La quinta malattia (anche eritema infettivo) è una patologia virale di tipo acuto causata da un virus scoperto nel 1974 e denominato parvovirus B19 (il più piccolo DNA virus patogeno per la razza umana; è più modernamente noto come eritrovirus B19).
La quinta malattia, così chiamata in quanto è stata la quinta malattia di tipo infettivo tipica dell’età infantile a essere descritta, colpisce generalmente i soggetti di età compresa fra i 4 e 15 anni, ma può manifestarsi anche in soggetti in età adulta.
È diffusa in tutto il mondo e i cicli epidemici hanno una cadenza di 4-7 anni.
La quinta malattia è caratterizzata da un’alta contagiosità; nei bambini ha la tendenza a regredire in tempi brevi e senza lasciare strascichi; il decorso è invece generalmente più severo se a essere infettati sono soggetti adulti, soggetti immunocompromessi, persone anemiche e donne in stato interessante.
La patologia rientra nella categoria delle cosiddette malattie esantematiche come, per esempio, morbillo, rosolia e sesta malattia (si ricorda che con esantema si fa riferimento a un’eruzione cutanea di bolle, pustole o vescicole).
L’eritema infettivo si diffonde generalmente nel periodo primaverile e a inverno inoltrato, anche se può manifestarsi in altri periodi dell’anno.
Una volta che un soggetto ha contratto la patologia non può più essere infettato; la quinta malattia genera infatti un’immunità permanente.
Quinta malattia – I sintomi
Come accennato in precedenza i segni e i sintomi legati alla malattia sono generalmente di lieve entità fatte salve le già citate eccezioni.
Il virus responsabile della patologia ha uno spiccato tropismo per i globuli rossi immaturi (il tropismo virale è la proprietà di un virus di infettare prevalentemente, o talvolta esclusivamente, determinate specie animali oppure determinati tessuti e organi); ciò fa sì che la patologia provochi delle macchie rossastre a livello di tutto il corpo; una delle manifestazioni più caratteristiche della malattia è un eritema a farfalla che interessa le guance (la quinta malattia viene talvolta denominata malattia delle guance schiaffeggiate perché l’eritema che ne consegue ricorda il rossore tipico dello schiaffeggiamento).
Il periodo d’incubazione della patologia va da quattro giorni a due settimane, durante questo lasso di tempo non si manifesta alcun problema a livello cutaneo.
L’esordio della malattia è caratterizzato da febbricola, mal di testa, rinite, dolori alle articolazioni, eritema non pruriginoso e rossore delle guance che sono dolenti e più gonfie del normale. Questa fase coincide con la viremia la cui durata è di circa una settimana. Terminata questa fase l’eruzione cutanea si espande in seguito su altre parti del corpo, in particolar modo su tronco, braccia, gambe e natiche; raramente l’eruzione interessa i palmi di mani e piedi. In alcuni casi sono presenti eruzioni anche a livello di palato e mucosa faringea (enantema orale) e ingrossamento linfonodale.
L’eritema che caratterizza la quinta malattia ha la tendenza a scomparire in modo graduale man mano che la patologia evolve. Due terzi dei soggetti colpiti guariscono generalmente nel giro di una settimana, mentre l’altro terzo necessita di un periodo più lungo (circa tre settimane).

Quinta malattia: patologia tipica dell’età pediatrica, ma che può colpire anche soggetti adulti; tende a risolversi in una-due settimane.
La quinta malattia negli adulti
Le manifestazioni della quinta malattia sono pressappoco le stesse nei bambini e negli adulti, ma si registrano alcune differenze relativamente ai disturbi di tipo articolare. Negli adulti infatti la dolenzia articolare è più frequente e può presentarsi sotto varie forme; nella stragrande maggioranza dei casi il paziente adulto riferisce dolori artritici, mentre i dolori artromialgici – spesso accompagnati da stanchezza cronica – sono meno frequenti; nei bambini invece la situazione è rovesciata.
Complicazioni
Raramente si hanno complicazioni in seguito alla malattia, ma, come già accennato nel paragrafo iniziale, in alcuni soggetti essa può dar luogo a problemi di una certa entità.
I soggetti che più potrebbero risentire dell’infezione da parvovirus B19 sono coloro che sono affetti da talassemia (anemia mediterranea), leucemia mieloide cronica, anemia emolitica da deficit di piruvatochinasi, anemia falciforme-emolitica e anemia emolitica autoimmune. In queste categorie di soggetti, infatti, il contrarre la quinta malattia può essere causa di anemia emolitica acuta accompagnata da leucopenia (riduzione anomale del numero dei globuli bianchi), eritrocitopenia (riduzione anomala del numero degli dei globuli rossi) e scomparsa dei globuli rossi immaturi (i cosiddetti reticolociti).
Quinta malattia e gravidanza
Alcune complicazioni possono anche comparire nelle donne in stato interessante; potrebbero infatti verificarsi problemi al feto. Infatti, nel caso la madre abbia contratto la patologia in gravidanza (in particolar modo nella prima metà), il nascituro potrebbe sviluppare una severa anemia; talvolta il disturbo è talmente grave che il bambino non è in grado di sopravvivere. Problemi di una certa gravità comunque sono alquanto rari; si verificano infatti soltanto nel 5% circa delle donne in stato interessante che contraggono la malattia.
Diagnosi
La diagnosi non è particolarmente ostica, anche se alcune malattie presentano sintomatologia simile (morbillo, quarta malattia, rosolia e scarlattina); essa si basa essenzialmente sull’esame obiettivo; nel caso che non vi sia la comparsa di eruzione cutanea è possibile ricercare la presenza del virus responsabile tramite un semplice esame del sangue.
Terapia
Come detto, la malattia regredisce spontaneamente e abbastanza velocemente; solitamente quindi non occorre intraprendere particolari terapie.
La febbricola e i dolori articolari possono essere controllati con farmaci a base di paracetamolo (per esempio la Tachipirina o l’Efferalgan), mentre per combattere il prurito il medico potrà prescrivere farmaci antistaminici. È poi opportuno che i soggetti colpiti osservino un adeguato riposo ed evitino di esporsi ai raggi solari; ciò, infatti, potrebbe determinare un peggioramento delle manifestazioni cutanee. Non esiste un vaccino.
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