La sindrome di Asperger è un disturbo di una certa gravità che viene classificato tra i cosiddetti disturbi pervasivi dello sviluppo (PDD, Pervasive Developmental Disorder); fa quindi parte di quelle patologie che rientrano nel cosiddetto spettro autistico.
La sindrome di Asperger è stata riconosciuta ufficialmente, quale patologia, soltanto nel 1994, ma il quadro clinico che caratterizza tale disturbo era già stato descritto con molta accuratezza dal pediatra e psichiatra viennese Hans Asperger (1906-1980); la denominazione sindrome di Asperger risale al 1981; fu la psichiatra inglese Lorna Wing a coniarla, rendendo appunto onore al lavoro del medico austriaco.
La sindrome di Asperger (nota anche, come disordine di Asperger) è una patologia sulla quale il dibattito è tuttora piuttosto vivace; alcuni autori la considerano come una “forma lieve” di autismo, altri un vero e proprio disturbo a sé stante.
Alcuni specialisti identificano la sindrome di Asperger con il cosiddetto “autismo ad alto funzionamento” (più modernamente, autismo con bisogno di supporto non intensivo), altrimenti detto HFA (High Functioning Autism), una parte dello spettro autistico relativo a soggetti “verbali” dotati di un buon quoziente intellettivo; altri autori non concordano con questa definizione in quanto ritengono che la sindrome di Asperger si distingua dall’HFA a motivo di alcune caratteristiche, fra le quali la più importante è il più precoce sviluppo del linguaggio.
La sindrome di Asperger sembra essere relativamente diffusa; anche se non sono disponibili dati certi, lo si ritiene un disturbo decisamente più comune dell’autismo classico. Si stima infatti che il disturbo interessi circa 20-25 soggetti ogni 10.000 (sarebbe quindi circa 5-6 volte più frequente dell’autismo “classico”). Tutti gli studi effettuati sulla sindrome di Asperger sembrano confermare che il disturbo si manifesti con maggiore frequenza nei maschi.
La sindrome di Asperger è spesso associata con altre problematiche quali, per esempio, ansia, depressione, sindrome di Tourette (un disordine neurologico che esordisce in età infantile e che spesso scompare nel corso dell’adolescenza) e problemi di attenzione. In alcuni casi appare chiara una componente genetica (spesso il padre mostra un quadro completo della sindrome).
Cause
Le cause della sindrome di Asperger sono tuttora sconosciute. Purtuttavia, molti autori ritengono che il disturbo abbia origini genetiche; attualmente, comunque, non sono stati ancora identificati tutti i geni che potrebbero essere responsabili dell’insorgenza della sindrome in questione.
Molti ricercatori ipotizzano un’origine multifattoriale e ritengono alquanto improbabile che esista un unico gene responsabile del disturbo ritenendo più probabile una trasmissione poligenetica.
Sindrome di Asperger – Sintomi e segni
I sintomi e i segni che caratterizzano la sindrome di Asperger sono numerosi. Come per altri disturbi generalizzati dello sviluppo, si registrano difficoltà in tre diverse aree. Di seguito una breve analisi.
Problemi a livello di interazione sociale – In molti casi, i soggetti affetti da sindrome di Asperger risultano isolati dal punto di vista sociale; per quanto possano mostrare interesse verso rapporti di amicizia e relazioni sociali, si definiscono come “persone solitarie”.
Il desiderio di interazione sociale è spesso frustrato perché, spesso, l’approccio del soggetto risulta goffo, se non addirittura inappropriato. In molti casi, coloro che soffrono del disturbo vengono considerati individui insensibili o, al più, molto formali.
In realtà, questi comportamenti sono legati al fatto che chi è affetto dalla sindrome di Asperger ha notevoli difficoltà nella comprensione delle situazioni sociali e nel cogliere gli aspetti emotivi delle interazioni personali. Ciò fa sì che le situazioni sociali risultino confuse, prive di senso o fonte di preoccupazione e di ansia; per limitare quest’ultima, il soggetto affetto da sindrome di Asperger tende ad affrontare le varie situazioni affidandosi a regole di comportamento estremamente precise e razionali, ma che spesso risultano poco spontanee e poco intuitive.
Problemi a livello di modelli comunicativi – Di norma, il linguaggio dei soggetti affetti da sindrome di Asperger, pur non presentando compromissioni, ha caratteristiche peculiari.
Chi è affetto dal disturbo, spesso, tende a “parlare troppo” ed è generalmente monotematico (parla solitamente dei propri interessi che spesso non sono, o lo sono molto poco, condivisibili con le altre persone). Per i soggetti affetti da sindrome di Asperger non è semplice seguire i ritmi che normalmente vengono imposti alla conversazione, in particolar modo se questa è spontanea e non tratta di un tema molto particolare; per di più hanno la tendenza a introdursi nel discorso con modalità che raramente risultano appropriate ed è per loro piuttosto difficile mantenere vivo un colloquio fornendo spunti o contributi adeguati.
Un altro problema deriva dal fatto che la cosiddetta comunicazione non verbale (espressioni del volto, gestualità, diverse intonazioni della voce) risulta non facilmente interpretabile, tant’è che il soggetto che soffre di sindrome di Asperger ha un eloquio caratterizzato da una certa monotonia e da una scarsa espressività. Altre difficoltà derivano dal fatto che l’interpretazione delle conversazioni è letterale; la persona affetta da sindrome di Asperger, infatti, non riesce a cogliere particolari aspetti del dialogo (ironia, metafore, allegorie ecc.).
Interessi circoscritti e abilità particolari isolate – Una delle caratteristiche di chi soffre del disordine di Asperger è la tendenza all’accumulo di informazioni e dati relativi ad argomenti circoscritti (possono, per esempio, essere sorprendenti nel ricordare una lunga serie di dati, come date storiche, nomi di costellazioni, nomi di animali o vegetali ecc.) peraltro molte volte anche insoliti e di relativo, per non dire scarso, interesse per la maggioranza delle persone. I loro interessi spesso occupano gran parte della loro giornata, talvolta vengono perseguiti ossessivamente e di norma dominano la loro conversazione. C’è da notare che il settore di interesse può variare nel tempo.
In molti casi, ma non sempre, si registra nel soggetto affetto da sindrome di Asperger una certa goffaggine nei movimenti e un certo ritardo nell’acquisire alcune abilità motorie che risultano di facile acquisizione nelle persone che non soffrono del disturbo in questione (andare in bicicletta, afferrare un pallone ecc.).

La sindrome di Asperger è spesso associata con altre problematiche quali, per esempio, ansia, depressione, sindrome di Tourette e problemi di attenzione
Relazioni sociali, relazioni affettive e attività lavorativa
Dalla lettura dei paragrafi precedenti è abbastanza facile comprendere come la vita relazionale e affettiva dei soggetti affetti da sindrome di Asperger possa risultare piuttosto difficile.
Le difficoltà nella comprensione delle regole che caratterizzano normalmente la vita sociale, fanno sì che le persone con presentano il disturbo in questione abbiano la tendenza a evitare i momenti di aggregazione sociale o comunque a viverli con notevole ansia; è soprattutto per questo che coloro che soffrono di sindrome di Asperger tendono a preferire attività solitarie o, al più, scambi relazionali a due.
Nel corso dell’età dello sviluppo, non è infrequente che siano vittime di episodi di bullismo ai quali possono rispondere in modi diametralmente opposti (o senza reagire oppure, al contrario, reagendo con particolare aggressività).
Varie difficoltà sono presenti anche per ciò che concerne la sfera affettiva; chi soffre di SA, infatti, non riesce a esprimere con facilità le proprie emozioni affettive verso le altre persone e non è facile per loro instaurare relazioni caratterizzate da una buona reciprocità; è piuttosto difficile, quindi, per una persona affetta dal disturbo, costruire una relazione affettiva di una certa importanza e gestire un’esistenza autonoma, lontana dalla propria famiglia originaria.
Non mancano nemmeno problemi per quanto riguarda l’ambito lavorativo; non è semplice, infatti, per le persone con SA, inserirsi tranquillamente nel mondo del lavoro. Le difficoltà e le stranezze che caratterizzano il comportamento di queste persone creano loro non poche difficoltà nell’interazione con i colleghi o i datori di lavoro.
Infine, dal momento che la sindrome di Asperger ha fra i propri sintomi i deficit di attenzione, ben si capisce come in certe occasioni sia arduo per il soggetto svolgere determinate attività professionali.
Sindrome di Asperger – Cura
Attualmente non sono disponibili protocolli terapeutici di provata efficacia per il trattamento della sindrome di Asperger; i motivi sono essenzialmente due: la relativa rarità del disturbo e la sua relativamente recente comparsa sui manuali diagnostici (come ricordato in apertura di articolo, il disordine di Asperger è una patologia riconosciuta ufficialmente soltanto nel 1994).
I trattamenti attualmente disponibili tentano di fronteggiare la sintomatologia, ma non sono in grado di rimuovere il disturbo. Gli approcci terapeutici sono essenzialmente tre: trattamento farmacologico, terapia cognitivo-comportamentale e psicoterapia.
Il trattamento farmacologico, spesso a base di fluvoxamina (un farmaco SSRI) o domipramina (un antidepressivo triciclico), mira a ridurre l’aggressività del soggetto, nonché a limitarne gli atteggiamenti compulsivi rendendo più facili l’integrazione e l’interazione sociali. A seconda dei casi vengono prescritti dei farmaci antipsicotici che mostrano efficacia nella riduzione dei problemi motori.
La terapia cognitivo-comportamentale ha lo scopo di migliorare l’apprendimento delle abilità mancanti nei comportamenti sociali.
La psicoterapia si pone invece come obiettivi principali il ridimensionamento dei comportamenti ossessivi e il mostrare i giusti comportamenti da adottare nelle varie situazioni.
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