L’ipotiroidismo è una condizione patologica caratterizzata da una ridotta funzionalità della tiroide, la ghiandola endocrina deputata alla produzione di ormoni (T3 e T4, i cosiddetti ormoni tiroidei) che svolgono numerose e importanti funzioni fra le quali ricordiamo la regolazione dello sviluppo cerebrale del feto e del lattante e la regolazione dell’attività metabolica dell’adulto.
Nei Paesi occidentali l’ipotiroidismo è diffuso soprattutto nella popolazione anziana (in particolar modo nelle donne che si trovano in menopausa), ma può comunque manifestarsi a qualsiasi età. Nei soggetti ultrasessantacinquenni la prevalenza dell’ipotiroidismo manifesto va dal 2 al 5% circa; un 5-10% circa degli over 65 sono portatori di ipotiroidismo subclinico (T3 e T4 nella norma e aumento dei livelli di TSH, con o senza sintomi). La prevalenza tende ad aumentare con l’avanzare dell’età e risulta decisamente più elevata nei soggetti di sesso femminile in qualsiasi età.
Forme e cause di ipotiroidismo
Esistono varie forme della patologia; una pratica suddivisione è la seguente:
- forme primarie (dette anche forme periferiche)
- forme centrali (secondarie e terziarie)
- forme da resistenza generalizzata agli ormoni tiroidei.
Nei paragrafi successivi una breve trattazione delle varie forme di ipotiroidismo e le relative cause.
Forme primarie – Le forme primarie possono essere di tipo congenito, di tipo acquisito, di tipo iatrogeno, da processi infiammatori e/o degenerativi e da ridotta funzione tiroidea.
Tra le cause di ipotiroidismo congenito ricordiamo l’agenesia tiroidea, la disgenesia tiroidea, la carenza iodica, il passaggio transplacentare di farmaci o anticorpi; tra le cause di ipotiroidismo acquisito ricordiamo la tiroidite cronica autoimmune (nota anche come tiroidite di Hashimoto, è la causa più frequente di ipotiroidismo); l’ipotiroidismo iatrogeno può essere dovuto a intervento chirurgico di rimozione della tiroide (tiroidectomia) o a terapia con radioiodio.
In alcuni casi la patologia può essere causata da forme di tiroidite subacuta o da forme croniche di tiroidite come la cosiddetta tiroidite di Riedel, una rara patologia dalle cause sconosciute che provoca una lenta, ma progressiva fibrosi della tiroide con comparsa di gozzo non voluminoso, ma estremamente duro. Molte volte ha un comportamento che ricorda quello tumorale perché ha la tendenza a coinvolgere gli organi e i nervi prossimi alla tiroide (trachea, esofago, nervi laringei) con conseguenti dispnea, difficoltà nel deglutire e alterazioni del timbro vocale; la diagnosi differenziale si pone appunto con il carcinoma tiroideo che comunque si diffonde in modo molto più rapido.
Le forme da ridotta funzione possono essere provocate da carenza iodica, da gozzigeni naturali o farmacologici ecc.
Forme centrali – Le forme centrali vengono sottoclassificate in forme secondarie e terziarie; le forme secondarie sono dovute a un danno a livello ipofisario (si ha un’insufficiente secrezione di ormone TSH con conseguente ridotto stimolo alla produzione degli ormoni tiroidei), mentre le forme terziarie sono provocate da un danno a livello ipotalamico (in questo caso si ha un’insufficiente secrezione dell’ormone TRH).
Forme da resistenza generalizzata agli ormoni tiroidei – Sono forme molto rare e si presentano solitamente come carattere ereditario (circa l’80% dei casi). In queste forme il grado di ipotiroidismo è lieve e si riscontra la presenza di gozzo.
Ipotiroidismo – Sintomi e segni
L’ipotiroidismo è solitamente associato a un generale rallentamento delle attività fisiche e psichiche del soggetto. L’insorgenza della sintomatologia è generalmente lenta e graduale. Alcune volte, nel caso di persone anziane, il disturbo non viene riconosciuto in quanto il tipico rallentamento del metabolismo legato alla patologia viene scambiato per una delle conseguenze dell’avanzare dell’età. Segni e sintomi caratteristici sono:
- aumento di peso
- abbassamento del timbro vocale
- capelli fragili e secchi
- depressione
- difficoltà nel concentrarsi
- fiato corto
- mixedema
- pelle secca e ruvida
- perdita della memoria
- raucedine
- sensazione di freddo
- sonnolenza diurna
- stanchezza
- stitichezza.
Altri segni e sintomi sono l’ipercarotenemia (evidenziabile soprattutto nelle palme delle mani e nelle piante dei piedi che assumono una caratteristica colorazione giallastra causata dal deposito di carotene negli strati dell’epidermide più ricchi di lipidi), macroglossia (ingrossamento della lingua, generalmente causato da un deposito eccessivo di sostanze proteiche e spesso causa di apnea notturna), gozzo (presente se l’ipotiroidismo è provocato da un’alterazione della sintesi ormonale), alterazioni del ciclo mestruale, anemia, bradicardia, cardiomegalia, diminuzione della libido, ipercolesterolemia, iponatriemia, ipercreatininemia, iperomocisteinemia, parestesie a mani e piedi, ecc.
Il coma mixedematoso – Il coma mixedematoso è una severa complicanza della malattia che può avere esito fatale. Questa seria condizione clinica, invero abbastanza rara, è caratterizzata da uno stato comatoso con notevole ipotermia, areflessia, convulsioni e difficoltà respiratorie. I fattori scatenanti possono essere la prolungata esposizione a basse temperature, processi infettivi, traumi e l’assunzione di farmaci deprimenti il sistema nervoso centrale.
Diagnosi
In caso si sospetti la presenza di ipotiroidismo è necessario procedere con gli esami diagnostici al fine di confermare la diagnosi dal momento che numerosi segni e sintomi della malattia sono completamente aspecifici (come, per esempio, l’aumento di peso corporeo, la sonnolenza, la stanchezza, alterazioni del ciclo mestruale ecc.).
Ipotiroidismo subclinico – Si tratta di una condizione in cui l’anomalia della funzione tiroidea è di livello lieve-moderato. La diagnosi può essere fatta precocemente basandosi sul riscontro di un valore di TSH oltre la soglia di normalità pur riscontrando un valore di FT4 entro i limiti normali. Il dosaggio del TSH è il dato di laboratorio maggiormente sensibile per quanto riguarda la diagnosi di ipotiroidismo, mentre i valori di FT3 e FT4 possono essere maggiormente influenzati anche dalla presenza di altre condizioni patologiche non tiroidee, sia acute che croniche. Non sempre il livello di TSH riveste utilità nel diagnosticare la patologia, vi sono infatti situazioni o patologie in cui la secrezione di TSH viene ridotta o aumentata (assunzione di farmaci, patologie a carico dell’ipofisi o dell’ipotalamo o altre malattie a decorso acuto o cronico).
Ipotiroidismo primario – Questa forma, la più frequente, è caratterizzata da un basso livello di ormoni tiroidei e da un valore di TSH elevato. In presenza di queste condizioni, è importante procedere con il dosaggio degli anticorpi anti-Tg (autoanticorpi anti-TireoGlobulina) e anti-TPO (autoanticorpi anti TireoPerOssidasi) per poter porre la diagnosi di ipotiroidismo su base autoimmune. Gli esami di laboratorio saranno seguiti da ecografia della tiroide al fine di valutare l’eventuale presenza di noduli tiroidei.
Ipotiroidismo centrale – Le forme centrali sono caratterizzate da bassi livelli di ormoni tiroidei e da valori di TSH o decisamente ridotti o inappropriatamente nella norma relativamente ai valori degli ormoni tiroidei. La presenza di ipotiroidismo secondario o terziario deve essere sospettata in quei soggetti con patologie a carico dell’ipofisi o dell’ipotalamo e nel caso di presenza di lesioni occupanti spazio a livello ipofisario o nel caso di processi di tipo infiammatorio o infiltrativo a carico dell’ipofisi.
L’ipotiroidismo può essere associato ad alterazioni (in aumento) dei valori di laboratorio relativi a CPK, colesterolo, trigliceridi; spesso si riscontra anche anemia normocitica o macrocitica. Tali alterazioni vengono risolte dalla somministrazione della terapia sostitutiva.
La tabella sottostante aiuta a farsi un’idea delle varie interpretazioni che si possono dare quando si riscontrano livelli fuori norma di alcuni dei valori tiroidei.
TSH | T4 | T3 | Interpretazione |
Elevato | Normale | Normale | Ipotiroidismo subclinico |
Elevato | Basso | Basso o normale | Ipotiroidismo manifesto |
Basso | Basso o normale | Basso o normale | Ipotiroidismo ipofisario |

La prevalenza dell’ipotiroidismo tende ad aumentare con l’avanzare dell’età e risulta decisamente più elevata nei soggetti di sesso femminile in qualsiasi età.
Ipotiroidismo – Cura
Lo scopo della cura per l’ipotiroidismo (una condizione che, in linea generale è più facile da gestire rispetto all’ipertiroidismo) è quello di ripristinare una condizione di eutiroidismo; ciò può essere ottenuto con la cosiddetta terapia tiroidea sostitutiva, una terapia cronica basata sulla somministrazione di farmaci a base di ormone tiroideo. Esistono diversi farmaci con i quali è possibile effettuare il trattamento; il più usato è la levotiroxina sodica (nomi commerciali Eutirox, Syntroxine, Tiracrin e Tirosint); un altro farmaco utilizzato nella cura dell’ipotiroidismo è la liotironina sodica (un farmaco che ha molte similitudini con la levotiroxina sodica, ma è caratterizzato dal fatto che viene metabolizzato più velocemente); vengono anche usate la triiodotironina e le associazioni di T4 e T3.
I dosaggi dei farmaci devono essere aggiustati tenendo conto di svariati fattori quali la gravità e la durata della patologia, l’eventuale presenza di altre condizioni patologiche, l’età, il peso, i livelli ematici di TSH ecc.
In linea generale l’inizio della terapia viene effettuato con basse dosi di ormoni che vengono aumentate in modo graduale fin quando non si giunge alla dose di mantenimento.
La terapia ormonale sostitutiva consente al soggetto di condurre una vita perfettamente normale.
Alcuni consigli dietetici: si preferiscano cibi ricchi di iodio: latte vaccino, uova, pesce di mare, molluschi e alghe brune; si utilizzi sale iodato piuttosto che comune sale da tavola. Si limiti il consumo di cibi quali broccoli, cavolfiori, rape e ravanelli che sembrano aumentare il fabbisogno di iodio. Per vincere uno dei sintomi spesso presenti in caso di ipotiroidismo, la stitichezza, può essere d’aiuto un adeguato consumo di cibi ricchi di fibre.
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