La schizofrenia è una seria patologia psichiatrica, cronica e invalidante che secondo le stime dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) colpisce circa 24 milioni di persone in tutto il mondo. Per quanto riguarda il nostro Paese, sembra che le persone affette da schizofrenia siano poco meno di 250.000.
Il termine schizofrenia (dai termini grechi schizo, diviso, e phren, cervello) è stato coniato nel 1908 da uno psichiatra svizzero, Eugen Bleuler; tale termine andò a sostituire la prima definizione data da Emil Kraepelin, uno psichiatra e psicologo tedesco, alla patologia in questione, ovvero demenza precoce.
Questa grave malattia psichiatrica, caratterizzata da persistenti sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell’affettività, colpisce i soggetti di entrambi i sessi, ma sembra che il rischio di ammalarsi sia maggiore nelle persone di sesso maschile.
L’età di picco d’insorgenza della schizofrenia è fra i 20 e i 28 anni negli uomini e tra i 26 e 32 anni nelle donne. La malattia può insorgere anche in età pediatrica, nella mezza età o nell’età avanzata, ma tali evenienze sono decisamente più rare.
Le cause della schizofrenia
Le cause della schizofrenia non sono note con certezza. Attualmente si ritiene che tale patologia abbia un’eziopatogenesi multifattoriale. Tra i vari fattori che entrano in gioco vi sono l’ereditarietà (la schizofrenia si presenta in una percentuale vicina all’1% della popolazione mondiale, ma si è osservato essa compare in circa il 10% delle persone che hanno un parente di primo grado schizofrenico; la malattia compare più spesso, rispetto a quanto si riscontra nella popolazione generale, anche in coloro che hanno parenti schizofrenici di secondo grado), gli stress ambientali (forti esposizioni ad agenti tossici), gli stress psicologici, problemi nella gestazione (ipossia perinatale, madre che contrae il virus influenzale nel primo trimestre di gravidanza ecc.).
Alcuni studiosi ritengono che alla base della malattia vi sia un’alterazione dei processi di sviluppo neurologico che si completano nel corso del periodo adolescenziale.

Il trattamento psicosociale (terapia cognitivo-comportamentale, terapia di gruppo, riabilitazione, educazione familiare ecc.) ha mostrato una certa efficacia nel migliorare la qualità della vita delle persone affette da schizofrenia
Fumo di sigaretta e abuso di sostanze – Il fumo di sigaretta e l’abuso di sostanze stupefacenti non sono ritenuti essere fattori causali della patologia, ma si è osservato che nei soggetti malati, l’abuso di sostanze stupefacenti, di nicotina e di alcol è decisamente più alto rispetto a quanto si registra nella popolazione generale.
La forma più comune di abuso nei soggetti schizofrenici è la dipendenza dal fumo di sigarette; in effetti, circa il 90% dei soggetti cui è stata diagnosticata la schizofrenia sono fumatori abituali (nella popolazione generale la percentuale dei fumatori è di circa il 20%).
I fumatori schizofrenici, peraltro, tendono a fumare molto e hanno la tendenza a utilizzare sigarette ad alto contenuto di nicotina.
Sintomi della schizofrenia
I sintomi della schizofrenia vengono suddivisi in tre grandi categorie: sintomi positivi, sintomi negativi e sintomi cognitivi.
I sintomi positivi sono rappresentati da quei comportamenti psicotici che nella persona sana non sono presenti; di norma, gli schizofrenici con sintomi positivi tendono a perdere il contatto con il mondo reale. Tali manifestazioni non sono sempre presenti nel malato; essi, infatti, tendono ad andare e venire; peraltro, in alcuni casi sono quasi impercettibili, mentre in altri sono particolarmente gravi, questo dipende soprattutto dal fatto che il soggetto sia sotto trattamento oppure no. Tipico caso di sintomi positivi sono le allucinazioni che possono essere visive o uditive (è tipico degli schizofrenici “sentire le voci”). Altri sintomi che rientrano nella classe dei sintomi positivi sono le manie (lo schizofrenico ha spesso la tendenza a pensare che le altre persone siano in grado di controllarne il pensiero; in alcuni casi pensano di essere altre persone, mentre in altri soffrono di vere e proprie manie di persecuzione), i disturbi del pensiero e i disordini del movimento.
I sintomi negativi sono sintomi associati a disturbi comportamentali e a problemi di ordine emotivo. È più complesso riconoscere questi sintomi come facenti parte del quadro patologico della schizofrenia, tant’è che talvolta essi vengono interpretati come manifestazioni di uno stato depressivo o di altri tipi di disturbo. Fra i tipici sintomi negativi della schizofrenia si ricordano il parlare monotono senza alcun movimento facciale, la mancanza di piacere nella vita di tutti i giorni, scarso desiderio di comunicare anche quando si è sollecitati a farlo, incapacità nel prendere iniziative e a effettuare le attività previste ecc. Generalmente gli schizofrenici che presentano sintomi negativi necessitano di un certo aiuto per compiere le attività quotidiane; apparentemente quindi sono pigri, svogliati e incapaci di badare a sé stessi.
Quelli cognitivi sono sintomi meno facili da riconoscere come legati alla schizofrenia; per esempio, lo schizofrenico presenta difficoltà nella comprensione e nell’utilizzazione di informazioni che dovrebbero servirgli a prendere determinate decisioni, trova difficile concentrarsi, incontra difficoltà a ritenere e utilizzare quelle informazioni che gli sono necessarie per svolgere la sua attività lavorativa ecc. Questa tipologia di sintomi può creare diversi problemi allo schizofrenico in quanto, a causa di essi, può avere non poche difficoltà a condurre una vita normale. Tali sintomi possono anche causargli un notevole stress emotivo.
Come viene trattata la schizofrenia?
Dal momento che le cause della schizofrenia non sono ancora perfettamente note, la cura di tale patologia è indirizzata soprattutto alla rimozione dei sintomi. In linea generale il trattamento si basa sull’assunzione di farmaci antipsicotici e sulla terapia psicosociale.
I farmaci antipsicotici, altresì noti come neurolettici, impiegati più frequentemente sono quelli di seconda generazione (antipsicotici atipici); fra questi si ricordano la clozapina, l’olanzapina, il risperidone, la quetiapina, lo ziprasidone, l’aripiprazolo ecc. I più comuni effetti collaterali legati all’assunzione di questi farmaci sono tremori, spasmi muscolari, rigidità, vertigini, sonnolenza, tachicardia ecc. Molti effetti avversi di questi farmaci comunque tendono a sparire dopo alcuni giorni di assunzione.
La terapia antipsicotica necessità di un’attenta monitorizzazione da parte del medico curante, in particolar modo per quanto concerne le modalità di assunzione e soprattutto quelle di sospensione che, nell’eventualità, deve essere graduale e mai improvvisa.
Il trattamento psicosociale (terapia cognitivo-comportamentale, terapia di gruppo, riabilitazione, educazione familiare ecc.) ha mostrato una certa efficacia nel migliorare la qualità della vita delle persone affette da schizofrenia; questo tipo di terapia deve però essere intrapreso quando la terapia farmacologica ha stabilizzato il quadro sintomatico.
Gli schizofrenici che intraprendono la terapia psicosociale hanno la tendenza a continuare anche il trattamento farmacologico e hanno meno probabilità di andare incontro a ricadute.
Secondo l’OMS, circa un terzo dei soggetti affetti dalla patologia possono riprendersi completamente. Un altro 30% deve continuare la terapia e comunque ha una riduzione del funzionamento sociale, mentre nel restante 30% circa la malattia cronicizza.
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