La sarcoidosi è una seria patologia infiammatoria cronica che può localizzarsi in tutti i tessuti in cui è presente il sistema istiocitario – anche sistema reticolo-endoteliale – ovvero polmoni, linfonodi, cute, ossa, cuore, occhi, muscoli striati, fegato, milza, ghiandole salivari e ghiandole lacrimali. È nota anche come malattia di Besnier-Boeck-Shauman o granulomatosi sistemica o reticoloendoteliosi benigna.
La sarcoidosi è una malattia caratterizzata dal fatto che negli organi interessati si osserva una formazione di granulomi epitelioidi non caseosi (da qui il nome di granulomatosi sistemica).
Non è una patologia particolarmente frequente e pertanto la sua diagnosi non è per niente agevole; entrambi i sessi sono colpiti pressoché in egual misura, anche se diversi autori indicano una leggera prevalenza della patologia in quello femminile. Generalmente la malattia insorge fra il terzo e il quarto decennio di vita; i casi di sarcoidosi pediatrica sono piuttosto rari.
È una patologia diffusa in modo ubiquitario, anche se la sua incidenza può variare molto fra un Paese e l’altro.
I Paesi che sembrano maggiormente interessati dalla sarcoidosi sono quelli caratterizzati da un clima freddo come, per esempio, le nazioni appartenenti all’area scandinava e l’Irlanda, mentre nei Paesi a clima temperato l’incidenza è decisamente più bassa; se in Svezia si registrano oltre 60 casi ogni 100.000 abitanti, nel nostro Paese si scende a 10 casi ogni 100.000; stesso dato per la Danimarca.
Negli USA si registrano mediamente dai 10 ai 40 malati di sarcoidosi ogni 100.000 abitanti. Nella razza afroamericana la malattia ha generalmente un decorso più serio rispetto alla norma.
Non si hanno dati certi relativamente alla mortalità; secondo diversi autori il tasso di mortalità è compreso tra il 5 e il 10%.
La variante più grave della sarcoidosi è quella cardiaca la cui prognosi è alquanto sfavorevole.
Cause e fattori di rischio
La sarcoidosi è una patologia dalle cause sconosciute; secondo vari studi, comunque, sembra che molti soggetti siano geneticamente predisposti alla patologia; in queste persone la sarcoidosi sembra essere innescata da infezioni batteriche (Chlamydia trachomatis, Propionibacterium acnes, Borrelia burgdorferi, Micoplasmi, Mycobacterium Tuberculosis, Rickettsie) o virali (Herpes virus, Virus Epstein-Barr, Retrovirus).
I principali fattori di rischio sono la residenza nei Paesi Scandinavi (si ipotizza che sia il clima di quelle regioni a costituire il fattore di rischio), l’esposizione cronica (motivi occupazionali) ad alluminio, berillio e zirconio, il sesso femminile (la prevalenza della sarcoidosi nelle donne è lieve, ma esiste), l’età superiore ai 50 anni e la familiarità (i figli di persone affette da sarcoidosi corrono un rischio cinque volte superiore a quelli di persone non ammalate).
Se le cause sono sconosciute, quello che è certo è che i granulomi che caratterizzano la malattia sono il risultato di un’aggregazione incontrollata di alcune cellule del sistema immunitario.
Sarcoidosi – Sintomi e segni
Come accennato in apertura di articolo, la sarcoidosi è una patologia che può interessare moltissimi organi; ovviamente, a seconda degli organi interessati dal processo infiammatorio, la malattia potrà manifestarsi con una sintomatologia estremamente variegata.
La malattia può insorgere in modo acuto, ma avere un andamento autolimitante e scomparire nel giro di alcuni mesi oppure può cronicizzarsi; in altri casi si manifesta più subdolamente assumendo fin dall’inizio un carattere di cronicità.
Nei casi in cui non si è avuta alcuna manifestazione sintomatica, la scoperta della malattia avviene per caso, per esempio dopo una radiografia toracica.
Le forme acute o subacute di sarcoidosi si presentano generalmente con febbre non particolarmente alta (difficilmente viene superata la temperatura di 38 °C), malessere generale, perdita di appetito, perdita di peso, tozze stizzosa, dispnea, senso di costrizione retrosternale. Fra le sarcoidosi di tipo acuto si ricordano la sindrome di Heerfordt-Waldenstrom e la sindrome di Löfgren.
Le forme croniche sono caratterizzate generalmente da un interessamento polmonare e hanno la tendenza a evolvere verso un quadro clinico caratterizzato da grave insufficienza respiratoria; spesso sono coinvolti i linfonodi, la cute e gli occhi.
La localizzazione più comune della sarcoidosi è quella intratoracica; molti dei soggetti colpiti da questo tipo di sarcoidosi presentano alterazioni a livello respiratorio; i segni e i sintomi che si riscontrano con più frequenza in questo tipo di localizzazione sono la tosse stizzosa e secca, la dispnea e la dolenzia toracica. Più raramente si registrano pneumotorace ed emottisi (emissione di sangue dalle vie respiratorie).
Se la zona di localizzazione della sarcoidosi è quella delle alte vie aeree in poco meno di un terzo dei soggetti colpiti si possono osservare masse polipoidi granulomatose associate a ipertrofia della mucosa nasale con conseguente ostruzione nasale e, talora, rinorrea mucopurulenta. Il coinvolgimento della laringe è poco frequente e ancor più raro si osserva il coinvolgimento delle corde vocali; più frequenti invece le localizzazioni a livello epiglottideo, delle false corde vocali e dei ventricoli con conseguenti disfonia, raucedine e sibili laringei.
Molto frequente è invece la localizzazione della malattia a livello dei linfonodi; essa infatti si osserva in quasi il 90% dei casi; in questi casi si osservano linfonodi ingrossati, indolenti e dalla consistenza duro-elastica.
La localizzazione cutanea della sarcoidosi è frequentemente osservabile (si va dal 10 al 40% dei casi); talvolta la localizzazione a livello della cute è l’unico segno di sarcoidosi. Le lesioni che si osservano con maggiore frequenza nel caso di coinvolgimento cutaneo sono noduli cutanei, eritema nodoso, lupus pernio e angiolupoide di Brocq-Pautrier.
Il coinvolgimento degli occhi in caso di sarcoidosi è frequentemente presente, in particolar modo nei soggetti di razza nera e in quelli di sesso femminile. In questi casi si osserva con frequenza uveite; talvolta vengono descritte anche lesioni a livello di retina e congiuntiva.
Molti soggetti affetti dalla patologia lamentano un coinvolgimento a livello di ghiandole lacrimali, coinvolgimento che può avere come conseguenza una cheratocongiuntivite secca.
Molto frequente, in corso di sarcoidosi, anche il coinvolgimento delle ghiandole salivari, spesso asintomatico; in rari casi le manifestazioni cliniche sono rappresentate da bocca secca e dolenzia ghiandolare.
In molti pazienti si osserva un coinvolgimento di fegato e milza; il coinvolgimento epatico si manifesta con la presenza di granulomi che può arrivare a essere notevole; in poco più del 30% dei casi si registrano ingrossamento epatico (epatomegalia) e alterazioni a livello ematochimico. In alcuni casi è presente anche ittero.
La splenomegalia (ingrossamento della milza) è presente in circa un quinto dei casi.
La sarcoidosi può interessare anche il muscolo cardiaco; tale coinvolgimento è raro, ma dal punto di vista della prognosi, come già accennato nel primo paragrafo, è alquanto sfavorevole.
Altri segni e sintomi osservabili in corso di sarcoidosi sono la polidipsia primaria (sensazione di sete particolarmente intensa), diabete insipido, iperprolattinemia, disturbi ipofisari, ipotiroidismo, ipogonadismo, ipercorticosurrenalismo, calciuria ecc.
In diversi casi la sintomatologia d’esordio può regredire completamente o, al limite, restare stabile per anni oppure si può avere la comparsa di nuovi segni e sintomi a seconda se vengano interessati altri organi.
In alcune occasioni la malattia può avere una regressione spontanea o, al contrario, può diventare estremamente aggressiva; non è nemmeno da escludere il fatto che, dopo una remissione della patologia, essa si ripresenti anche dopo che sono trascorsi molti anni.

La sarcoidosi è più comune nei Paesi nordeuropei e la più alta incidenza annuale si riscontra in Svezia e Islanda.
Sarcoidosi – Diagnosi
La diagnosi di sarcoidosi viene effettuata basandosi sullo studio di un insieme di segni, sintomi ed esami di vario tipo.
Tra i vari esami che possono richiesti quando si sospetta la presenza di sarcoidosi vi sono la radiografia del torace, la TAC ad alta risoluzione, la scintigrafia o, eventualmente, una PET.
Altri test sempre richiesti sono le prove di funzionalità respiratoria, l’emogasanalisi e il dosaggio della dipeptidil-carbossipeptidasi (un enzima che alcuni autori considerano come un vero e proprio marker biologico della sarcoidosi in fase attiva).
Un test ritenuto molto importante nella diagnosi di sarcoidosi è poi la broncoscopia con lavaggio bronchiolo-alveolare (noto anche come BAL, acronimo dei termini inglesi Broncho Alveolar Lavage); questo esame viene effettuato introducendo nei bronchi, durante l’esecuzione di una broncoscopia, un piccolo quantitativo di liquido che viene successivamente recuperato e analizzato; si tratta di un esame invasivo, ma che, di solito, viene tollerato piuttosto bene.
Nei casi dubbi può essere necessario effettuare un prelievo bioptico della cute, dei linfonodi superficiali oppure del tessuto polmonare.
Eventuali richiesti di altre tipologie di indagini diagnostiche possono essere fatte a seconda della specificità del caso.
Sarcoidosi – Cura
La cura si basa essenzialmente sull’impiego di farmaci che agiscono a livello del sistema immunitario. Fra i farmaci che sono utilizzati maggiormente vi sono i corticosteroidi; la terapia con questi farmaci dura diversi mesi. Se il loro utilizzo non mostra una certa efficacia si ricorre all’utilizzo di farmaci citotossici quali l’azatioprina, la ciclofosfamide e il metotrexate. Altri farmaci che sono utilizzati sono la clorochina e l’idrossiclorochina (sostanze appartenenti alla categoria degli antimicrobici) e la pentossifillina e l’infliximab (farmaci immunomodulatori). Tali medicinali possono venire utilizzati da soli oppure in associazione.
Nel caso che la terapia corticosteroidea si dimostri efficace, si dovranno eseguire dei controlli su base periodica.
Nelle situazioni di particolare gravità si rende necessario il ricorso all’ossigenoterapia e l’unica cura efficace è il trapianto polmonare.
Le forme oculari, polmonari, cardiache e del sistema nervoso centrale richiedono una terapia specifica: corticosteroidi (agiscono contro infiammazione e dolore), FANS (nel caso di dolore e infiammazione di moderata o lieve entità), farmaci anti-rigetto (si utilizzano quando la risposta ai corticosteroidi non è quella sperata; servono a sopprimere il sistema immunitario e a ridurre l’infiammazione), farmaci antimalarici e farmaci inibitori del fattore di necrosi tissutale alfa (vi si ricorre per trattare la sarcoidosi che colpisce soggetti affetti da artrite reumatoide).
La prognosi è generalmente piuttosto buona in caso di forme acute, mentre maggiori problemi vi sono per quanto riguarda le forme croniche.
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