Periartrite è un termine generico con il quale si indica un processo infiammatorio o degenerativo o di natura mista che colpisce i tessuti periarticolari (borse sierose, tendini, tessuto connettivo ecc.). Le forme più note sono la periartrite scapolo-omerale (nota comunemente come periartrite della spalla) e la periartrite dell’anca.
Periartrite è un termine frequentemente usato nella pratica medica quotidiana, ma, in molti lavori in ambito nazionale e internazionale è spesso sostituito dal termine periartropatia. Vediamo il perché di questa scelta. Come si evince dalla definizione riportata in apertura di articolo, con periartrite si fa riferimento sia a fenomeni infiammatori sia a fenomeni degenerativi il che, a rigor di logica, appare quantomeno improprio. In un recente passato si è quindi proposto di utilizzare la denominazione periartrosi per le forme degenerative riservando periartrite alle forme di tipo flogistico. Il suggerimento però non ha avuto eclatanti riscontri in ambito medico, di qui la proposta di una terminologia più generica (periartropatia), e sostanzialmente più corretta, che potesse riferirsi a entrambe le eventualità.
Tra l’altro, per amor di verità, è giusto segnalare che spesso, in luogo di periartrite si usano locuzioni quali reumatismi abarticolari, reumatismi periarticolari, reumatismi pararticolari, reumatismi extrarticolari o reumatismi dei tessuti molli.
Dopo questa premessa, necessaria a fare chiarezza sulla varia terminologia utilizzata per indicare la patologia in questione, passiamo a trattare le due forme di periartrite di più comune riscontro, quella della spalla (scapolo-omerale) e quella dell’anca, non senza ricordare che la patologia in questione può interessare qualunque distretto articolare.
Periartrite della spalla – Le forme
La periartrite scapolo-omerale (anche malattia di Duplay o, più comunemente periartrite della spalla) è una delle patologie reumatiche più frequenti. Interessa entrambi i sessi, anche se sono i soggetti di sesso femminile quelli più colpiti dalla patologia. La malattia si manifesta generalmente nel lasso di tempo compreso tra i 40 e i 60 anni d’età.
La maggior parte degli autori considera 4 forme cliniche di periartrite della spalla:
- periartrite scapolo-omerale acuta (detta anche spalla dolorosa acuta)
- spalla di Milwaukee
- periartrite scapolo-omerale cronica semplice (detta anche spalla dolorosa semplice)
- periartrite scapolo-omerale cronica anchilosante (detta anche spalla bloccata o spalla gelata).
Queste forme della patologia possono trasformarsi l’una nell’altra in tempi abbastanza rapidi.
La periartrite acuta si manifesta in modo improvviso con un dolore violento che immobilizza parzialmente o totalmente la spalla e che viene esacerbato da gesti banali quali pettinarsi, sollevare il braccio lateralmente, portare il braccio dietro la schiena ecc.
La manifestazione del problema avviene solitamente dopo un intervallo variabile da uno a sette giorni dall’evento scatenante che può essere di varia natura (uno sforzo, un trauma, un ictus, un infarto, un’esposizione prolungata al freddo ecc.).
Il dolore è continuo e solitamente tende a peggiorare durante le ore notturne tanto da impedire, in molte occasioni, di riposare opportunamente. In alcuni casi le sensazioni dolorose possono estendersi fino al dorso della mano. L’esame obiettivo rivela che la derivazione del dolore è l’articolazione della spalla in quanto in adduzione essa risulta bloccata e i tentativi di muoverla provocano un’esacerbazione del dolore. La sintomatologia dolorosa può venire mitigata con l’applicazione di ghiaccio.
I farmaci utilizzati per sedare il dolore sono gli analgesici (paracetamolo, codeina fosfato, tramadolo ecc.) e i FANS (diclofenac, ketorolac, ketoprofene ecc.).
Trascorsi alcuni giorni il dolore tende a ridursi; occorrono alcune settimane per passare dalla fase di periartrite acuta a quella di tendinite cronica semplice.
Trascorsa una settimana circa il medico può decidere di prescrivere iniezioni di corticosteroidi nelle zone dolenti dopodiché sarà possibile intraprendere una terapia riabilitativa. In casi di periartrite acuta particolarmente gravi può essere necessaria un’iniezione intrarticolare nella fase iniziale della patologia.
La spalla di Milwaukee è una forma di periartrite poco comune; interessa in particolar modo donne anziane. È un’artropatia a carattere distruttivo, spesso bilaterale, che si associa a deposizione di fosfato basico di calcio, rottura della cuffia dei rotatori e versamento articolare. Le manifestazioni cliniche più importanti della patologia (dolore, tumefazione e perdita della funzionalità) vengono controllate nelle fasi iniziali attraverso la somministrazione di farmaci antidolorifici e FANS.
Il trattamento farmacologico prevede anche iniezioni di bupivacaina cloridrato, metilprednisolone acetato, metilprednisolone sodio succinato e acido ialuronico.
In seguito dovranno essere messi in atto interventi più invasivi (artrocentesi o irrigazioni intra-articolari a base di soluzioni fisiologiche). In casi particolarmente gravi è necessario ricorrere, ove possibile, al trattamento chirurgico (artroprotesi).
La periartrite cronica semplice è probabilmente la tipologia di periartrite scapolo-omerale che si riscontra con maggiore frequenza. Tende generalmente a instaurarsi in modo graduale, anche se è possibile che rappresenti l’evoluzione di una forma acuta.
Si manifesta con dolori acuti e improvvisi alla spalla che nascono solo in seguito a determinati movimenti (per esempio infilarsi un cappotto o allacciarsi un reggiseno); in alcuni casi il dolore si acutizza durante le ore notturne facendo degradare la qualità del riposo. A riposo la dolenzia è minima o addirittura inesistente; dal momento che il dolore si manifesta soltanto con movimenti ben precisi il soggetto tende a evitarli il più possibile; il problema principale di questa strategia è che il soggetto non è in grado di vestirsi o spogliarsi senza l’aiuto di un’altra persona e per di più gli è impossibile riposare sul fianco corrispondente alla zona malata. Il processo evolutivo di questa forma di periartrite non discosta molto da quello della periartrite acuta. La patologia guarisce lentamente lasciando spesso come esito una limitazione dei movimenti più o meno accentuata.
La terapia della forma cronica semplice consiste in iniezioni di farmaci corticosteroidei sia locali sia nei punti di maggiore dolorabilità.
La periartrite cronica anchilosante è un processo fibrotico della capsula articolare associato a retrazione cicatriziale. Molto spesso rappresenta il processo finale di una periartrite di tipo acuto, ma non è raro il suo riscontro iniziale come forma cronica, in particolar modo in donne anziane.
I soggetti affetti da questa forma della malattia non sono in grado di compiere movimenti banali quali il pettinarsi, mettere o togliere gli abiti, allacciare il reggiseno ecc. A riposo non si hanno manifestazioni dolorose, ma la spalla risulta bloccata (si parla infatti di spalla gelata).
La periartrite cronica anchilosante non è facile da trattare, spesso, infatti, la risposta alla terapia è scarsa o nulla. Nei casi più gravi si può ricorrere a un programma di mobilizzazione assistita oppure al trattamento chirurgico (artroprotesi).
La locuzione periartrite dell’anca è piuttosto generica e di solito la si usa o per indicare una serie di patologie non sempre facilmente distinguibili fra loro o per indicare una loro contemporanea associazione, ovvero la borsite del gran trocantere, la tendinite del grande gluteo e del piccolo e del medio gluteo e la fascite della fascia lata.
La periartrite dell’anca è una delle più comuni cause di dolore all’anca. Per questioni anatomiche (maggiore larghezza del bacino e conseguente aumento di tensione delle strutture tendinee) ne sono maggiormente interessati i soggetti di sesso femminile.
Le cause che possono provocare la patologia sono generalmente da ricercarsi o in sforzi ripetuti che interessano i muscoli dell’anca come può capitare nell’ambito di determinate professioni o attività sportive (per esempio la corsa) oppure in alcune condizioni patologiche che determinano alcune modifiche delle dinamiche articolari dell’anca (per esempio artrite reumatoide, coxartrosi, dismetria degli arti inferiori ecc.).
La sintomatologia è caratterizzata generalmente da una dolenzia nella parte esterna superiore della coscia; di norma il dolore non è particolarmente intenso, ma è permanente e tende ad acutizzarsi quando si compiono determinati movimenti (accavallamento delle gambe, salire e scendere dalle scale ecc.). Nei casi di maggior gravità è spesso frequente il caratteristico segno clinico noto come “zoppia di fuga”, un meccanismo protettivo che il soggetto mette in atto per avvertire meno dolore (il soggetto cerca di non caricare troppo sull’arto dolente e accorcia la fase di appoggio).
In molti casi per diagnosticare la periartrite dell’anca è sufficiente una visita specialistica che potrà richiedere una radiografia per verificare che non siano presenti eventuali depositi di calcio oppure per verificare che la dolenzia non sia attribuibile ad un’altra patologia dell’anca.
La terapia si avvale in primis del riposo; si deve cioè astenersi da quelle attività, professionali o amatoriali, che sollecitano l’arto dolente; nella fase acuta è di una certa utilità la crioterapia (applicazioni di ghiaccio di circa 20 minuti ripetute per alcune volte al giorno); per ridurre la sintomatologia dolorosa possono essere prescritti farmaci analgesici e/o antinfiammatori. Alcuni autori suggeriscono anche di effettuare esercizi di stretching e ricorrere a terapie quali la ionoforesi, la laserterapia e gli ultrasuoni. Nel caso i vari interventi non siano in grado di ridurre la sintomatologia dolorosa, lo specialista potrebbe consigliare il ricorso a infiltrazioni con cortisonici.
Indice materie – Medicina – Sintomi – Periartrite