La lentigo maligna è una particolare forma di melanoma (il più temibile dei tumori cutanei); viene anche denominata macchia melanotica di Hutchinson o efelide di Hutchinson (Hutchinson fu il primo a descrivere questa lesione neoplastica) o, ancora, melanosi di Dubreuilh-Hutchinson, ed è il precursore di una forma tumorale nota come melanoma tipo lentigo maligna.
Si tratta sostanzialmente di un melanoma in situ che ha la tendenza a insorgere in soggetti di età avanzata (>70 anni) nelle sedi maggiormente fotoesposte, in particolar modo nel volto e sul collo.
Si continua a parlare di lentigo maligna fin quando il tumore si limita a invadere l’epidermide; quando il tumore invade strati più profondi e arrivare a interessare anche altri distretti si parla appunto di melanoma tipo lentigo maligna (uno dei quattro sottotipi di melanoma invasivo; gli altri tre sono il melanoma superficiale, il melanoma nodulare e il melanoma acrale lentigginoso).
Cause
Le cause non sono state del tutto chiarite, ma l’insorgenza di questa forma tumorale sembra essere direttamente correlata a fattori quali la presenza di carcinoma basocellulare (basalioma) cheratosi attinica, cheratosi seborroica, esposizione ai raggi solari, predisposizione genetica e presenza di nevi pigmentati.
Segni e sintomi della lentigo maligna
Il tumore fa generalmente il suo esordio sotto forma di macchie di colore brunastro (su cui sono presenti dei puntini di colore più scuro) che si espandono sulla pelle in modo alquanto irregolare.
La lentigo maligna è considerata una condizione patologica piuttosto subdola che non viene subito presa in considerazione anche perché si sviluppa in modo lentissimo; con il passare degli anni le macchie si evolvono e si estendono e possono raggiungere dimensioni ragguardevoli (anche oltre i 6 cm di diametro).
In un certo numero di casi (si stima dal 2 al 5% circa), la lentigo maligna subisce la trasformazione in melanoma tipo lentigo maligna (anche melanoma su lentigo maligna), una forma decisamente più preoccupante in quanto può dar luogo a metastasi per via ematica o linfatica; il melanoma tipo lentigo maligna rappresenta circa il 10% di tutti i melanomi.
Diagnosi di lentigo maligna
Non è sempre immediato porre la diagnosi; spesso, per esempio, è presente su pelli danneggiate dalla fotoesposizione e sulle quali sono presenti altre lesioni cutanee quali lentigo senili, nevi melanocitici, macchie cutanee da cheratosi, altre lesioni pigmentate ecc. Talvolta, anche dopo l’esecuzione di una dermatoscopia (epiluminescenza) possono permanere alcuni dubbi sull’esatta natura del problema.
L’incertezza della diagnosi pone alcuni problemi a seconda della localizzazione della lentigo. Se la diagnosi è incerta e siamo di fronte a una lesione di notevoli dimensioni presente sul volto, una biopsia escissionale (rimozione dell’intera lesione comprendente anche parti di tessuto non lesionato) potrebbe non essere la scelta giusta (sembra più opportuna una biopsia incisionale che risolva il dubbio diagnostico), mentre rappresenta la scelta ideale nel caso di lesioni posizionate in sedi meno problematiche.
Trattamento
Il trattamento può avvalersi di diverse opzioni terapeutiche; la scelta dell’una o dell’altra o una loro eventuale combinazione deve essere effettuata dallo specialista a seconda dell’estensione della lentigo maligna, della sua velocità di espansione, della sua localizzazione e delle condizioni di salute generali del soggetto (si deve considerare che, di norma la lentigo maligna è una patologia tipica dell’età senile).
La resezione chirurgica è senza ombra di dubbio l’opzione terapeutica maggiormente impiegata per il trattamento della lentigo maligna; a seconda della quantità di tessuto rimosso potrebbe essere necessario ricorrere a un innesto cutaneo per ricostruire la parte di pelle rimossa in seguito all’intervento.
Qualora non fosse possibile ricorrere alla chirurgia, si può optare per il curettage, una modalità di trattamento che permette di asportare la lentigo.
Se non sono possibili né il ricorso all’asportazione chirurgica né al curettage sono comunque disponibili altre possibilità.
Una delle opzioni terapeutiche è rappresentata dalla chemioterapia; fra i principi attivi maggiormente utilizzati vi sono l’imiquimod, l’interleuchina-2, la temozolomide e la dacarbazina.
Un’altra possibilità di intervento è la crioterapia dermatologica, una tecnica che si basa sull’utilizzo dell’azoto liquido per “ustionare” il tessuto e rimuovere la lesione neoplastica.
In alcuni casi si fa ricorso alla radioterapia, ma quest’ultima non è un’opzione fra le più comunemente utilizzate in caso di diagnosi di lentigo maligna.
Indice materie – Medicina – Sintomi – Lentigo maligna