Il neuroblastoma è un tumore maligno di prevalente interesse pediatrico e relativamente raro che origina dai neuroblasti ovvero da cellule nervose immature (sono cellule destinate a diventare neuroni).
Generalmente (nel 70% dei casi circa) si sviluppa a livello addominale, in particolar a ridosso delle ghiandole surrenali; in circa il 20% dei casi lo sviluppo avviene a livello toracico; nel resto dei casi vengono interessati altri distretti come, per esempio, il collo e la pelvi; è decisamente rara l’evenienza che il neuroblastoma si manifesti come tumore primitivo del sistema nervoso centrale.
I neuroblastomi possono dar luogo a metastasi e interessare varie zone dell’organismo fra cui il fegato, le ossa e la cute.
Neuroblastoma infantile
I soggetti maggiormente interessati da questa forma tumorale sono i bambini; il neuroblastoma è infatti il terzo tumore più comune nell’età infantile (è preceduto da leucemie e dai tumori del sistema nervoso centrale); nei bambini di età inferiore ai 5 anni risulta essere il tumore solido più comune; annualmente si ammalano di questo tumore 8 soggetti di età inferiore ai 16 anni su un milione.
Il neuroblastoma colpisce sia maschi che femmine con una leggera prevalenza per i primi.
Neuroblastoma negli adulti
È molto rara, anche se possibile, l’insorgenza di un neuroblastoma negli adolescenti e negli adulti; questi ultimi possono essere interessati invece più comunemente da una variante benigna nota come ganglioneuroma.
Una forma, molto rara, che interessa gli adulti è l’estesioneuroblastoma (anche neuroestesioblastoma); è nota anche come neuroblastoma olfattivo; è un tumore che origina dal neuroepitelio della volta delle fosse nasali; è un tumore molto subdolo e spesso la diagnosi è tardiva; la prognosi è severa.
Cause
Il neuroblastoma è un tumore le cui cause sono tuttora essenzialmente sconosciute (esistono rare forme familiari: 1-2% circa di tutti i neuroblastomi); alcuni studi sembrano indicare che un’esposizione intrauterina a sostanze alcoliche o a farmaci (in particolare fenobarbital e idantoina) oppure una carenza di vitamina B12 possano provocare un aumento del rischio di contrarre questa forma tumorale.
In linea generale, un neuroblastoma insorge per cause genetiche, ma non ereditarie (il tumore si sviluppa cioè a causa di una mutazione genetica che non è stata trasmessa dai genitori).
Neuroblastoma – Sintomi
I sintomi di esordio di un neuroblastoma dipendono in gran parte dalla sede del tumore e dal suo stadio nonché dalle sedi eventualmente interessate da metastasi.
Come detto, la gran parte dei neuroblastomi insorge a livello addominale; in questo caso si riscontrano una massa palpabile, dolore, distensione e gonfiore addominali, diarrea e/o problemi urinari e gonfiore alle gambe.
Nel caso di neuroblastomi a insorgenza toracica o a livello del collo si riscontrano problemi respiratori, dolori toracici, problemi oculari, faccia gonfia, protrusione dei bulbi oculari, segni neri attorno agli occhi, presenza di una massa solida a livello di torace o collo, mal di testa, vertigini, alterazione dello stato di coscienza, difficoltà a muovere gli arti.
In alcuni casi i segni e sintomi sono da attribuirsi a localizzazioni secondarie del tumore; una metastasi epatica, per esempio, può dar luogo ad epatomegalia (ingrossamento del fegato), metastasi alle ossa possono dar luogo a dolori ossei mentre metastasi midollari possono determinare pallore e petecchie in seguito ad anemia e piastrinopenia (calo delle piastrine circolanti).
Al di là della loro localizzazione, la gran parte dei neuroblastomi sono responsabili di sintomi quali malessere generale, perdita dell’appetito e febbre. Generalmente, inoltre, determinano un aumento della produzione di catecolamine; l’incremento in circolo di queste sostanze può determinare calo di peso, sudorazione profusa, arrossamento cutaneo, vampate di calore, tachicardia e rialzo della pressione arteriosa.
Un segno molto particolare del neuroblastoma, in vero non molto comune, è l’atassia opsoclonica-mioclonica (detta anche sindrome degli occhi e dei piedi danzanti), manifestazione caratterizzata da rapidi movimenti oculari, spasmi muscolari e difficoltà di coordinamento quando il piccolo staziona in posizione eretta o sta camminando.
Nella gran parte dei casi, quando i sintomi iniziano a farsi particolarmente evidenti, c’è la forte possibilità che il neuroblastoma abbia dato origine a metastasi.
Una delle complicanze importanti del neuroblastoma è la sindrome paraneoplastica; con tale terminologia si fa riferimento a tutto un insieme di disturbi che sono legati alla presenza del tumore e che può verificarsi a prescindere dalla presenza o no di metastasi tumorale. I soggetti colpiti dalla sindrome possono accusare problemi anche in distretti corporei molto distanti dalla zona nella quale è insorto il tumore.

Decisamente rara è l’evenienza che il neuroblastoma si manifesti come tumore primitivo del sistema nervoso centrale.
Diagnosi
La diagnosi di neuroblastoma richiede diverse tipologie di esame. In primis è necessario un esame obiettivo particolarmente accurato; dal momento che la gran parte dei soggetti colpiti da neuroblastoma sono bambini molto piccoli è di fondamentale importanza la collaborazione dei genitori.
Devono poi essere eseguiti vari esami del sangue ed esami delle urine ricercando in primo luogo la presenza di catecolamine.
Per verificare se il tumore è presente e se si è eventualmente diffuso in organi diversi è necessario ricorrere agli esami di diagnostica per immagini quali radiografia, TAC, risonanza magnetica, ecografia, PET, scintigrafia e scansione con metaiodobenzilguanidina, prelievo del midollo osseo da sedi differenti.
Test fondamentale è la biopsia (prelievo di un campione di cellule provenienti dalla massa tumorale) che dà la certezza della diagnosi e con la quale è possibile valutare lo stadio di gravità del tumore.
La diagnosi differenziale si pone con il tumore di Wilms (nefroblastoma), il rabdomiosarcoma, l’epatoblastoma (il tumore epatico più frequente in età pediatrica), le masse renali, i linfomi e i tumori che originano dall’apparato genitale.
Seppur raramente, esiste la possibilità di diagnosticare, tramite un controllo ecografico, un neuroblastoma quando ancora il bambino non è nato; in generale, comunque, l’età media dei pazienti al momento della diagnosi va da 1 a 2 anni circa (nel 95% dei casi di neuroblastoma, la diagnosi viene effettuata prima che il bambino compia i 5 anni).
Non mancano in letteratura casi di remissioni spontanee del tumore (diagnosi effettuata prima della nascita o nelle prime settimane di vita).
Stadi del tumore
Nei neuroblastomi si distinguono quattro gradi di gravità.
Un neuroblastoma allo stadio I rappresenta la forma meno grave della patologia; si tratta di una neoplasia localizzata in una determinata area che si presta bene alla rimozione chirurgica totale.
I neuroblastomi allo stadio II sono tumori localizzati e poco diffusi; alcuni di essi (stadio IIA) non sono completamente asportabili, mentre altri possono essere rimossi totalmente (stadio IIB).
Un neuroblastoma allo stadio III si trova in una fase piuttosto avanzata; le sue dimensioni sono notevoli e non è possibile rimuoverlo chirurgicamente; non è detto però che abbia ancora dato luogo a processi metastatici.
L’ultimo stadio è il IV, si distinguono due sottotipi, lo stadio IVM e lo stadio IVS; un neuroblastoma allo stadio IVM è il più grave in assoluto; è di notevoli dimensioni e ha dato luogo a metastasi in diverse parti dell’organismo ed è molto difficile da trattare.
I neuroblastomi allo stadio IVS sono tumori gravi, ma spesso possono essere trattati con successo; colpiscono tipicamente i bambini di età inferiore ai 12 mesi; hanno un comportamento molto anomalo tant’è che in alcuni casi possono guarire spontaneamente senza che venga effettuato un qualsiasi tipo di intervento.
Neuroblastoma – Cura
La cura di un neuroblastoma dipende essenzialmente dallo stadio in cui si trova e dalla sua velocità di accrescimento.
I mezzi a disposizione sono quelli utilizzati in moltissimi tipi di tumore ovvero la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia; in molti casi è necessario ricorrere alla loro combinazione.
Chirurgia – La chirurgia ha un ruolo fondamentale nel trattamento del neuroblastoma alla diagnosi e dopo l’effettuazione dei trattamenti chemioterapici.
Gli obiettivi della chirurgia all’esordio sono molteplici ovvero definire la diagnosi, acquisire tessuto per gli studi biologici e rimuovere la massa tumorale, possibilmente in modo completo.
Nel caso in cui non sia possibile l’asportazione radicale del tumore (o comunque lo sia soltanto con il sacrificio di strutture importanti), l’intervento dovrà essere eseguito dopo il trattamento chemioterapico, eventualmente con il sacrificio di una rimozione parziale di una struttura importante se ciò permette l’asportazione radicale del tumore.
Radioterapia – Il neuroblastoma è un tumore radiosensibile, ma sfortunatamente non è un tumore che può essere guarito con il ricorso a questa sola metodica, non è cioè un tumore radio-guaribile. Attualmente la radioterapia è indicata soltanto nel caso di soggetti allo stadio 4 e nel caso di neuroblastomi localizzati inoperabili in soggetti di età inferiore ai 24 mesi al momento della diagnosi, al termine del trattamento di chemioterapia e dopo l’intervento chirurgico differito.
Chemioterapia – La chemioterapia rappresenta sicuramente l’arma più utilizzata nel caso di neuroblastomi metastatici e di neuroblastomi localizzati non operabili alla diagnosi; alla chemioterapia si ricorre inoltre nel caso di soggetti a minor rischio che presentino segni e sintomi di una certa importanza.
Neuroblastoma – Prognosi
I fattori che influiscono maggiormente sulla prognosi del neuroblastoma sono l’età (un’età inferiore ai 18 mesi è un favorevole fattore prognostico), lo stadio del tumore (più avanzato è il tumore, minori sono le possibilità di prognosi favorevole) e lo stato di amplificazione del gene N-MYC (il primo marker molecolare neuroblastoma-specifico a essere identificato come prognosi sfavorevole indipendentemente dall’età e dallo stadio del tumore).
Negli ultimi anni la prognosi del neuroblastoma è decisamente migliorata, in particolar modo grazie alle nuove metodiche di radioterapia e all’utilizzo di nuovi farmaci chemioterapici.
Il paziente viene dichiarato completamente guarito quando non presenterà segni di ripresa del tumore dopo 5 anni dalla sospensione delle terapie.
Neuroblastoma – Sopravvivenza
Negli ultimi decenni la sopravvivenza relativa al neuroblastoma è decisamente migliorata, anche se ancora non può essere considerata soddisfacente; purtroppo i fattori che la influenzano sono davvero molti e si passa da una sopravvivenza a 5 anni in circa il 90% dei casi di un neuroblastoma al primo stadio a una inferiore al 10% nel caso di una forma allo stadio 4 caratterizzata da particolari mutazioni genetiche. Ovviamente, la presenza di metastasi influenza negativamente la sopravvivenza.
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