La retinopatia miopica è una patologia visiva che colpisce generalmente coloro che sono affetti da miopia elevata, anche se va precisato che le alterazioni che caratterizzano questa patologia possono essere talvolta riscontrate in soggetti affetti da miopia lieve o addirittura in soggetti emmetropi (ovvero coloro che non sono interessati da difetti visivi); ovviamente questi ultimi casi sono decisamente più rari.
La gravità della retinopatia miopica è fortemente influenzata dalla serietà del difetto refrattivo (ricordiamo che la miopia è, insieme ad astigmatismo e ipermetropia, uno dei vizi refrattivi più comuni).
La patologia ha carattere progressivo e può insorgere fin da quando si è in giovane età.
Cause
Nei soggetti miopi, il bulbo oculare ha una lunghezza superiore alla norma; ciò si verifica in modo proporzionale all’entità del difetto ed è causa di alterazioni anatomiche.
Queste alterazioni sono causa di sofferenze della retina che subisce stiramenti e/o lesioni periferiche (piccoli fori, solitamente piccolissimi) perché non è in grado di adattarsi all’allungamento del bulbo oculare. Nei casi più gravi si arriva al distacco di retina.
Complicanze della retinopatia miopica
Sono diverse le complicanze legate alla retinopatia miopica; oltre al già citato distacco di retina si devono ricordare le seguenti condizioni patologiche:
- atrofia corioretinica (assottigliamento dell’epitelio pigmentato della retina che rende visibile la vascolarizzazione della coroide, una lamina del bulbo oculare);
- stafiloma miopico (sfiancamento del bulbo oculare, associato ad alterazioni degenerative coroidee e retiniche);
- rotture della membrana di Bruch (la membrana di Bruch è lo strato più interno della coroide; si trova sotto all’epitelio pigmentato retinico ed il filtro attraverso il quale avvengono gli scambi metabolici tra l’epitelio pigmentato retinico e la coroide; le rotture di tale membrana possono essere asintomatiche o accompagnarsi a emorragie sottoretiniche; nel caso siano presenti nella zona centrale della macula causano una riduzione del visus);
- neovascolarizzazione coroideale (spesso indicata con l’acronimo CNV, è una delle complicanze più temibili della retinopatia miopica; colpisce più frequentemente le donne e interessa maggiormente i giovani adulti di età compresa fra i 40 e i 50 anni; spesso bilaterale, è una lesione grigiastra conseguente a una rottura della membrana di Bruch; è caratterizzata da essudazione e da emorragia retinica. La CNV può avere progressione lenta o rapida e causa distorsione visiva, annebbiamento e scotoma centrale, ovvero una zona di non visione al centro del campo visivo).
La retinopatia miopica non è quasi mai causa di cecità, ma può determinare una minorazione visiva non di poco conto a causa delle sue complicanze che in alcuni casi possono portare a cecità legale (generalmente dopo i 60 anni; si ricorda che si parla di “cecità legale” quando la percezione della luce non consente l’autonomia del soggetto).
Diagnosi
Quando si sospetta la presenza di una retinopatia, sono diversi gli esami che possono risultare nella diagnosi. Per approfondimenti rimandiamo al paragrafo Retinopatie: i principali esami diagnostici contenuto nel nostro articolo Retinopatie (patologie della retina).
Retinopatia miopica: terapia
Non esiste una terapia specifica per la retinopatia miopica; si può però intervenire sulle complicanze che la patologia può causare.
Le rotture e i fori retinici nonché l’assottigliamento della retina possono essere trattate con il laser argon.
La terapia fotodinamica, utilizzata inizialmente per il trattamento di alcuni tumori cutanei, viene impiegata efficacemente anche in oftalmologia per il trattamento di alcune patologie fra cui la neovascolarizzazione coroideale; questa patologia può essere trattata anche attraverso iniezioni intravitreali di farmaci che inibiscono la proliferazione di vasi retinici indesiderati (i cosiddetti farmaci antiangiogenici o anti-VEGF).
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