L’herpes genitale è un’infezione virale causata da due differenti herpes virus, l’herpes simplex virus 1 e, soprattutto, l’herpes simplex virus 2 (l’herpes simplex virus di tipo 1 causa più frequentemente il cosiddetto herpes labiale, anche se i casi di herpes genitale provocati dall’HSV-1 mostrano un trend in netta crescita).
L’herpes genitale è una delle più comuni infezioni sessualmente trasmissibili (IST); i dati di prevalenza diffusi dall’OMS parlano di quasi 14 milioni di donne infettate nella sola Europa occidentale; il valore medio di prevalenza per quanto riguarda i soggetti di sesso femminile è di circa il 18%; è molto minore negli uomini (13%, con circa 7 milioni di infetti).
Sempre relativamente all’Europa occidentale, i dati più recenti relativi all’incidenza della patologia indicano che, annualmente, si registrano circa 23,6 milioni di nuovi casi di herpes genitale (12,8 relativi a donne e 10,8 relativi agli uomini).
Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati a disposizione parlano di una prevalenza nella popolazione generale di anticorpi per l’herpes simplex virus di tipo 2 di circa il 6%; l’incidenza è di circa 0,4 per 100 persone all’anno senza particolari distinzioni fra sessi.
Nota – L’herpes genitale è noto anche come herpes simplex genitale o herpes genitalis.
Herpes genitale – Sintomi
I sintomi e i segni dell’herpes genitale sono simili a quelli dell’herpes labiale; la comparsa delle vescicole nella zona genitale è preceduta da prurito e bruciore, talvolta molto intensi; in seguito, abbastanza rapidamente, si ha la rottura delle vescicole che lasciano il posto a ulcerazioni superficiali dolenti e fastidiose; infine si ha la formazione di croste di colore bruno-giallastro che scompaiono nel giro di qualche giorno.
Le vescicole contengono numerosissime particelle virali e, conseguentemente, è notevole la loro contagiosità.
La prima volta che l’herpes genitale viene contratto si osserva il gonfiore dei tessuti genitali e delle ghiandole della zona inguinale, queste ultime sono anche dolenti; il gonfiore è spesso accompagnato da perdite anali, uretrali e vaginali.
Nelle donne le vescicole possono formarsi internamente alla vagina, sulla cervice uterina e nell’uretra.
Negli uomini, a seconda dell’orientamento sessuale, le manifestazioni possono fare la loro comparsa sullo scroto, sul corpo e sulla punta del pene oppure nella zona anale.
Altri sintomi e segni, invero più rari, che si possono registrare nel corso della fase acuta sono emicrania, aumento della temperatura corporea e dolori articolari.
Fra le complicanze che possono verificarsi vi sono la stipsi, la difficoltà a urinare, irritabilità e, ma rarissimamente, meningite o encefalite. In alcuni casi, la malattia può arrivare a interessare la zona oculare provocando disturbi visivi anche molto seri; il rischio di cecità è molto basso, ma non può essere considerato nullo.
Eventuali recidive dell’herpes genitale, più comuni nel sesso femminile, danno luogo a una sintomatologia più blanda. Le recidive possono essere conseguenti a episodi febbrili, mestruazioni, esposizione ai raggi solari, situazioni stressanti sia fisiche che psichiche.
Trasmissione
La trasmissione dell’herpes genitale può avvenire attraverso i rapporti sessuali, ma anche attraverso baci o carezze o attraverso l’uso comune di oggetti (quest’ultima evenienza è molto rara).
Nel caso di infezioni neonatali, si possono avere conseguenze gravissime, addirittura mortali. L’herpes simplex virus 2 è responsabile della stragrande maggioranza dei casi di infezioni neonatali (80%). L’infezione avviene generalmente durante il parto, ma sembra che un 15% circa di casi avvenga per via transplacentare e per diffusione ospedaliera. Il rischio di trasmissione da madre a figlio è comunque molto basso (dallo 0,3% all’1,4%). Nel caso l’infezione sia in fase acuta è consigliabile ricorrere al parto cesareo.
Diagnosi
La diagnosi di herpes genitale si basa essenzialmente sull’osservazione clinica e può ricevere conferma tramite coltura tissutale. Per verificare se un soggetto è già stato esposto all’herpes virus di tipo 1 o all’herpes virus di tipo 2 virus è possibile eseguire un test ematico per la ricerca degli anticorpi specifici.

L’herpes genitale è una delle più comuni infezioni sessualmente trasmissibili (IST); i dati di prevalenza diffusi dall’OMS parlano di quasi 14 milioni di donne infettate nella sola Europa occidentale.
Herpes genitale – Terapia e cura
Non esiste una cura definitiva per l’herpes genitale. La terapia mira a ridurre la liberazione di particelle del virus e ad alleviare la sintomatologia; può essere d’aiuto nella cicatrizzazione delle infezioni croniche nei soggetti immunodepressi e, se usata profilatticamente, può ridurre la frequenza degli episodi recidivanti.
I farmaci più usati per la cura contro l’herpes genitale sono l’aciclovir, il famciclovir e il valaciclovir.
Aciclovir – L’aciclovir (Zovirax) è un principio attivo che ha mostrato una buona efficacia nel trattamento di herpes labiale e herpes genitale; si sono osservate, infatti, sia una riduzione della sintomatologia sia una diminuzione del tempo di guarigione. L’efficacia del trattamento risulta più eclatante nel caso delle forme primarie piuttosto che in quello di forme recidivanti.
Famciclovir – Il famciclovir (Famvir) è un antivirale sotto forma di compresse che viene utilizzato sia per trattare l’herpes labiale sia per trattare herpes genitale (forma primaria e forma ricorrente) nonché l’herpes zoster. Il dosaggio in compresse è di 250 mg per tre volte al giorno per un periodo di 7-10 giorni circa.
Valaciclovir – Il valaciclovir (Talavir) è un antivirale che viene utilizzato sia per trattare l’herpes zoster negli adulti che hanno superato i 50 anni di età sia per trattare l’herpes labiale e l’herpes genitale. Viene anche usata nella profilassi dell’infezione da citomegalovirus.
Il dosaggio in compresse è di 1.000 mg per due volte al giorno per un periodo di 7-10 giorni circa.
Le terapie sopraindicate non prevengono la comparsa delle recidive. La riduzione della frequenza delle recidive di herpes genitale può essere tentata utilizzando – sotto attento controllo medico e previa valutazione rischi/benefici – schemi terapeutici che prevedano l’impiego a dosaggi inferiori dei suddetti farmaci per un periodo di almeno due anni.
Nei soggetti immunocompromessi la terapia dell’herpes genitale (sia relativamente alle infezioni primarie che secondarie) è particolarmente complessa e deve essere stabilita dal medico a seconda della particolare situazione del soggetto.
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