Per polinevrite s’intende la contemporanea infiammazione di nervi periferici (cioè esterni al cervello e al midollo spinale). Si possono identificare tre grandi cause:
- infezioni
- intossicazioni
- patologie particolari.
Di solito sono colpiti gli adulti fra i 20 ei i 40 anni, visto che nei bambini compare solo in casi particolari (difterite). A seconda della causa sia l’evoluzione sia la prognosi sono molto variabili, potendo essere acuta, subacuta e cronica e, in alcuni casi, anche con esito letale.
Polinevrite infettiva
La polinevrite infettiva è causata da diverse patologie infettive, perché batteri o virus possono invadere, infiammare e a volte distruggere le cellule nervose. Per esempio, nei bambini dalla difterite oppure più generalmente da malattia di Lyme, difterite, sifilide, tifo, tubercolosi, botulismo, herpes zoster, AIDS ecc.; in genere, la maggior parte delle malattie infettive acute può causare polinevrite, che normalmente insorge una volta che la malattia primaria è guarita.
Polinevrite tossica
La più frequente polinevrite tossica è quella legata all’alcolismo o in alcune patologie metaboliche (come il diabete e la gotta; anche la senilità e la malnutrizione possono causarla).
Il diabete mellito causa iperglicemia che, fra l’altro, danneggia i vasi sanguigni che nutrono i nervi periferici; se non correttamente trattata, la polinevrite sfocia nel cosiddetto piede diabetico. Gli alcolisti non assorbono correttamente i cibi ingeriti e lo stato di malnutrizione provoca avitaminosi che danneggiano il sistema nervoso periferico (soprattutto vitamine del gruppo B). Anche l’ipotiroidismo e le malattie renali croniche possono creare alterazioni metaboliche che danneggiano i nervi.
La polinevrite può essere causata anche dall’esposizione a certe sostanze (arsenico, piombo, tallio, insetticidi organofosforici, fosfato tricresile ecc.) e da avitaminosi (come nel caso del beri-beri). Un’altra causa è l’assunzione di determinati farmaci: chemioterapici (vinblastina e vincristina), alcuni sedativi (barbital ed esobarbital), alcuni antibiotici (sulfonamide e nitrofurantoina) e gli anticonvulsivanti per la cura dell’epilessia (fenitoina).
Patologie particolari
In alcune patologie la polinevrite è il tratto principale della patologia (non è cioè secondaria a essa). Quella più comune è la polinevrite idiopatica (detta anche sindrome di Guillain-Barré). Per tale patologia si rimanda all’articolo corrispondente. Altre patologie autoimmuni che possono causare polinevrite sono l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjögren e la polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica. Infine fra le cause sono da citare anche i tumori come il linfoma o il mieloma multiplo.
Segni e sintomi delle varie forme di polinevrite
La polinevrite acuta può comportare problemi alla sensibilità e alla motilità. I primi sono sia soggettivi (senso di pesantezza, formicolii, dolori più o meno forti ecc.) sia oggettivi (dapprima iperestesia cutanea che poi a poco a poco diventa un’anestesia). In genere c’è dolore alla compressione dei nervi.
Dal punto di vista motorio, si va da leggere astenie dei muscoli fino alla paralisi totale, con grave atrofia muscolare e compromissione dell’eccitabilità elettrica. Scompaiono i riflessi tendinei e periostei, dopo un iniziale periodo in cui sono decisamente aumentati; altri segni sono edemi degli arti, iperidrosi delle mani e dei piedi, caduta delle unghie ecc. Il piede cadente (l’incapacità di tenere sollevata la parte anteriore del piede) è tipica della polinevrite motoria.
Altre manifestazioni sono tipiche del particolare tipo di polinevrite. Nella polinevrite alcolica vengono colpite anche le forme di sensibilità profonda con frequente atassia. Quando la polinevrite alcolica cronicizza possono aversi disturbi psichici come deficit di memoria, stato confusionale e di agitazione (sindrome di Korsakov).
Nella polinevrite postdifterica si ha compromissione dei muscoli del palato, della faringe, dell’esofago e del muscolo ciliare; in quelle da arsenico e da piombo sono colpite soprattutto le fibre dei muscoli delle mani e dei piedi, in particolare degli estensori.
Diagnosi
Da un lato è importante capire la causa collegata alla sofferenza dei nervi, se non è già nota. Per farlo si usano analisi del sangue, TAC, risonanze e altri esami più specificatamente neurologici (per esempio l’elettromiografia o la biopsia del nervo) in modo da verificare anche le caratteristiche dell’infiammazione in atto (se è motoria, sensoriale o mista).
La cura
Si interviene sia sulle cause (quindi la terapia può essere molto diversa da caso a caso) sia sui sintomi. Per la cura dei sintomi sono disponibili farmaci, la cui azione antidolorifica differisce da quella dei farmaci indicati in caso di dolore derivante da un trauma. Si usano per esempio antiepilettici (gabapentin e pregabalin), antidepressivi (amitriptilina, doxepina, nortriptilina ecc.), oppioidi (come il tramadolo) e la capsaicina in crema. Un compito abbastanza arduo per i medici è l’esatto dosaggio dei farmaci perché la risposta è tipicamente soggettiva.
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