I polipi intestinali sono escrescenze anomale di tessuto che originano dalle pareti intestinali (colon o retto) finendo per sporgere nel lume. Hanno dimensioni e forme variabili; alcuni polipi sono sessili (piatti), altri sono peduncolati (presentano cioè una specie di “gambo”).
Si tratta di una condizione piuttosto comune e interessano una significativa percentuale della popolazione adulta (si va dal 15 al 20% circa); le più comuni zone di formazione sono il colon sinistro, il sigma e il retto.
Qualsiasi persona può sviluppare polipi intestinali, ma alcuni soggetti sono a maggior rischio; fra questi si ricordano gli over 50, chi ha una stretta parentela con persone che hanno accusato il disturbo o che hanno una storia di tumore al colon; sono soggetti a maggior rischio anche le donne che hanno sviluppato un tumore all’utero o un tumore alle ovaie prima dei 50 anni.
Rappresentano fattori di rischio il fumo, l’alcol, la sedentarietà, il sovrappeso e l’obesità.
Polipi intestinali e tumore del colon retto
La maggior parte dei polipi intestinali hanno natura benigna; è stata comunque accertata la relazione tra alcuni polipi e il tumore del colon-retto; la maggior parte di queste neoplasie, in effetti, è il risultato della trasformazione in senso maligno di polipi benigni; va comunque chiarito che non tutti i polipi intestinali sono a rischio di trasformazione maligna.
Essenzialmente si possono distinguere tre tipologie di polipi intestinali:
- polipi intestinali iperplastici
- polipi intestinali amartomatosi (polipi di Peutz-Jeghers)
- polipi intestinali adenomatosi.
Sono i polipi intestinali adenomatosi che possono subire una trasformazione in senso maligno, sono cioè lesioni precancerose; si deve però precisare che non tutti i polipi di questo tipo evolvono in una forma tumorale maligna; le probabilità che ciò accada sono legate alle dimensioni dei polipi stessi; sono minime (<2%) nel caso di polipi intestinali inferiori a 1,5 cm, sono intermedie (dal 2 al 10% circa) nel caso di polipi di dimensioni comprese tra 1,5 e 2,5 cm, mentre sono significative (>10%) se i polipi sono più grandi di 2,5 cm.
Poiipi intestinali – Sintomi e segni
La poliposi intestinale è generalmente asintomatica e in molti casi la presenza di polipi intestinali viene rilevata nel corso di esami radiologici o endoscopici effettuati per altre motivazioni. Nel 5% dei casi circa possono dar luogo a lievi perdite ematiche che possono essere rilevate tramite l’esame di laboratorio noto come sangue occulto nelle feci.
Occorre prestare una certa attenzione nel caso in cui si riscontrino cambiamenti significativi delle proprie abitudini intestinali senza che vi sia un motivo che possa facilmente spiegarlo; è per esempio il caso di un soggetto che evacua regolarmente e che comincia ad accusare stitichezza oppure di colui che è tendenzialmente stitico e va incontro a evacuazioni ricorrenti.
Diagnosi
Quando si sono manifestati sintomi che possono far pensare alla presenza di polipi intestinali, il medico potrebbe prescrivere diversi tipi di esami. Oltre al già citato test del sangue occulto nelle feci, ricordiamo di seguito i principali.
L’esplorazione digitale rettale permette allo specialista di rilevare l’eventuale presenza di escrescenze a livello del retto.
Il clisma opaco è un’indagine radiologica contrastografica (che utilizza cioè un mezzo di contrasto) che serve a esaminare il colon e il retto. Grazie al clisma opaco si è in grado di evidenziare la presenza di diverticoli, neoplasie, polipi, stenosi, ulcerazioni, stenosi ecc. Si tratta di un esame particolarmente utile nel caso in cui non sia praticabile una colonscopia; non ne rappresenta però l’alternativa in quanto non consente di rilevare i polipi di dimensioni molto piccole e non permette un prelievo bioptico.
La colonscopia è una procedura diagnostica endoscopica che ha lo scopo di esaminare visivamente le pareti interne del colon. La colonscopia è anche denominata con la sigla RSCS, dalle iniziali di retto-sigmoido-colon-scopia. L’esame viene effettuato inserendo gradualmente nel tubo digerente del paziente il colonscopio, un dispositivo flessibile in grado di ospitare strumenti con finalità varie. La colonscopia permette la valutazione dello stato di salute della mucosa intestinale che viene osservata su un monitor dagli operatori sanitari. La colonscopia può avere anche fini terapeutici.
La colonscopia virtuale è una tecnica di indagine, alternativa alla colonscopia tradizionale, che non prevede l’inserimento di sonde nell’intestino né l’impiego di farmaci sedativi o antidolorifici. Per l’esame degli organi viene infatti utilizzata un’apparecchiatura radiologica esterna al paziente. Il vantaggio principale di questa soluzione è l’assenza dei rischi associati alla procedura con colonscopio; i suoi limiti sono l’impossibilità di prelevare tessuti o asportare polipi e una precisione diagnostica inferiore per determinati tipi di lesioni o patologie.
Polipi intestinali – Cure
Le principali opzioni di cura nel caso di polipi intestinali sono tre:
- polipectomia
- bruciatura
- chirurgia.
La polipectomia è una procedura medica che consiste nell’asportazione il polipo per via endoscopica; tale asportazione può essere effettuata anche nel corso di una colonscopia esplorativa. I rischi maggiori di questa procedura sono rappresentati dal sanguinamento e dalla perforazione del colon.
Nel caso in cui i polipi intestinali siano di dimensioni molto ridotte si può procedere alla loro eliminazione tramite la cauterizzazione o la bruciatura con corrente elettrica.
Nel caso in cui il soggetto sia affetto da poliposi adenomatosa di tipo familiare si opta generalmente per la colectomia totale (rimozione del colon). In altri casi si può procedere con una colectomia parziale.
Di norma la chirurgia rappresenta la cura più indicata nel caso di polipi intestinali localizzati in zone non facilmente raggiungibili con altre metodiche oppure nel caso in cui le loro dimensioni ne rendano difficile la loro eliminazione tramite polipectomia.
La migliore opzione chirurgica è rappresentata dall’escissione dei polipi intestinali per via laparoscopica; questa procedura consente infatti un recupero migliore, è più rapida ed è anche meno dolorosa di altre tecniche chirurgiche standard.
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