L’onicomicosi (micosi delle unghie) è un’infezione a carico delle unghie (più precisamente delle lamine ungueali), sia delle mani che dei piedi, provocata da diverse tipologie di agenti patogeni quali dermatofiti, lieviti e muffe non dermatofite. Viene anche definita come Tinea unguium.
L’onicomicosi è un processo infettivo che provoca ispessimento e deformità delle unghie oltre a una certa modificazione cromatica.
Le onicomicosi rappresentano circa la metà di tutte le patologie che colpiscono le unghie. Fra i fattori di rischio a essa legati vi sono l’età avanzata, l’ereditarietà, la familiarità, un cattivo stato di salute generale (i diabetici, per esempio, sono spesso colpiti dalla patologia in questione e peraltro in questi soggetti è concreto il rischio di complicazioni più gravi), i traumi nella zona ungueale, il clima caldo-umido, l’utilizzo frequente di docce pubbliche o di piscine, problemi a livello di sistema immunitario di vario tipo ecc. Altri fattori predisponenti allo sviluppo di micosi nella zona delle unghie sono il piede d’atleta e la psoriasi.
Le statistiche mostrano inoltre che sono soprattutto i maschi a essere colpiti dalla patologia.
L’onicomicosi può verificarsi con una certa frequenza nei soggetti che praticano sport (da un’indagine di alcuni anni fa condotta su giocatori di pallacanestro è emerso che almeno il 70% degli atleti è stato colpito da questa fastidiosa forma infettiva) perché le loro unghie sono continuamente sottoposte a microtraumi e sono spesso mantenute in un ambiente consono allo sviluppo dei parassiti (scarpe calde e sudate, spogliatoi comuni, acqua delle piscine ecc.).
L’onicomicosi, patologia caratterizzata da una notevole contagiosità e che molto raramente si risolve in maniera spontanea, può avere, a seconda della gravità del quadro, un notevole impatto sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto; vista la natura della malattia e l’effetto visivo che essa può provocare può incidere non poco nelle relazioni interpersonali. Nei casi più seri, il soggetto può arrivare a vere e proprie forme ansiose.
Cause di onicomicosi
Nella stragrande maggioranza dei casi (dall’85 al 90% circa) l’agente responsabile dell’onicomicosi è da ricercarsi nei dermatofiti*; quelli principalmente coinvolti sono il Trichophyton rubrum e il Trichophyton mentagrophytes; più raramente la patologia è da imputarsi a lieviti, muffe non dermatofite e Candida.
Le onicomicosi da lieviti interessano soprattutto quelle categorie di lavoratori che tengono molto a lungo le dita immerse nell’acqua (baristi, casalinghe, itticultori ecc.).
Le forme di micosi delle unghie causate da muffe opportuniste quali, per esempio, Scopulariopsis brevicaulis e Aspergillus spp. si osservano in soggetti anziani e simulano clinicamente le onicomicosi da dermatofiti.
Stranamente, è luogo comune pensare che le micosi alle unghie colpiscano soprattutto l’alluce del piede, probabilmente perché nelle altre dita sono meno visibili.
Patologie associate
Molto spesso, sono associate all’onicomicosi altre patologie di tipo infettivo quali la Tinea cruris (un’infezione micotica all’inguine), la Tinea corporis (una micosi cutanea che colpisce le parti del corpo che sono prive di peli) e la Tinea pedis, patologia comunemente nota come piede d’atleta.
Tipologie e manifestazioni
Esistono diverse tipologie di onicomicosi; generalmente si distinguono quattro forme principali di onicomicosi:
- onicomicosi subungueale distale
- onicomicosi bianca superficiale
- onicomicosi subungueale prossimale
- onicomicosi da Candida.
Vi è poi l’onicomicosi totale distrofica, caratterizzata dalla totale distruzione del corpo ungueale e che può essere la conseguenza diretta di una delle forme di onicomicosi sopracitate.
L’onicomicosi subungueale distale è la forma che si registra con più frequenza; può colpire sia le unghie delle mani che quelle dei piedi, anche contemporaneamente. È sempre associata a una forma di piede di atleta più o meno seria. L’agente responsabile è generalmente il Trichophyton rubrum. In questa forma di onicomicosi si hanno ipercheratosi subungueale e onicolisi (distacco della lamina ungueale dalla sua normale posizione). Nella parte centrale della lamina sono inoltre presenti striature di colore giallastro. Si ritiene che alla base della comparsa di questo tipo di onicomicosi vi siano fattori di carattere ereditario.
L’onicomicosi bianca superficiale non è particolarmente frequente (circa il 10% dei casi). Questa tipologia di onicomicosi si presenta generalmente alle unghie dei piedi ed è provocata da agenti fungini che invadono lo strato superficiale del corpo delle unghie; in conseguenza di ciò si verifica la formazione di chiazze opache con bordi di colore bianco nettamente definiti. Man mano che l’infezione avanza le chiazze arrivano a unirsi ricoprendo tutta la superficie dell’unghia; questa diventa ruvida e anche piuttosto fragile, tant’è che si può sbriciolarsi con una certa facilità. L’agente micotico generalmente responsabile dell’onicomicosi bianca superficiale è il Trichophyton mentagrophytes.
L’onicomicosi subungueale prossimale è la forma più rara della malattia, ma è sicuramente la più significativa in quanto si presenta solitamente nei soggetti immunodepressi, in particolar modo negli HIV positivi. L’agente infettivo responsabile è generalmente il Trichophyton rubrum; questo inizia la sua invasione partendo dalla plica ungueale prossimale, interessa la matrice ungueale e in seguito anche la lamina; se non trattata in modo adeguato, questa onicomicosi può portare alla perdita totale dell’unghia. Colpisce in egual misura le unghie dei piedi e quelle delle mani.
L’onicomicosi da Candida può svilupparsi in quei soggetti che sono affetti da candidosi cronica e anche nei bambini piccoli che sono soliti succhiarsi il dito. L’agente patogeno (solitamente si tratta di Candida albicans, ma, seppur raramente, possono essere coinvolte altre specie di Candida) può invadere le unghie che presentano precedenti danneggiamenti a causa di traumi o di processi infettivi.
L’onicomicosi totale distrofica può essere la naturale conseguenza di una delle forme di onicomicosi citate poco prima. La patologia porta alla distruzione completa del corpo ungueale.
Diagnosi di onicomicosi
Il sospetto di onicomicosi deve essere confermato attraverso l’osservazione microscopica diretta e l’esame colturale; quest’ultimo viene effettuato previo prelievo di frammenti dell’unghia. Il prelievo necessario per la coltura può essere fatto soltanto se si sono sospese da almeno due settimane le cure a base di antimicotici. Attraverso l’esame colturale si è in grado di identificare con esattezza il fungo responsabile dell’infezione e conseguentemente si può scegliere il tipo di terapia più adeguato. L’esame non è fastidioso, ma i tempi di risposta non sono particolarmente brevi (occorrono infatti circa trenta giorni per la comunicazione dell’esito). Non sempre la coltura micotica risulta positiva e ciò rappresenta un indubbio problema diagnostico. In casi particolari può essere necessario il ricorso all’esame istologico, una metodica invasiva che può essere abbastanza fastidiosa.
La diagnosi differenziale si pone generalmente con l’onicopatia psoriasica e con l’onicopatia da lichen planus; altre onicopatie che possono essere confuse con onicomicosi sono le onicopatie batteriche, le onicodistrofie (patologie che interessano più frequentemente l’unghia del pollice e dell’alluce che tendono a rompersi e a scheggiarsi) e la sindrome delle unghie gialle (una condizione invero piuttosto rara definita dal colore giallo-verdastro delle unghie e associata a linfedema e/o manifestazioni respiratorie croniche).

L’onicomicosi è una patologia particolarmente contagiosa
Prevenzione
La prevenzione passa in primis da una corretta igiene; ciò può aiutarci infatti a limitare, per quanto possibile, la proliferazione degli agenti patogeni. Oltre a un’accurata igiene di mani e piedi, è bene prestare attenzione anche all’asciugatura.
Notevole importanza hanno anche le calzature e i calzini che devono assicurare una buona traspirazione e una buona ventilazione. Il cambio dei calzini poi dovrebbe essere effettuato con una certa frequenza per evitare, a causa della sudorazione, che i piedi restino umidi troppo a lungo.
Vista la notevole contagiosità dell’onicomicosi è consigliabile che i frequentatori di piscine e docce pubbliche evitino, per quanto possibile, il contatto diretto con la superficie di questi luoghi.
Per la prevenzione delle micosi delle unghie viene spesso consigliata l’applicazione sulle unghie di olio essenziale di Melaleuca alternifolia, rimedio erboristico meglio noto come tea tree oil.
Terapia dell’onicomicosi
La scelta della terapia dipende sostanzialmente dalla forma della patologia, dalla serietà del quadro clinico e dal numero di unghie che sono state colpite dall’infezione. A seconda della tipologia di onicomicosi può essere necessaria una terapia di tipo orale, anziché topica, che deve essere protratta per circa due mesi.
Il tasso di recidive è piuttosto alto.
Tra i farmaci più utilizzati ricordiamo:
- la terbinafina è un farmaco che ha dimostrato una certa efficacia ed è privo di rilevanti effetti collaterali tant’è che non crea particolari problemi anche in caso di utilizzo prolungato. Occorre però una certa cautela nell’uso di questo farmaco in quei soggetti che sono affetti da problemi di tipo epatico.
- L’itraconazolo, un farmaco fungostatico che agisce riducendo la velocità di crescita delle cellule micotiche. Viene solitamente prescritto in modo intermittente (per esempio una settimana al mese per un periodo di tre mesi).
- Il fluconazolo, come l’itraconazolo, ha effetti fungostatici. Viene somministrato una volta alla settimana per lunghi periodi di tempo. I dosaggi devono essere modificati in quei soggetti che hanno una funzionalità renale alterata e in coloro che assumono altri tipi di farmaci. Occorre una certa cautela nell’uso di questo farmaco in quei soggetti che sono affetti da problemi di tipo epatico.
- Il miconazolo viene spesso utilizzato nelle onicomicosi da Candida.
- Il ketoconazolo in forma orale ha mostrato una certa efficacia nel trattamento delle micosi, ma è caratterizzato da una certa epatotossicità; nelle forme meno gravi si può ricorrere alla crema al 2%.
- Il ciclopyrox, un farmaco caratterizzato da un ampio spetto di attività antifungina. Viene utilizzato anche nel trattamento di Candida, piede d’atleta, Tinea corporis, Tinea cruris ecc.
- L’amorolfina, sotto forma di smalto, ha mostrato una notevole azione fungicida e fungostatica.
- I tolnaftati sono una classe di farmaci che agiscono selettivamente contro infezioni cutanee causate da Trichophyton ed Epidermophyton. Non agiscono però contro le onicomicosi da Candida albicans. Sotto forma di crema, soluzione o polvere vanno applicati due volte al giorno, sulla lamina interessata dall’infezione, fino a quando il problema non si è completamente risolto.
- La griseofulvina è il principio attivo maggiormente utilizzato nella terapia dell’onicomicosi nei bambini, tuttavia la sua efficacia è variabile e le ricadute sono piuttosto frequenti.
Dal momento che i trattamenti per l’onicomicosi sono generalmente di medio-lunga durata, è consigliabile un periodico controllo (mediamente ogni 5 settimane) di emocromo ed enzimi epatici.
I trattamenti possono essere interrotti quando gli esami microscopici e colturali daranno esisto negativo.
Occorrerà un certo periodo di tempo affinché le unghie colpite da onicomicosi ritornino ad avere il loro normale aspetto.
* I dermatofiti sono un gruppo di funghi cheratinofili, ovvero agenti che parassitano i tessuti cheratinizzati come lo strato corneo dell’epidermide e gli annessi cutanei (i peli, i capelli e le unghie nell’uomo e le penne, le piume i peli, gli zoccoli ecc. negli animali). Le infezioni provocate da questo tipo di funghi vengono dette dermatofitosi.
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