre delle trincee).
Il pidocchio punge la cute umana e vi defeca inducendo prurito e grattamento che a sua volta è causa di escoriazioni; è da queste escoriazioni che il Rickettsia prowazekii presente nell’intestino del pidocchio (e quindi nelle sue deiezioni) può introdursi nell’organismo umano.
La malattia si trasmette da essere umano a essere umano, non è una zoonosi (malattia e/o infezione trasmissibile da animali all’uomo).
Segni e sintomi di tifo esantematico
Dopo un periodo che può variare dai 5 ai 10 giorni, il tifo si manifesta in maniera improvvisa con brividi, cefalea, dolori lombari, rachialgia, vertigini, vomito, febbre alta, tachicardia, sensorio obnubilato fino al coma, delirio, tremori, meningismo, esantema a piccole macchie al tronco e agli arti che dopo qualche giorno evolvono in petecchie.
Se il decorso è favorevole, la febbre e i segni della pelle scompaiono dopo due settimane e si assiste poi a desquamazione da strofinio.
Diagnosi di tifo esantematico
La diagnosi di tifo esantematico è basata su reperti di laboratorio; molto spesso si utilizza un test noto come reazione di Weil-Felix, una reazione sierologica di agglutinazione che utilizza ceppi di Proteus vulgaris, un batterio coinvolto in svariate infezioni.
Test diagnostici più moderni che possono essere utilizzati nella diagnosi di tifo esantematico sono il test ELISA e la PCR.
Prognosi, trattamento e profilassi
La prognosi è riservata a causa delle possibile complicazioni; le più gravi sono problemi cardiaci, polmonari, renali (nefrite), otiti, flebiti, gangrene alle estremità.
La terapia è basata su tetracicline, cloramfenicolo ed eventualmente cortisonici. È necessario continuare l’isolamento del soggetto per 20 giorni dopo lo sfebbramento con disinfestazione giornaliera dai pidocchi sia del paziente che dell’ambiente. Nei Paesi occidentali il tifo ha ormai poca incidenza, ma è consigliata la vaccinazione per tutti coloro che si recano in Paesi in cui il tifo esantematico è ancora molto presente. Obbligatoria la denuncia alle autorità sanitarie.
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