La gonorrea è una patologia venerea; è una delle più comuni malattie a trasmissione sessuale. Il termine gonorrea (gònos, seme, e roia, flusso) lo si deve a Galeno, un medico greco vissuto nel II sec. d.C. Egli ritenne, erroneamente, che il tipico scolo che si osserva nel corso della patologia fosse una perdita di liquido seminale. Fu solo dieci secoli dopo che un medico ebreo, Maimonide, dimostrò che il caratteristico scolo non era liquido seminale, bensì materiale purulento. La gonorrea è anche detta blenorrea, blenorragia o, più popolarmente, scolo.
Cause
La gonorrea è un’infezione batterica causata da un batterio Gram-negativo, la Neisseria gonorrhoeae. La patologia si verifica con più frequenza negli adolescenti e nei giovani adulti, categorie nelle quali il rischio di contagio dipende in modo direttamente proporzionale dal numero di partner con i quali si hanno rapporti sessuali.
L’essere umano è il solo ospite naturale del batterio; il periodo di incubazione della patologia va da una a due settimane; l’infezione si trasmette generalmente per contatto diretto tra le mucose (coito, fellatio, rapporti anali, cunnilingus, bacio), ma è possibile, ancorché rara, anche la trasmissione per via indiretta (uso promiscuo dei servizi igienici, biancheria intima ecc.); la trasmissione indiretta è meno probabile perché il batterio coinvolto non è particolarmente resistente agli stimoli ambientali.
La gonorrea può anche essere trasmessa dalla madre al neonato al momento del parto con conseguenze molto serie per il piccolo (grave forma di congiuntivite e/o artrite settica) tant’è che in molte strutture sanitarie si ricorre all’applicazione preventiva di gocce oftalmiche.
La gonorrea oftalmica, sebbene più frequente nei neonati, può verificarsi anche negli adulti. Più raro il contagio durante i periodi gestazionale o post-partum; nel primo caso aumentano decisamente sia i rischi di aborto sia i rischi di parto prematuro.
Gonorrea nell’uomo – Sintomi e segni
I segni e i sintomi della gonorrea sono molto più evidenti nei soggetti di sesso maschile, questi presentano un’emissione mucopurulenta a livello dell’uretra con bruciore e frequente stimolo alla minzione. Se l’infezione si estende anche alla prostata, il passaggio dell’urina viene impedito, anche se in modo parziale.
Il materiale mucopurulento fuoriesce dal canale dell’uretra; inizialmente è incolore e le fuoriuscite sono di scarsa entità; con il passare del tempo le perdite si fanno più abbondanti e il materiale, maleodorante, assume una colorazione giallastra. Questo quadro patologico è noto come uretrite gonococcica; questa forma di uretrite rappresenta circa un terzo di tutte le uretriti. Per informazioni di carattere generale sulle uretriti rimandiamo al nostro articolo Uretrite.
La gonorrea deve essere trattata in modo tempestivo perché, in caso contrario, possono verificarsi complicazioni e l’infezione può diffondersi ad altri distretti (gonorrea ascendente) e dar luogo a ulteriori quadri di tipo patologico (balanopostite, epididimite, orchite, prostatite, infezione delle vescicole seminali ecc.). Il danneggiamento dell’apparato riproduttivo può portare anche alla sterilità.
Gonorrea nella donna – Sintomi e segni
Nella donna è la cervice uterina il distretto più frequentemente interessato dalla patologia (si parla in questo caso di cervicite gonococcica). L’epitelio vaginale è più resistente all’attacco infettivo, anche se può essere comunque colpito.
Nei soggetti di sesso femminile la sintomatologia è meno evidente che nell’uomo; spesso, addirittura, la gonorrea nella donna è asintomatica. Quando presenti, i sintomi possono essere costituiti da arrossamento e perdite vaginali di modesta entità talvolta associate a sporadici disturbi della minzione. I sintomi, se visibili, appaiono una decina di giorni dopo l’avvenuto contagio; in alcuni casi anche più tardivamente. Come nel caso dell’uomo, è fondamentale trattare la gonorrea con tempestività per evitare un quadro di gonorrea ascendente (interessamento di tube, ovaio, endometrio ecc.). Spesso la gonorrea è associata a clamidia; tale associazione è oltremodo pericolosa perché aumenta decisamente il rischio di complicanze; sebbene più frequente nelle donne, l’associazione delle due patologie può verificarsi anche nei soggetti di sesso maschile.
Sintomi orali e rettali
La sintomatologia orale e rettale è abbastanza frequente nei maschi omosessuali e nelle donne. Le manifestazioni cliniche sono secrezione purulenta, perdite ematiche, prurito, dolore anale, urgenza della defecazione ecc.
L’infezione orale (gonorrea orofaringea) è meno frequente; generalmente è dovuta a rapporti oro-genitali; clinicamente si manifesta con irritazione a livello di gola e tonsille.
Diagnosi e cura
La diagnosi della patologia è più semplice nei maschi dove spesso sarebbe sufficiente l’esame obiettivo; la certezza diagnostica comunque richiede l’analisi delle secrezioni uretrali, cervicali, rettali o faringee. Esistono diversi metodi per effettuare la diagnosi: esami microscopici o colturali delle secrezioni oppure la ricerca del DNA batterico nelle urine, metodo quest’ultimo più moderno, rapido e attendibile. Nel caso la diagnosi sia certa, generalmente viene richiesto un check-up per tutte le malattie che si trasmettono per via sessuale.
Tutti i partner che hanno avuto rapporti recenti con pazienti affetti da gonorrea dovrebbero essere sottoposti a controllo ed eventualmente a trattamento. La malattia va denunciata alle autorità sanitarie e i soggetti colpiti devono astenersi da rapporti sessuali fino alla completa guarigione.
Per quanto concerne la cura, gli attuali protocolli terapeutici consistono nella somministrazione di farmaci antibiotici (cefixima, ceftriaxone, ciprofloxacina, spectinomicina, tetraciclina ecc.). Rimane il problema dell’antibiotico-resistenza cui si è accennato nella prima parte dell’articolo.
Se trattata in modo adeguato, la malattia si risolve nel giro di una o due settimane. È doveroso far notare che la regressione dei sintomi non è indice certo di guarigione che deve essere sempre certificata dal medico.
I dati sulla diffusione e l’allarme OMS
È del luglio 2017 l’allarme dell’OMS sull’incremento della diffusione della malattia e sulla sua maggiore resistenza agli antibiotici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre alla difficoltà delle cure antibiotiche e a un calo del ricorso al profilattico, anche il sesso orale rappresenterebbe un serio pericolo: quando si utilizzano farmaci antibiotici per trattare una comune faringite causata da altri batteri, se sono presenti anche i ceppi di Neisseria, questi antibiotici creano una pressione selettiva che ne favorisce la resistenza. Di conseguenza, far arrivare i batteri della gonorrea in gola con il sesso orale potrebbe portare a forme della patologia particolarmente resistenti.
L’OMS ha raccolto e analizzato dati in 77 Paesi dal 2009 al 2014; Teodora Wi, dell’OMS, ha dichiarato: “I batteri che causano la gonorrea sono particolarmente intelligenti. Ogni volta che utilizziamo una nuova classe di antibiotici per trattare l’infezione, i batteri si evolvono per diventare resistenti”. In alcuni Paesi, in particolare quelli ad alto reddito, si stanno registrando casi di infezione che non possono essere trattati dagli antibiotici esistenti. Continua la Wi: “Questi casi possono essere solo la punta dell’iceberg, dal momento che i sistemi per la diagnosi e la segnalazione di infezioni non trattate sono scarsi nei Paesi a basso reddito, dove la gonorrea è in realtà più diffusa”.
Secondo l’OMS sono circa 78 milioni le persone che ogni anno contraggono la malattia (per quanto riguarda il nostro Paese, si stimano circa 100 casi all’anno).
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