La gastroenterite (influenza intestinale) è una patologia infiammatoria, a carattere acuto o cronico, che interessa stomaco e intestino tenue. Nel caso in cui sia coinvolto anche l’intestino crasso si parla di gastroenterocolite. Nel linguaggio comune, la gastroenterite viene spesso erroneamente indicata con la locuzione influenza dello stomaco.
Segni e sintomi comuni alle varie forme della patologia sono i crampi addominali, la diarrea e il vomito. Le perdite di liquidi e di elettroliti generalmente associate alla patologia possono risultare piuttosto fastidiose in un soggetto adulto sano, ma possono rivelarsi addirittura gravi nel momento in cui i soggetti non siano in grado di affrontare al meglio il problema; può essere il caso di persone debilitate, anziane, o al contrario molto giovani, e di coloro in cui siano presenti altre patologie.
I casi di gastroenterite a livello mondiale sono numerosissimi; non è possibile fornire dati particolarmente precisi, ma si stimano più di tre miliardi di casi all’anno; le popolazioni più colpite dal problema sono quelle dei Paesi in via di sviluppo; qui sono soprattutto i bambini i soggetti più colpiti dalla malattia.
Nei Paesi industrializzati si stima un’incidenza della patologia che va da 1,2 a 1,9 episodi/persona all’anno (nei soggetti di età inferiore ai tre anni la frequenza degli episodi è stimata in 2,5), mentre nei Paesi in via di sviluppo si registra un’incidenza decisamente superiore (più di 10 episodi/persona all’anno nei soggetti giovanissimi).
Le stime più recenti parlano di una mortalità da gastroenterite quantificabile in 3.000.000 circa di decessi annui; nei Paesi in via di sviluppo la mortalità riguarda soprattutto i bambini, mentre nelle aree industrializzate i decessi sono soprattutto relativi a coloro che hanno superato i 70 anni di età. Il motivo per cui i giovanissimi sono i soggetti più interessati da episodi di gastroenterite è essenzialmente legata al fatto che nei più giovani il sistema immunitario è meno sviluppato rispetto a quello di una persona adulta.
Gastroenterite – Cause
Nei bambini, generalmente, la patologia riconosce una causa virale (per approfondimenti si consulti il nostro articolo specifico Gastroenterite virale); il virus più frequentemente coinvolto è il rotavirus. Negli adulti invece la malattia è solitamente dovuta ai norovirus (virus appartenenti alla famiglia dei Caliciviridae e forse più noti come virus di Norwalk, dal nome di una città dell’Ohio che nel 1968 fu interessata da un’epidemia di gastroenterite).
I batteri più spesso responsabili di gastroenterite nei bambini sono la Salmonella, la Shighella (genere di batteri appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae; deve il suo nome al suo scopritore, Kiyoshi Shiga), l’Escherichia coli e il Campylobacter (termine che identifica un genere di batteri che appartiene alla famiglia Campylobacteraceae), agente patogeno molto diffuso sensibile all’essicazione, ma resistente al congelamento.
Anche nell’adulto sono frequenti le gastroenteriti da Campylobacter e da Escherichia coli. Forme dovute ad altri batteri si verificano con minore frequenza.
Fra i parassiti che possono provocare gastroenterite si ricordano il Giardia lamblia, il Cryptosporidium e l’Entamoeba histolytica.
Per completezza, è giusto segnalare anche le cause non infettive; in alcuni casi, infatti, i processi infiammatori a carico di stomaco e intestino tenue hanno origine iatrogena, ovvero sono dovuti all’assunzione di determinati medicinali (i FANS, ovvero i farmaci antinfiammatori non steroidei, sono i principali responsabili di gastroenterite da farmaci) oppure sono legati all’assunzione di alimenti contenenti lattosio (in questo caso i soggetti interessati sono quelli che soffrono di intolleranza a questo carboidrato) oppure glutine (è il caso dei soggetti affetti da celiachia).
In altri casi la gastroenterite è secondaria alla contaminazione con tossine (il tipico caso è la gastroenterite da botulino). Altre cause non infettive sono legate al morbo di Crohn e all’infiltrazione eosinofila dei tessuti gastrointestinali (si parla in questo caso di gastroenterite eosinofila, patologia invero piuttosto rara).
Modalità di trasmissione
La gastroenterite è una patologia che sfortunatamente si trasmette con una certa facilità. La trasmissione può verificarsi in seguito a ingestione di alimenti contaminati oppure attraverso la condivisione di oggetti personali. Nei bambini in età da allattamento una modalità di trasmissione della patologia che si riscontra con maggiore frequenza è l’allattamento con biberon igienizzati in modo improprio. Altre cause di trasmissione sono la scarsa igiene o la frequentazione di luoghi particolarmente affollati (asili, scuole, ospedali, navi da crociera, campeggi ecc.).
Bisogna considerare anche il fatto che il soggetto privo di sintomi (asintomatico) che si considera guarito da una gastroenterite può contagiare altre persone perché certi virus possono sopravvivere nelle feci anche per due settimane; vi sono poi casi di soggetti asintomatici o che presentano sintomatologia di entità trascurabile, che sono comunque malati e quindi contagiosi.
Gastroenterite – Sintomi
I segni e i sintomi principali che caratterizzano la gastroenterite sono i crampi addominali, la diarrea e il vomito. Di norma i sintomi fanno la loro comparsa in un arco di tempo compreso fra le 12 e le 72 ore dall’infezione; nel caso in cui l’agente eziologico sia un virus, tali manifestazioni scompaiono nel giro di pochi giorni.
In molti casi di gastroenterite virale il soggetto riferisce dolori muscolari, febbre, mal di testa e stanchezza. Nel caso in cui si riscontrino tracce di sangue nelle feci, la causa del disturbo è spesso di tipo batterico. Le gastroenteriti batteriche durano tendenzialmente più a lungo di quelli virali; peraltro, se non trattate in modo adeguato la loro durata può essere particolarmente lunga, anche diverse settimane.
Fra le più serie conseguenze della gastroenterite si registrano la perdita di liquidi e la deplezione di elettroliti; nei Paesi in via di sviluppo, dove sono abbastanza comuni le infezioni ripetute, si registrano spesso, nei bambini, problemi di malnutrizione e ritardo nello sviluppo.
In alcuni casi, invero rari, come conseguenza di una gastroenterite si registra l’insorgere della cosiddetta sindrome di Reiter, una forma di spondiloartrite sieronegativa. Raro, ma possibile, anche il manifestarsi, in seguito a gastroenterite o ad altri episodi di tipo infettivo, della sindrome di Guillain-Barré, una delle forme più frequenti di polineuropatia demielinizzante acuta.
Diagnosi
La diagnosi viene generalmente formulata basandosi sulle manifestazioni cliniche; di norma, determinarne la causa non è fondamentale considerato che il farlo non modifica il tipo di approccio al problema. Dal momento che nei bambini piccoli si registra una sensibile riduzione dei livelli di glicemia, spesso i pediatri ne consigliano il controllo.
Come detto, la gastroenterite è generalmente associata a una deplezione di liquidi, sodio, potassio, calcio e cloro, deplezione conseguente all’emesi (vomito) e alle scariche diarroiche tipiche della patologia; è quindi opportuno monitorare il livello ematico degli elettroliti. In casi di grave disidratazione è altresì raccomandato il controllo della creatinina sierica al fine di verificare eventuali problemi a livello di funzionalità renale.
Nel caso in cui si registrino melena o ematochezia deve essere eseguito l’esame delle feci al fine di verificare un’eventuale intossicazione di tipo alimentare. Lo stesso discorso vale per coloro che, affetti da gastroenterite, hanno effettuato, nel breve periodo, viaggi o soggiorni in Paesi in via di sviluppo.
Va ricordato che i principali sintomi e segni della gastroenterite sono comuni a molte altre patologie; la diagnosi differenziale va posta con appendicite, patologie croniche intestinali di tipo infiammatorio, infezioni del tratto unitario, insufficienza pancreatica, celiachia, abuso di farmaci ad azione lassativa, sindrome dell’intestino corto ecc.

I segni e i sintomi principali che caratterizzano la gastroenterite sono i crampi addominali, la diarrea e il vomito.
Gastroenterite – Cura
La gastroenterite è, di norma, una patologia acuta e autolimitantesi. In molti casi, peraltro, non è necessario ricorrere a presidi farmacologici; nei soggetti in cui si registra una leggera o una moderata disidratazione è sufficiente provvedere alla reidratazione per via orale. In alcuni casi di gastroenterite che vedono coinvolti i bambini può risultare di una certa utilità la somministrazione di metoclopramide (un farmaco appartenente alla categoria degli antiemetici) e ondansetron (un farmaco antagonista della serotonina che ha mostrato una certa efficacia nel trattamento di nausea e vomito).
I crampi addominali, sintomo tipico della patologia, possono essere efficacemente trattati con la somministrazione di N-butilbromuro di joscina (il principio attivo del noto farmaco Buscopan).
Per quanto riguarda i trattamenti con antibiotici, di norma tale approccio non è necessario a meno che la situazione non risulti di una certa gravità e si conoscano con certezza gli agenti batterici responsabili.
La cura primaria della gastroenterite rimane comunque la reidratazione da effettuarsi preferibilmente per via orale; nei casi in cui tale strategia non possa essere perseguita si può ricorrere alla reidratazione per via endovenosa.
Gastroenterite – Cosa mangiare
Per quanto riguarda la strategia alimentare, nei bambini che vengono allattati si deve continuare con lo stesso tipo di alimentazione; i bambini che vengono nutriti con latte artificiale possono riprenderne la somministrazione dopo opportuna reidratazione; di norma viene raccomandato latte artificiale privo (o con bassi livelli) di lattosio.
In linea generale, va evitata la somministrazione di zuccheri in quanto possono peggiorare la diarrea. Anni addietro, in caso di gastroenterite, veniva raccomandata una dieta a base di riso, banane, succo di mela, pane tostato e tè, ma tale regime alimentare non viene ormai più consigliato perché non si è osservato alcun beneficio rispetto alla normale dieta. Può invece risultare utile l’assunzione di probiotici e di yogurt.
Nota – Il termine gastroenterite è poco specifico (fu utilizzato per la prima volta nel 1825) con il quale si può fare riferimento a diverse sindromi con causa aspecifica, incerta o sconosciuta; nel caso in cui sia nota la causa della patologia è possibile utilizzare una terminologia più specifica.
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