La rosacea è una dermopatia a carattere cronico che interessa in particolar modo le zone centrali del volto caratterizzate da una notevole concentrazione di ghiandole sebacee.
La rosacea viene considerata una patologia abbastanza comune, anche se i dati epidemiologici sono abbastanza discordanti. Quello che è noto è che tale patologia si manifesta più frequentemente nel sesso femminile, anche se i quadri clinici più severi vengono riscontrati nelle persone di sesso maschile. Il periodo di maggior insorgenza della malattia è quello che va dai 30 ai 50 anni; non mancano però casi di soggetti in età puberale o post-puberale.
La malattia colpisce più frequentemente i soggetti di razza bianca, in particolar modo quelli con fototipo chiaro (la rosacea viene anche pittorescamente definita come maledizione dei Celti in quanto le manifestazioni cliniche risultano più evidenti negli individui nordici). Spesso il termine rosacea viene considerato come sinonimo di acne rosacea; in realtà, quest’ultima affezione (che, detto per inciso, non ha alcuna relazione con l’acne propriamente detta), è soltanto uno dei sottotipi di rosacea.
Le cause della rosacea
La rosacea è una patologia dalle cause sconosciute. Si è però portati a pensare a un’origine multifattoriale. Sono molti i fattori che vengono chiamati in causa, ma sull’importanza del loro ruolo non esiste unanimità fra i vari autori. Alcuni di tali fattori, peraltro, sembrano essere esacerbanti piuttosto che coinvolti nell’eziopatogenesi della malattia.
Tra i fattori maggiormente citati dai vari autori vi sono:
- disturbi vascolari a carico della microcircolazione cutanea
- familiarità
- infezioni da Hp (Helicobacter pylori)
- reazioni infiammatorie da Demodex folliculorum
- fattori di tipo ambientale
- fattori di carattere psicologico
- fattori di tipo immunologico.
Secondo molti autori, la rosacea è da ritenersi soprattutto una forma particolare di dermatosi causata da un primitivo disturbo vascolare che interessa il microcircolo cutaneo.
Una certa importanza viene data anche alla familiarità; in effetti, si è osservato che più di un terzo dei soggetti colpiti da rosacea ha almeno un familiare colpito da questa malattia. A tutt’oggi però, non si hanno evidenze dell’esistenza di marcatori genetici per questa patologia.
Non esistono nemmeno evidenze relative a un’associazione di tipo diretto fra rosacea e infezioni da Hp, ma molti studi mostrano, effettivamente, che è significativo il numero di soggetti colpiti da rosacea che risultano affetti da ulcera gastrica Helicobacter pylori-positiva; per di più si è osservato che a seguito dell’eradicazione del batterio tramite trattamento sistemico si è avuto un miglioramento del quadro clinico relativo alla rosacea.
Altro fattore chiamato in causa è il Demodex folliculorum; trattasi di un acaro vermiforme normalmente presente nei follicoli piliferi dell’uomo; in molti soggetti affetti da rosacea si è osservata una particolare proliferazione di questo acaro, probabilmente favorita dai cambiamenti precoci dei tessuti connettivo e vascolare. Il Demodex follicolorum è responsabile anche di altri tipi di dermopatie e follicoliti.
Fra i fattori ambientali sospettati di favorire l’insorgere della patologia vengono citati l’esposizione ai raggi UVA e gli sbalzi termici in quanto possono contribuire a fenomeni di vasodilatazione.
Vengono citati anche fattori di carattere psicologico (ansia, stress ecc.), ma il loro ruolo come causa primaria non è supportato da evidenze scientifiche.
Per quanto riguarda i fattori immunologici, diversi studi propendono per l’ipotesi che la rosacea sia il risultato finale di una reazione di tipo immunitario umorale.
Rosacea – Sintomi e segni
I principali sintomi e segni di rosacea sono:
- arrossamento della cute generalmente associato a sensazioni di calore o di bruciore; gli arrossamenti possono avere carattere episodico (nel qual caso si parla di flushing) oppure possono essere persistenti;
- teleangectasie
- papule e pustole.
Tali manifestazioni possono essere presenti in modo simultaneo oppure singolarmente.
Meno frequentemente si hanno sintomi e segni quali rinofima (alterazione della struttura cutanea del naso), cefalea, edema facciale e problemi oculari. Quando le alterazioni della struttura cutanea interessano mento o fronte o palpebre si parla rispettivamente di gnatofima, mentofima e blefarofima.
L’andamento della patologia è caratterizzato da periodi di remissione alternati a periodi in cui il quadro clinico si riacutizza.
Tipologie
Esistono diverse tipologie di rosacea; alcuni anni fa, la US National Rosacea Society elaborò una classificazione della rosacea che, a tutt’oggi, è quella più comunemente utilizzata. In base a tale classificazione si distinguono quattro sottotipi della malattia:
- sottotipo I: rosacea eritemato-teleangectasica (o eritrosica teleangectasica)
- sottotipo II: rosacea papulo-pustolosa (nota anche come acne rosacea o rosacea acneica)
- sottotipo III: rosacea fimatosa
- sottotipo IV: rosacea oculare.
È stata inoltre suggerita da diversi autori l’introduzione di un quinto sottotipo, la rosacea neuropatica, ma, a livello ufficiale, si prendono in considerazione soltanto i quattro sottotipi citati sopra.
La forma eritemato-teleangectasica è caratterizzata da rossore facciale centrale persistente spesso associato a teleangectasie (comuni, ma non essenziale a porre la diagnosi). In alcuni soggetti si manifestano edema facciale localizzato nelle zone centrali, sensazioni di bruciore e dolore e rugosità facciale.
Nella forma papulo-pustolosa si hanno rossore centrale del volto persistente associato a papule o pustole che possono essere localizzate sia nel volto che nei distretti periorale, perioculare e perinasale. La denominazione di acne rosacea deriva dal fatto che c’è una certa somiglianza fra questa forma di rosacea e l’acne propriamente detta fatta eccezione per il fatto che sono assenti i comedoni.
Nella forma fimatosa (anche Rhynofima rosacea) si nota un certo ispessimento della pelle che porta a un’alterazione dei profili del volto. Generalmente l’ispessimento cutaneo si manifesta a livello del naso, ma esistono anche casi di ispessimento della cute in altre zone (fronte, guance, mento e orecchie).
Nella forma oculare, sottotipo non molto facile da diagnosticare, i segni e i sintomi sono prevalentemente costituiti da occhi arrossati e acquosi, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, dolore e bruciore oculari, secchezza, fotofobia, sfocamento della visione, blefarite, congiuntivite, orzaiolo, calazio.
Diagnosi
La diagnosi, peraltro non sempre particolarmente agevole (la diagnosi differenziale si pone con acne volgare, eczema, lupus eritematoso sistemico, psoriasi e seborrea), viene posta sulla base della presenza di uno o più dei seguenti criteri primari:
- flushing
- eritema persistente (presente da almeno tre mesi nella zona centrale del volto)
- papule e pustole
- teleangectasie.
A tali criteri primari possono eventualmente essere associati uno o più criteri secondari:
- sensazione di bruciore oppure pizzicore
- secchezza cutanea
- edema
- sintomi oculari
- ispessimento cutaneo (in particolar modo al naso)
- placche.
Rosacea – Cura
La malattia viene generalmente curata farmacologicamente utilizzando sia farmaci topici che sistemici. La scelta della cura è di competenza del dermatologo che potrà prescrivere, a seconda della gravità del caso, antibiotici, antimicrobici e antinfiammatori.
Per la cura di papule o pustole di entità lieve o comunque moderata vengono spesso consigliati il metronidazolo (in gel o in crema) oppure l’acido azelaico (in gel).
La brimonidina tartrato in gel è un farmaco ad azione vasocostrittrice che è in grado di far scomparire il rossore nel giro di circa mezz’ora e ha una copertura di circa 12 ore.
Nelle forme più gravi si ricorre all’utilizzo di antibiotici orali (per esempio la doxiciclina a basso dosaggio) e, se sono presenti rinofima e teleangectasie particolarmente evidenti, si può prendere in considerazione il trattamento laser o i trattamenti a luce pulsata.
Fra gli antibiotici generalmente prescritti nella cura della forma oculare vi sono, oltre alla già citata doxiciclina, anche l’eritromicina o la minociclina. Più raro, ma possibile, il ricorso temporaneo a corticosteroidi per via orale allo scopo di ridurre il processo infiammatorio. La secchezza oculare, solitamente presente, può essere alleviata ricorrendo alle cosiddette lacrime artificiali.
Quando è presente rinofima, nella fase precoce-moderata, se gli antibiotici prescritti non hanno sortito gli effetti desiderati, si può prendere in considerazione il ricorso all’isotretinoina, un retinoide di una certa efficacia, ma la cui prescrizione richiede una certa cautela perché si tratta di un farmaco gravato da pesanti effetti collaterali, fra cui l’essere teratogeno. Nelle fasi avanzate di rinofima, l’isotretinoina segue il trattamento chirurgico correttivo.
Un farmaco che è guardato con un certo interesse è l’ivermectina in crema; si tratta di un medicinale che svolge azioni antinfiammatoria e antiparassitaria e agisce contro un acaro, il già citato Demodex folliculorum, solitamente innocuo, ma che nella pelle di alcuni soggetti affetti da rosacea sembra svolgere un qualche ruolo nel suo sviluppo; il farmaco si è dimostrato efficace nella riduzione di papule e pustole già nel corso del primo mese di applicazione.
In linea generale, ai soggetti affetti da rosacea viene consigliato di ridurre il più possibile l’esposizione a fattori scatenanti quali l’esposizione prolungata al sole, l’assunzione di bevande alcoliche o particolarmente caldi, il consumo di cibi piccanti o molto speziati, gli stress di tipo emotivo ecc.
Il lavaggio del viso non dovrebbe mai essere effettuato con acqua troppo calda o troppo fredda e si dovrebbe inoltre evitare di sfregare la pelle e di utilizzare tutti quei prodotti cosmetici che contengono alcol e mentolo.
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