Le infezioni da stafilococco (infezioni stafilococciche) sono processi infettivi causati da stafilococchi, batteri Gram-positivi appartenenti alla famiglia Staphylococcaceae.
In molti casi si tratta di disturbi di lieve entità, ma in altri le conseguenze dell’infezione possono essere particolarmente serie, tanto da mettere a rischio la vita della persona.
Gli stafilococchi patogeni sono germi ubiquitari; si trovano nelle mucose nasofaringeee in circa un terzo delle persone adulte sane e sulla cute in circa il 20% delle persone. Più rare le colonizzazioni a livello di vagina, intestino e perineo.
Negli ospedali, sia nei pazienti che nel personale medico e infermieristico si registrano percentuali lievemente superiori; in tali strutture e anche nelle comunità sono piuttosto comuni i ceppi antibiotico-resistenti.
Esistono vari tipi di stafilococco; il più noto è, senza ombra di dubbio, lo Staphylococcus aureus (stafilococco aureo). Un altro batterio che sta acquisendo sempre più importanza è lo Staphylococcus epidermidis (stafilococco epidermidis); normalmente non patogeno, può rivelarsi dannoso in soggetti predisposti e in condizioni a esso favorevoli; è spesso responsabile di infezioni nosocomiali.
Infezioni da stafilococco: fattori di rischio
Alcune categorie di persone sono maggiormente predisposte allo sviluppo di infezioni da stafilococco; tipici esempi sono i soggetti affetti da:
- diabete mellito
- influenza
- neoplasie
- malattie del sangue
- patologie croniche a carico di bronchi e polmoni (enfisema polmonare, fibrosi cistica ecc.)
- patologie cutanee croniche
- ustioni.
Altre categorie a rischio sono i neonati, le madri che allattano, i trapiantati, i portatori di protesi, i portatori di cateteri vascolari in plastica.
Fra i soggetti a rischio vanno infine ricordati coloro che sono sottoposti a terapie a lungo termine con corticosteroidi, chi è sottoposto a radioterapia e/o chemioterapia e coloro che assumono farmaci immunodepressori.
Infezioni da stafilococco: modalità di trasmissione
La trasmissione dell’infezione può avvenire sia per via aerea, tramite le goccioline infette che vengono emesse con gli starnuti o con la tosse, sia per contatto diretto (per esempio attraverso il contatto con le mani di un soggetto infetto).
Patologie causate dagli stafilococchi e relativi sintomi
Sono numerose le patologie che riconoscono come agente causale gli stafilococchi, in particolare, lo Staphylococcus aureus è il più frequente agente eziologico delle infezioni da stafilococco a carico di cute e tessuti molli; fra le infezioni cutanee si ricordano soprattutto piodermiti (per esempio impetigine, follicoliti e foruncoli o, più raramente erisipela e cheilite angolare).

Lo stafilococco è un genere di batteri Gram-positivi responsabili di molte infezioni umane, dalle più banali come quelle di un foruncolo, a quelle più gravi come le endocarditi
Una patologia piuttosto grave che può essere causata da stafilococchi è l’endocardite infettiva. Ne esistono diverse tipologie; lo stafilococco aureo è soprattutto coinvolto nell’endocardite batterica acuta; fra i soggetti più a rischio vi sono i portatori di protesi valvolari e i tossicodipendenti che fanno utilizzo di droghe da assumere per via endovenosa.
Un’altra patologia piuttosto seria è l’osteomielite stafilococcica, una malattia che si riscontra soprattutto nei bambini e che è causa di dolore osseo, brividi e febbre; in seguito fanno la loro comparsa rossore e rigonfiamento. Infezioni da stafilococco periarticolari causano gonfiori che spesso fanno pensare ad artrite settica più che a osteomielite.
L’artrite settica è un’artrite secondaria a un’invasione dello spazio articolare da parte di microrganismi patogeni. In seguito all’invasione della membrana e del liquido sinoviali si verifica una risposta di tipo infiammatorio che ha come conseguenza la formazione di un essudato purulento, detto piartro, negli spazi articolari. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di monoartrite (ricordiamo che si parla di monoartrite nel caso in cui risulti colpita una sola articolazione); lo Staphylococcus aureus è l’agente eziologico più comunemente riscontrato (relativamente alle artriti settiche non gonococciche).
Alcuni ceppi di Staphylococcus aureus producono delle tossine che sono alla base di due caratteristiche sindromi cliniche: sindrome da shock tossico e sindrome della cute pseudo-ustionata. La prima è caratterizzata da manifestazioni severe quali stato confusionale, rash cutaneo, insufficienza multiorgano, desquamazione cutanea, febbre, vomito e diarrea; la seconda, che colpisce solitamente i bambini molto piccoli, si caratterizza per il distacco di zone di epidermide piuttosto ampie (tant’è che la tossina in questione è denominata esfoliatina).
Insieme a streptococchi e gonococchi, lo stafilococco aureo è uno degli agenti eziologici più frequentemente coinvolti nell’insorgenza di mastite puerperale, un processo infiammatorio di tipo acuto a carico della ghiandola mammaria che si verifica nelle prime settimane dell’allattamento. Dalla mastite puerperale possono in seguito derivare altri problemi quali la linfangite, la mastite interstiziale e la mastite parenchimale.
L’enterocolite stafilococcica è una patologia che attualmente si riscontra molto di rado; va sospettata nei soggetti ricoverati che manifestino segni e sintomi quali occlusione intestinale, distensione e dolore addominale, febbre, ipotensione e diarrea, in particolar modo se hanno recentemente subito un intervento chirurgico addominale o se sono stati sottoposti ad antibioticoterapia. Deve essere esclusa l’infezione da Clostridium difficile tossigeno, la causa più comune di colite da antibiotici.
Un doveroso cenno va alle intossicazioni alimentari da Staphylococcus aureus (stafiloenterotossicosi), infezioni caratterizzate dalla comparsa, entro poche ore dal consumo di alimenti contaminati da ceppi produttori di enterotossina, di sintomi quali vomito incoercibile, in alcuni casi associato a brividi, leggero rialzo febbrile e diarrea.
Fra gli alimenti più spesso coinvolti nelle intossicazioni alimentari da stafilococco c’è il latte crudo munto da vacche affette da mastite; i trattamenti termici distruggono i microrganismi, ma non le tossine. La moltiplicazione batterica può essere controllata con la bollitura del latte appena munto oppure con la sua conservazione in frigorifero.
Lo stafilococco aureo può svilupparsi anche in cibi che contengono elevate concentrazioni di sale come, per esempio, le carni lavorate, i prosciutti e i prodotti essiccati. Ad alto rischio di contaminazione sono anche pesce e uova.
Cosa fare
Nelle infezioni da stafilococco uno dei maggiori problemi è rappresentato dalla cosiddetta antibiotico-resistenza (vedasi l’articolo sugli antibiotici).
La responsabilità della resistenza agli antibiotici è da attribuirsi primariamente all’utilizzo indiscriminato e non corretto di questi farmaci; nel corso degli anni ciò ha determinato lo sviluppo di ceppi insensibili all’azione di penicilline e cefalosporine; in anni più recenti si è avuto anche lo sviluppo di ceppi resistenti alla vancomicina, uno dei pochi principi attivi, insieme alla teicoplanina, ancora in grado di curare efficacemente le infezioni da stafilococchi.
Fondamentale nel trattamento di tali infezioni è la correttezza della diagnosi attraverso esami colturali e microscopici oppure con tecniche genetiche di amplificazione del DNA; fondamentale anche l’antibiogramma, il test di sensibilità agli antibiotici.
Tra i farmaci antibiotici di nuova generazione che sono maggiormente efficaci contro lo stafilococco aureo vanno ricordati il quinupristin/dalfopristin (una streptogramina) e il linezolid, appartenente alla classe degli oxazolidinoni.
Un’importanza cruciale ha ovviamente anche la prevenzione il cui cardine principale è l’igiene; fra i veicoli più importanti di trasmissione delle infezioni da stafilococco vi sono le mani; chi lavora in strutture ospedaliere e chi è a contatto con soggetti infetti dovrà quindi porre estrema attenzione al lavaggio delle mani con appositi prodotti disinfettanti e antisettici (vedasi per dettagli il nostro articolo Lavarsi le mani).
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