Lo strabismo rotuleo (noto anche come disallineamento dell’apparato estensore o, in modo più generico, come dolore rotuleo) è una sindrome dolorosa causata da un difettoso scorrimento della rotula nella troclea femorale. Di fatto, si registra una deviazione verso l’interno (meno frequentemente) o più comunemente verso l’esterno della rotula rispetto all’asse del femore. Ciò comporta uno stiramento dei legamenti rotulei, una pressione della rotula sul femore e quindi una dolorabilità locale, soprattutto in conseguenza di particolari movimenti come il salire o scendere le scale, il restare a lungo seduti alla scrivania o in posizione accovacciata. Lo strabismo rotuleo è una condizione patologica di frequente riscontro (interessa circa il 10% della popolazione generale). Il disallineamento dell’apparato estensore è più comune nelle donne (probabilmente per motivi di tono muscolare), in particolar modo quelle giovani e giovani-adulte. Anche i soggetti affetti da obesità, in particolar modo i grandi obesi, risultano più colpiti rispetto ai normopeso.
I fattori che possono predisporre allo strabismo rotuleo sono diversi, ma in ognuno di loro si registra un’incongruenza fra il percorso seguito dalla rotula e quello tracciato dalla troclea del femore; fra detti fattori si registrano il ginocchio valgo, il piede pronato, i vizi di torsione del femore oppure della tibia, la displasia del quadricipite e la rotula alta (una delle principali cause dell’instabilità del ginocchio).
Strabismo rotuleo – Sintomi
Il sintomo principale dello strabismo rotuleo è un dolore piuttosto lieve e subdolo che fa generalmente la sua comparsa quando il soggetto rimane a lungo in posizione seduta oppure quando si salgono o si scendono le scale. Ha la tendenza a peggiorare con il passare del tempo; il dolore (spesso avvertito come una sorta di bruciore o di morsa) è tipicamente anteriore, intorno alla rotula. Talvolta si avvertono rumori simili allo schiocco delle dita o crepitii; sono possibili anche improvvisi cedimenti che in alcuni casi vengono interpretati come distorsione del legamento collaterale mediale.
In alcune circostanze il ginocchio può gonfiarsi e il dolore aumenta in modo tale da limitare fortemente le normali attività. È normale un peggioramento della sintomatologia dopo una corsa o una lunga passeggiata a piedi o in bicicletta e anche a seguito di un allenamento specifico per gli arti inferiori.
È possibile anche che il ginocchio si blocchi in modo tale non consentire la completa flessione della gamba.
Gradi di gravità
La gravità dello strabismo rotuleo viene definita in base al grado di disallineamento tra rotula e troclea femorale. Si consideri, a tale proposito, che sono sufficienti pochi millimetri di disallineamento per alterare considerevolmente la meccanica fisiologica.
Si riconoscono, basandosi sul criterio precedentemente citato, quattro gradi di gravità:
- grado I, iperpressione esterna: la rotula è centrata nella gola della troclea femorale, ma è presente un’eccessiva pressione a livello della parete laterale;
- grado II, sublussazione: la rotula, nei primi gradi di flessione, è lateralizzata rispetto alla gola della troclea femorale e vi rientra soltanto in completa flessione;
- grado III, lussazione ricorrente/abituale: la rotula esce totalmente dal proprio solco e si disloca esternamente durante la fase di flessione; ciò può avvenire in modo episodico oppure costantemente; la prima lussazione si verifica generalmente in seguito a una caduta; molte volte la rotula ritorna nella sua posizione spontaneamente con uno schiocco doloroso che è seguito da un versamento che può durare più o meno a lungo;
- grado IV, lussazione cronica: la rotula è permanentemente dislocata esternamente lasciando disabilitata la troclea femorale. Di norma si tratta di una malformazione congenita.
Come tutte le condizioni in cui la meccanica delle articolazioni risulta alterata, anche lo strabismo rotuleo può portare, nel medio-lungo termine, allo sviluppo di un processo artrosico; nello specifico si tratterebbe di un’artrosi femoro-rotulea. Ovviamente, il rischio di sviluppare un processo artrosico è legato al grado di gravità dello strabismo; il soggetto affetto da strabismo rotuleo con gravità di grado I corre sicuramente molti meno rischi di sviluppare artrosi rispetto a coloro in cui si registra un disallineamento maggiore.
Diagnosi
La diagnosi di strabismo rotulea è essenzialmente clinica. La diagnosi differenziale si pone con le lesioni del menisco.
I controlli radiografici permettono di confermare la diagnosi e di valutare lo stato di gravità della condizione. Di norma vengono eseguite radiografie in proiezione standard del ginocchio associate a quelle in proiezione assiale con l’arto flesso a 30 e 60 gradi.
Ulteriori esami strumentali (teleradiografia in carico e TAC degli arti inferiori) vengono richiesti soltanto in quei casi in cui si prende in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente; una possibilità invero non particolarmente infrequente dato che il ricorso alla chirurgia si rende necessario in circa un terzo dei casi.
Strabismo rotuleo – Terapia

Il dolore causato dallo strabismo rotuleo è tipicamente anteriore, intorno alla rotula
Molti casi di strabismo rotuleo traggono giovamento dalle terapie riabilitative. Queste sono essenzialmente mirate sia al potenziamento del vasto mediale sia all’allungamento del vasto laterale. A coloro che praticano attività sportiva viene spesso consigliata l’adozione di una ginocchiera atta a stabilizzare la rotula.
Quando la terapia riabilitativa non sortisce gli effetti sperati va presa in considerazione l’opzione chirurgica, sempre che lo strabismo rotuleo abbia un grado di gravità tale da far supporre una probabile insorgenza di artrosi precoce.
L’intervento chirurgico dovrà andare a correggere la causa che ha portato al disallineamento (valgismo del ginocchio, vizio torsionale, displasia del quadricipite ecc.) e quindi il tipo di intervento varia in base al fattore che ha scatenato il problema.
Nel caso in cui il disallineamento abbia già condotto a un’artrosi femoro-rotulea di una certa importanza può essere presa in considerazione la possibilità di impiantare una protesi.
La terapia farmacologica ha effetti sostanzialmente palliativi e può essere adottata in modo saltuario nel momento in cui il dolore si fa maggiormente sentire, per esempio in seguito a uno sforzo fisico prolungato. I farmaci normalmente utilizzati sono gli antinfiammatori e gli antidolorifici.
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