La sindrome di tako-tsubo (o sindrome del crepacuore) è una condizione cardiaca temporanea che è spesso causata da situazioni stressanti ed emozioni estreme. La condizione può anche essere innescata da una grave malattia o da un intervento chirurgico.
Chi è colpito dalla sindrome di tako-tsubo sembra avere un infarto a causa di un forte e improvviso dolore al petto, spesso accompagnato da fiato corto. Questo perché la sindrome colpisce una parte del cuore impedendo temporaneamente la normale funzione cardiaca. La parte di cuore non colpita continua a funzionare correttamente, anche se, ovviamente, deve “lavorare” di più.
Normalmente la sindrome è reversibile e in qualche giorno/settimana tutto torna normale.
La sindrome ha un’incidenza abbastanza bassa nella popolazione, circa un evento su 40.000 persone. Contrariamente alla credenza comune, il nome non deriva dai due medici che l’avrebbero scoperta (descritta la prima volta nel 1991 in Giappone da K. Dote, H. Sato e H. Tateishi, [Myocardial stunning due to simultaneous multivessel coronary spasms: a review of 5 cases] Journal of Cardiology]), ma da due termini in giapponese che richiamano la forma del ventricolo sinistro alterato dalla sindrome: un cestello (tsubo) usato dai pescatori giapponesi per la pesca del polpo (tako). Formalmente, sarebbe più corretto quindi usare la minuscola e non la maiuscola come si trova in molti articoli che la descrivono.
Sindrome di tako-tsubo – Cause
Le cause della sindrome non sono chiare. Probabilmente lo stress innalza i livelli di certi ormoni (adrenalina) che in alcuni soggetti possono danneggiare il cuore (anche se questa azione non è affatto chiara).
Come detto, la sindrome di tako-tsubo può essere preceduta da:
- intenso evento fisico
- una malattia acuta (come un attacco d’asma o un’infezione da COVID-19)
- un intervento chirurgico
- un infortunio (come la frattura di un braccio)
- un forte risposta emotiva a un evento “esistenziale” (per esempio, un abbandono o la fine di una relazione)
- droghe (metanfetamine, cocaina)
- raramente, l’uso di alcuni farmaci (ansiolitici, decongestionanti nasali)
Molto raramente la sindrome di tako-tsubo presenta recidive in caso di altri eventi stressanti.
Sindrome di tako-tsubo – Differenza con l’infarto
In genere, l’infarto è causato dal blocco completo (o quasi) di un’arteria cardiaca. Nella sindrome di tako-tsubo le arterie non sono bloccate, anche se il flusso è ridotto per una diminuita capacità di pompaggio del cuore.
Fattori di rischio
I fattori di rischio noti sono:
- La sindrome del crepacuore è molto più comune nelle donne che negli uomini (rapporto circa 9:1).
- Età. La sindrome è più comune negli over 50.
- Disturbi psicologici, in particolare ansia o depressione.
Complicazioni
La morte è evento molto raro, ma ci sono complicazioni importanti da tenere in considerazione:
- Edema polmonare
- Aritmie
- Ipotensione
- Coaguli di sangue che si formano all’interno del cuore a causa del muscolo cardiaco indebolito.
Terapia della sindrome di tako-tsubo
Solitamente è consigliato il riposo e una terapia di supporto (beta-bloccanti, ACE-inibitori, acido acetilsalicilico e diuretici) Se il soggetto presenta tratti depressivi, è consigliato anche l’uso di imipramina.
La ricerca
Una completissima ricerca sulla sindrome di tako-tsubo è stata pubblicata da un gruppo di ricercatori austriaci su Eur Heart J Acute Cardiovasc Care (giugno 2013). Sono stati analizzati i dati di 179 pazienti affetti dalla sindrome.
Sesso – Il 94% erano donne mentre solo il 6% uomini.
L’età media era di 69,1 ± 11,5 anni (range 35-88 anni).
Sintomi che hanno portato al ricovero: dolore toracico acuto (82%) e dispnea (32%).
Segni: tutti i pazienti hanno dimostrato WMA tipiche (anomalie del movimento della parete ventricolare sinistra). In circa in due terzi la WMA era chiara: nel 50% dei casi un tipo apicale di WMA, un 13% una forma combinata apicale e ventricolare, un 3% medioventricolare e un 1,5% un tipo insolito di WMA basale del ventricolo sinistro.
Contrariamente alla credenza comune che lega la sindrome a un chiaro stress fisico o emotivo, solo in 101 pazienti (57%) è stato possibile identificare un chiaro fattore scatenante per l’insorgenza dei sintomi.
Complicazioni cardiovascolari in ospedale si sono verificate in 25 pazienti (14%) e consistevano in aritmie cardiache in 10 pazienti (40%), shock cardiogeno in sei pazienti (24%), scompenso cardiaco in otto pazienti (32%) e morte cardiovascolare in un paziente.
Il recupero completo delle WMA è stato riscontrato in 73 pazienti (58,87%); 49 pazienti (39,52%) hanno mostrato WMA persistenti.
Le recidive della sindrome di tako-tsubo sono state osservate solo in quattro pazienti.
Durante il periodo di follow-up sono deceduti 13 pazienti: tre per cause cardiovascolari e 10 per cause non cardiache. La mortalità intraospedaliera è stata dello 0,6%, la mortalità a 30 giorni è stata dell’1,3% e la mortalità a 2 anni è stata del 6,7%.
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