La miocardite è una patologia infiammatoria che colpisce il muscolo cardiaco; in particolare, il processo infiammatorio interessa il miocardio, ovvero la tonaca muscolare del cuore (ricordiamo che il miocardio è costituito per circa il 70% da fibre muscolari, mentre il restante 30% circa è rappresentato da tessuto connettivo e da vasi sanguigni).
La miocardite non è certo una patologia da sottovalutare; anche se è vero che in molti casi resta asintomatica (priva di sintomi), non è causa di problemi particolari e si risolve senza conseguenze, nei casi più severi, che spesso richiedono l’ospedalizzazione e trattamenti opportuni, si può addirittura arrivare a complicazioni particolarmente gravi quali, per esempio, la necrosi del tessuto cardiaco.
La miocardite può interessare soggetti di qualsiasi età; peraltro, dal momento che in molti casi è asintomatica o scarsamente sintomatica, talvolta, nei giovani adulti sportivi viene diagnosticata soltanto quando avviene un decesso improvviso nel corso di un esercizio fisico (da alcuni studi risulta che circa un quinto delle morti improvvise registrate nei giovani adulti e negli atleti sono conseguenti a miocardite).
Miocardite – Cause
La miocardite può avere diverse cause: infezioni virali, infezioni batteriche, infezioni micotiche, malattie autoimmuni o genericamente infiammatorie, malattia di Chagas (tripanosomiasi americana), abuso di sostanze tossiche e agenti fisici.
Le infezioni virali sono la causa più frequente di miocardite; fra i virus spesso coinvolti vanno ricordati gli adenovirus, il parvovirus B19, i coxsackievirus, gli enterovirus, l’HIV, il virus di Epstein-Barr, il virus dell’epatite C, i poliovirus, i citomegalovirus, il virus varicella-zoster e l’herpesvirus umano 6 (HHV-6).
Anche le infezioni batteriche sono spesso alla base di un’infiammazione del miocardio; fra i patogeni coinvolti si ricordano Leptospira, Clamidia, Micoplasma, Treponema, Streptococco, Neisseria gonorrhoeae, Haemophilus influenzae, Actinomyces, Tropheryma whipplei, Vibrio cholerae e Rickettsia. In casi rari, la miocardite è una delle complicazioni di un’endocardite, patologia a carico delle valvole del cuore e del rivestimento interno delle camere cardiache che è spesso provocata da un’infezione batterica.
La miocardite può essere determinata anche da infezioni fungine; fra i patogeni coinvolti possono esserci Aspergillus, Candida, Criptococco, Histoplasma ecc.
Anche patologie autoimmuni o genericamente infiammatorie (LES, artrite reumatoide, sarcoidosi, sclerodermia, vasculiti sistemiche ecc.) possono causare l’infiammazione del miocardio.
Altra causa possibile è la malattia di Chagas, patologia infettiva causata da un protozoo, il Trypanosoma cruzi; l’infezione viene trasmessa da una puntura di insetto.
Alla base di una miocardite possono esserci anche intossicazioni da metalli pesanti, sostanze chimiche, tossine ecc. Anche l’abuso di alcol può causare la patologia.
Va poi ricordato la causa può essere iatrogena, ovvero causata dall’assunzione di determinati farmaci quali, per esempio, adriamicina, antracicline, antipsicotici, chemioterapici ecc.
In casi più rari, la miocardite si sviluppa in seguito a esposizione a radiazioni, scossa elettrica o iperpiressia.
Miocardite – Sintomi e segni
I segni e i sintomi associati a un processo infiammatorio del miocardio possono essere numerosi e sono legati sia all’infiammazione in sé sia agli effetti secondari di tale processo.
Come già detto, la miocardite, può essere asintomatica o comunque paucisintomatica (ovvero con segni e sintomi spesso insignificanti).
Talvolta il soggetto riferisce una sensazione di malessere generale, ma non avverte segnali che lascino pensare a un coinvolgimento del cuore.
In altre circostanze, invece, ovvero nei casi più severi, la sintomatologia varia a seconda della causa scatenante.
Fra le manifestazioni cliniche possibili vi sono dolore toracico (talvolta particolarmente intenso, descritto dal soggetto come lancinante), irregolarità del ritmo cardiaco (battito irregolare oppure troppo veloce oppure, al contrario, troppo lento), difficoltà nel respirare (sia a riposo che durante l’attività fisica), ritenzione di liquidi con gonfiore agli arti inferiori, febbre (segno che si registra soprattutto nel caso sia presente un processo infettivo), stanchezza più o meno accentuata, sincope.
La sintomatologia può risolversi in modo spontaneo, stabilizzarsi oppure peggiorare in modo progressivo, tant’è che non mancano i casi in cui è necessario ricorrere a un intervento di trapianto cardiaco.
Molti soggetti riferiscono, nelle settimane che precedono le manifestazioni cliniche più caratteristiche, segni e sintomi simil-influenzali (dolori articolari, dolori muscolari, febbre, mal di testa, sensazione di malessere ecc.).
Nei casi molto gravi la miocardite può determinare insufficienza cardiaca, accumulo di liquidi a livello polmonare, congestione epatica o, addirittura, morte improvvisa.
Nei soggetti affetti da miocardite di origine virale è spesso presente anche una pericardite (processo di natura infiammatoria o infettiva che coinvolge il pericardio).
Spesso alla miocardite si associano disturbi quali flutter atriale, fibrillazione atriale, tachicardia ventricolare e blocco cardiaco.
Diagnosi
Se si sospetta, o si vuole escludere, la presenza di miocardite, sono diversi gli esami che lo specialista può prescrivere:
- elettrocardiogramma
- ecocardiogramma
- radiografia toracica
- esami del sangue.
La conferma diagnostica richiede una biopsia endomiocardica, esame che generalmente viene eseguito nel corso di un’angiografia; lo specialista esegue il prelievo di un piccolo campione di tessuto che sarà esaminato microscopicamente.

Un quinto delle morti improvvise registrate nei giovani adulti e negli atleti sono conseguenti a miocardite.
Miocardite – Terapia
La terapia di una miocardite varia in base alla causa scatenante, alla severità del processo infiammatorio, all’età del paziente e, naturalmente, alle condizioni cliniche generali.
I processi infettivi possono essere gestiti farmacologicamente (nel caso di miocardite da infezione batterica si ricorre a farmaci antibiotici).
Il riposo è fondamentale; nei soggetti sintomatici si possono ottenere significativi miglioramenti clinici attraverso la somministrazione di digossina e farmaci diuretici.
Nei casi di moderata o grave entità possono essere prescritti farmaci inotropi (principi attivi che agiscono sulla contrattilità del muscolo cardiaco), ACE-inibitori ecc.
Nei casi molto difficili, ovvero quelli che non rispondono in modo adeguato alla terapia convenzionale, è generalmente necessario ricorrere a dispositivi di assistenza ventricolare e a somministrazioni di corticosteroidi (o altri farmaci che riducono la risposta del sistema immunitario) e alti dosaggi di farmaci vasopressori (che favoriscono la vasocostrizione inducendo un aumento della pressione arteriosa (sostanzialmente sono farmaci che agiscono in modo contrario ai cosiddetti vasodilatatori).
Il trapianto di cuore è un’eventualità rara, riservata soltanto ai casi particolarmente gravi che non ottengono nessun tipo di miglioramento con gli altri mezzi terapeutici.
La prognosi è legata alle cause e, soprattutto, alle condizioni cliniche generali; casi di lieve entità possono risolversi senza strascichi nel giro di un paio di settimane, mentre casi più complicati possono richiedere dei mesi di trattamento prima che il soggetto recuperi le normali condizioni di salute.
Le forme più gravi di miocardite possono cronicizzare oppure provocare danni di natura permanente al miocardio. In questi soggetti aumenta il rischio di sviluppare una cardiomiopatia dilatativa o un’insufficienza cardiaca.
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