L’infarto intestinale è una grave condizione caratterizzata dalla necrosi di un tratto dell’intestino a causa di un’ischemia (mancanza totale o parziale, del flusso sanguigno in un determinato distretto corporeo); l’ischemia intestinale può interessare l’intestino tenue o il colon oppure entrambi e può provocare, oltre al dolore, anche gravi lesioni permanenti.
La condizione può avere carattere acuto oppure cronico; nel primo caso l’interruzione del flusso sanguigno è improvvisa e assume caratteri di urgenza medica e richiede un immediato trattamento chirurgico; nel secondo caso, ferma restando l’importanza della precocità del trattamento, si può intervenire senza ricorrere alla chirurgia.
Schematicamente si possono avere questi quadri clinici:
- infarto intestinale colico (o colite ischemica; interessamento del colon)
- ischemia mesenterica acuta (interessamento dell’intestino tenue)
- ischemia mesenterica cronica (causata dall’aterosclerosi a livello delle arterie mesenteriche)
- trombosi venosa mesenterica (in questo caso si ha un interessamento delle vene mesenteriche; è un quadro clinico più raro dei precedenti).
Nota – L’infarto intestinale è noto anche come infarto mesenterico; questa denominazione è dovuta al fatto che i vasi sanguigni che irrorano l’intestino sono chiamati anche vasi mesenterici.
Infarto intestinale – Cause
Le cause di un infarto intestinale possono variare a seconda delle forme.
La forma di infarto intestinale maggiormente diffusa è l’infarto del colon (o colite ischemica); i soggetti più colpiti sono gli ultrasessantenni, ma il problema può interessare anche persone molto più giovani.
Le cause esatte della colite ischemica non sono sempre chiare; sono però conosciuti i fattori di rischio a essa relativi; fra questi i più importanti sono l’aterosclerosi, l’ipotensione arteriosa connessa a scompenso cardiaco (o a traumi o a shock), la formazione di un trombo in una delle arterie che arrivano al colon, le ostruzioni intestinali, gli interventi chirurgici (sull’apparato digerente, su quello riproduttivo, sul cuore ecc.), la presenza di vasculite, la presenza di anemia falciforme, l’essere affetti da LES, l’assunzione di vasocostrittori, l’uso di sostanze stupefacenti (cocaina, metamfetamine ecc.).
Un’altra forma di infarto intestinale è l’ischemia mesenterica acuta; si tratta di una condizione patologica che interessa l’intestino tenue; si manifesta in modo improvviso e fra le varie cause che possono determinarla vanno ricordati l’ipotensione arteriosa da shock, lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale cronica, l’ostruzione di un’arteria intestinale (generalmente a causa di aterosclerosi), ma soprattutto la presenza di un trombo che blocca le arterie che irrorano l’intestino tenue.
Altra forma di infarto intestinale è l’ischemia mesenterica cronica (nota anche come angina intestinale); la causa principale è l’aterosclerosi. A lungo andare l’aterosclerosi può dar luogo alla formazione di un trombo nell’arterie che alimentano l’intestino e causare un’ischemia mesenterica acuta.
L’ultima forma di infarto intestinale è la trombosi venosa mesenterica, una condizione che si verifica allorquando si ha la formazione di un trombo nella vena mesenterica; le cause che determinano questo evento sono molteplici: infezione addominale, neoplasie dell’apparato digerente, pancreatite, colite ulcerosa, morbo di Crohn, diverticolite, disturbi di ipercoagulazione, traumi addominali e alcune tipologie di terapie ormonali.
Infarto intestinale – Sintomi e segni
La sintomatologia può manifestarsi in modo improvviso (infarto intestinale acuto) oppure in modo graduale (ischemia cronica).
Nel primo caso, i principali sintomi e segni sono:
- dolore addominale improvviso più o meno intenso
- frequenti attacchi di diarrea incontrollabile
- dolenzia e gonfiore addominali
- presenza di sangue nelle feci
- nausea e/o vomito
- febbre.
Nel caso di ischemia cronica si possono avere:
- dolore addominale che tende a peggiorare nel corso delle settimane
- crampi addominali e/o gonfiore dopo circa mezz’ora dal pasto (il dolore e il gonfiore possono durare anche ore e ciò porta nel tempo alla tendenza a saltare il pasto per evitare queste spiacevoli disturbi)
- tendenza a saltare il pasto per la paura di avvertire dolore in seguito
- calo di peso
- diarrea
- nausea e/o vomito.
A lungo andare l’ischemia intestinale cronica, come già accennato, può dar luogo a un evento acuto.

Un dolore addominale improvviso più o meno intenso è uno dei sintomi che caratterizzano l’infarto intestinale
Infarto intestinale – Mortalità
L’infarto intestinale è un evento molto pericoloso che può mettere il soggetto in pericolo di vita. Nel caso di sintomatologia relativamente lieve, ma sospetta, è consigliabile recarsi dal proprio medico che prescriverà gli accertamenti più opportuni. Nel caso di mal di pancia insopportabile che impedisce lo star fermi è consigliabile addirittura recarsi al Pronto Soccorso in quanto potrebbe essere necessario un intervento chirurgico tempestivo.
L’infarto dell’intestino tenue ha un tasso di sopravvivenza molto basso (circa il 10%); la colite ischemica è caratterizzata da maggiori probabilità di sopravvivenza, ma rimane comunque un evento particolarmente grave che deve essere trattato tempestivamente in una struttura ospedaliera.
Nel caso di diagnosi tempestiva, la gran parte dei soggetti colpiti va incontro a guarigione completa; se la diagnosi è tardiva e si è verificata una necrosi di una parte dell’intestino, il tasso di mortalità è molto elevato (si va dal 70 al 90% circa).
Diagnosi
La diagnosi di infarto intestinale non è sempre immediata; la sintomatologia infatti è spesso subdola e ciò è una delle cause di diagnosi tardive.
In base alla sintomatologia potranno essere prescritti vari tipi di indagine fra cui:
- angio-TAC oppure angiografia tramite RMN (esami che permettono di visualizzare con precisione la circolazione diretta verso l’intestino)
- arteriografia
- endoscopia
- colonscopia.
A seconda dei casi potrebbe essere effettuato un intervento di chirurgia esplorativa, operazione che consente diagnosi e terapia contemporanee.
Cure
Scopo del trattamento è quello di ripristinare il normale afflusso di sangue all’intestino. Le opzioni terapeutiche variano in base alla tipologia di infarto intestinale e alla gravità del problema.
Nel caso di colite ischemica la guarigione potrebbe verificarsi in modo spontaneo, ma è probabile che il medico prescriva una terapia antibiotica allo scopo di prevenire o trattare eventuali infezioni. È poi necessario trattare la patologia sottostante (scompenso cardiaco congestizio, aritmia cardiaca ecc.).
Nel caso di soggetti che assumevano determinati farmaci (vasocostrittori, ormoni ecc.) sarà necessario valutare la modifica del trattamento.
Nel caso si fossero verificate lesioni a livello del colon si dovrà programmare un intervento chirurgico per la loro rimozione oppure per rimuovere l’ostruzione dell’arteria intestinale.
Nel caso di ischemia mesenterica acuta, si interviene solitamente per rimuovere il trombo, per effettuare un by-pass o per riparare o rimuovere la porzione di intestino interessata dalle lesioni. Può darsi che venga prescritta una cura farmacologica per prevenire la prevenzione di trombi.
Se la diagnosi di ischemia mesenterica acuta viene effettuata tramite angiografia è possibile che lo specialista esegua un’angioplastica nel corso dell’esame.
L’ischemia mesenterica cronica richiede generalmente un intervento chirurgico per bypassare le arterie ostruite oppure per dilatarle tramite angioplastica o, ancora, per posizionare uno stent dopo l’angioplastica.
Nel caso di trombosi venosa mesenterica, se non si sono verificate lesioni a carico dell’intestino, la terapia è generalmente a base di anticoagulanti. Eventuali lesioni intestinali richiederanno l’effettuazione di un intervento chirurgico. Fondamentale la prevenzione attraverso l’adozione di un corretto stile di vita.
Indice materie – Medicina – Sintomi – Infarto intestinale