L’otite è un processo infiammatorio di tipo acuto o cronico, a carico dell’orecchio provocato da germi patogeni di tipo diverso che si possono localizzare in corrispondenza di tale organo sia in modo diretto sia in modo indiretto.
A seconda della parte dell’orecchio che viene colpita dall’infiammazione le otiti si distinguono in:
- otiti esterne od otiti dell’orecchio esterno
- otiti medie od otiti dell’orecchio medio
- otiti interne od otiti dell’orecchio interno o anche labirintiti.
Otite esterna – Cause
L’otite esterna è un processo infiammatorio che colpisce il condotto uditivo. L’infezione può essere localizzata e manifestarsi, per esempio, sotto forma di foruncolo, se invece l’infezione interessa l’intero condotto uditivo si parla di otite esterna diffusa; quest’ultima rappresenta circa il 25-50% delle patologie infiammatorie a carico dell’orecchio; tende a presentarsi soprattutto durante le stagioni più calde (spesso l’otite esterna è legata al nuoto).
Le cause di un’otite esterna possono essere molteplici. Essa infatti può essere di origine batterica o micotica. L’otite esterna è molto diffusa nei bambini che passano molto tempo a nuotare (ma anche negli adulti che praticano immersioni e nuotano a lungo) perché spesso l’eccessiva umidità dell’orecchio può dar luogo a irritazioni che portano alla lacerazione della cute che riveste il condotto facilitando l’attacco batterico o micotico. Ovviamente tali lacerazioni possono essere dovute ad altri motivi come per esempio un’eccessiva secchezza della cute, una pulizia dell’orecchio non effettuata con la necessaria cautela, l’inserimento di corpi estranei ecc.
Un’altra causa può essere il pus provocato da un’infezione a carico dell’orecchio medio; il pus che si accumula in quest’ultimo può passare nel condotto uditivo attraverso un foro del timpano provocando l’otite esterna.
Otite esterna – Sintomi
Il principale sintomo dell’otite esterna è il dolore all’orecchio che può essere anche molto intenso e può acutizzarsi al tatto. Talvolta si può avere una sensazione di orecchio “pieno” causato dal gonfiore del condotto uditivo, l’orecchio esterno può essere arrossato e/o gonfio; i linfonodi vicini all’orecchio possono essere gonfi e più sensibili del normale. In qualche occasione possono verificarsi perdite liquide o semiliquide dal condotto; tali perdite possono essere di colore trasparente oppure più opache, simili a perdite purulente. La capacità uditiva può risultare temporaneamente ridotta nel caso che i fluidi o il gonfiore presenti nel condotto non permettano il regolare passaggio delle onde sonore. La febbre è un evento alquanto raro, ma possibile.
Otite esterna – Cura
L’approccio terapeutico varia a seconda della gravità del processo infettivo e del dolore che viene avvertito. Se l’infezione non è particolarmente grave sono sufficienti antibiotici in gocce e, eventualmente, corticosteroidi per ridurre l’eventuale gonfiore presente nel condotto. Generalmente, i farmaci antibiotici in gocce devono essere somministrati per un periodo che va dai 7 ai 10 giorni. È consigliabile, prima di iniziare la somministrazione delle gocce, procedere a una pulizia delicata degli eventuali prodotti di rifiuto presenti nell’orecchio.
Nei casi più gravi potrebbe essere necessaria la somministrazione di antibiotici orali; è buona norma inoltre effettuare una coltura di un campione dei fluidi prelevati dall’orecchio per poter meglio indirizzare la strategia terapeutica. Alla cura antibiotica (derivati della penicillina o delle cefalosporine) può essere associata la somministrazione di farmaci analgesici.
A seconda dei casi, se il medico lo ritiene opportuno (presenza di edema esteso) si possono somministrare farmaci antinfiammatori steroidei.
Nella stragrande maggioranza dei casi il paziente avverte un miglioramento nel giro di un paio di giorni per poi rimettersi completamente nel giro di 10 giorni al massimo. È fondamentale, durante tutto il periodo della terapia, fare attenzione a non bagnarsi le orecchie.
L’otite esterna non va assolutamente trascurata dal momento che il dolore potrebbe aumentare considerevolmente e, ancora peggio, l’infezione potrebbe diffondersi.
Nei bambini piccoli, più soggetti all’otite rispetto agli adulti, è possibile tentare una forma preventiva, sempre che il pediatra lo ritenga opportuno, mettendo nell’orecchio lavato alcune gocce di farmaci appositi.
Chi frequenta spesso le piscine dovrebbe, dopo l’attività, permettere la fuoriuscita dell’acqua dalle orecchie piegando la testa e procedere successivamente a una delicata, ma accurata asciugatura.
Otite media
Si veda Otite media.
Otite cronica colesteatomatosa
Si veda Colesteatoma.
Otite media e bambini
Come già accennato nei paragrafi precedenti, l’otite media è una patologia che spesso colpisce i bambini, in particolar modo quelli di età inferiore ai quattro anni. Generalmente il problema è di tipo acuto; questa tipologia di otite è caratterizzata dalla presenza di fluidi, spesso purulenti, tant’è che spesso di parla di otite catarrale.
I motivi di questa maggior frequenza della patologia in questa fascia di età sono diversi; uno di essi è rappresentato dal fatto che nei bambini piccoli le trombe di Eustachio sono più corte e orizzontali rispetto a quelle della persona adulta e conseguentemente i batteri e virus possono penetrare e permanere nell’orecchio più facilmente. Oltre a essere più corte e orizzontali, le trombe di Eustachio sono anche meno rigide e più strette e, di conseguenza, le ostruzioni sono più frequenti.
Fra i fattori favorenti l’otite media inoltre vanno segnalati l’esposizione al fumo di sigaretta, la frequenza di asili o scuole materne e l’allattamento artificiale.
Il sesso maschile risulta essere quello più colpito da otite media; la frequenza della patologia è inoltre maggiore in quei bambini in cui sono presenti precedenti casi di infezioni dell’orecchio.
L’otite media si registra inoltre con maggior frequenza nelle stagioni più fredde, quando le infezioni a carico delle vie aree superiori si verificano più comunemente.
I sintomi dell’otite media nei bambini piccoli possono essere estremamente vari; il dolore all’orecchio (otalgia) può essere più o meno accentuato ed è dovuta essenzialmente alla pressione che il fluido che si accumula nell’orecchio medio può esercitare sul timpano. Nei bambini più grandicelli il problema può essere più facilmente identificato perché essi sono in grado di comunicarlo direttamente o comunque di farlo capire con i gesti; se invece l’otite colpisce bambini molto piccoli, non sempre è agevole rendersi conto del problema perché i segnali che il bambino lancia possono essere molto generici (irritabilità, pianto più frequente, problemi nel dormire, perdita dell’appetito ecc.).
Nel caso che la pressione esercitata dal fluido presente nell’orecchio medio sia particolarmente elevata, può verificarsi la rottura del timpano; in questo caso il liquido può fuoriuscire, la pressione si riduce e il dolore tende a diminuire.
L’accumulo del liquido nell’orecchio provoca anche il blocco delle onde sonore e, conseguentemente, possono verificarsi temporanei problemi dell’udito; spesso il bambino tende a parlare a voce più alta e ad alzare il volume delle sorgenti sonore (stereo, televisione ecc.).
Altri segni e sintomi che possono essere presenti sono febbre, nausea, vertigini, vomito. L’otite catarrale non è l’unica forma di otite media che può colpire i bambini; un’altra forma per esempio è l’otite sierosa.
A differenza dell’otite catarrale, quella sierosa è spesso asintomatica o quasi (alcuni bambini subiscono una temporanea riduzione della propria capacità uditiva che spesso passa inosservata).
Nel caso si sospetti la presenza di otite media è necessario sottoporre il bambino a una visita medica; l’esame dell’orecchio viene effettuato con l’aiuto di un otoscopio.
La guarigione da un’otite media è generalmente spontanea e avviene di solito nel giro di pochi giorni; se il medico ritiene opportuno iniziare una terapia con antibiotici, molto probabilmente consiglierà un ciclo di circa 7-10 giorni a seconda dell’età (cicli più lunghi nei bambini molto piccoli e più brevi in quelli di età superiore ai sei anni).
Nonostante la terapia antibiotica, in alcuni casi i fluidi accumulatisi nell’orecchio medio possono rimanervi anche per diversi mesi.
Otite interna
L’otite interna è una forma che interessa la coclea (nota anche come chiocciola) e i canali semicircolari (sono tre e costituiscono parte del labirinto osseo e del labirinto membranoso).
Le otiti interne, dette anche labirintiti, sono generalmente il risultato di precedenti otiti medie; più raramente sono causate da altre patologie o da intossicazioni.
Un’otite interna può manifestarsi sia in modo acuto che cronico con una raccolta sierosa o purulenta.
I sintomii non sono banali; il più caratteristico è forse la sensazione di vertigine che frequentemente è molto accentuata e che, a sua volta, dà luogo a una sensazione di malessere generale associata a cefalea, pallore, sudorazione profusa, disturbi dell’equilibrio, tachicardia, nausea e nistagmo. Tipicamente sono presenti ipoacusia e acufeni.
La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. La compressione di aria nel condotto causa una tipica crisi vertiginosa oggettiva con comparsa di nistagmo. A seconda dei casi potrebbero essere richiesti dal medico una risonanza magnetica nucleare o una TAC allo scopo di valutare con esattezza le condizioni dell’orecchio interno nonché un esame audiometrico per misurare l’entità della perdita uditiva.
Per approfondire l’argomento e avere notizie dettagliate sulle possibilità di trattamento di questa forma della patologia si rimanda al nostro articolo Labirintite.
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