La fibromialgia (o sindrome fibromialgica) è una patologia le cui cause non sono ancora note. In realtà, la fibromialgia non è nemmeno una malattia, ma un insieme di sintomi.
È caratterizzata da astenia e iperalgesia diffusa a livello muscolo-scheletrico accompagnata da aree tensive che vengono denominate tender points. Anni addietro, per descrivere la condizione caratterizzata dalla sindrome fibromialgica, si usava il termine fibrosite, ma tale termine è più indicato per indicare un processo infiammatorio, processo che non è una peculiarità della fibromialgia. Con il termine fibromialgia si vuole quindi indicare lo stato generalizzato di dolenzia (algia) delle strutture fibrose (ovvero i tendini e i legamenti) e dei muscoli.
Non è affatto semplice diagnosticare la fibromialgia perché vi sono diverse condizioni patologiche che hanno sintomatologia simile e a tutt’oggi non ci sono esami clinici che permettano la formulazione della diagnosi. Generalmente vi si arriva per esclusione (un’espressione tipica con cui, di fatto, si definisce la sindrome fibromialgica è una malattia invisibile).
La patologia è cronica con tendenza al peggioramento. La mancanza di riscontri oggettivi dati da esami di laboratorio, la stanchezza e l’iperalgesia riferita dai soggetti colpiti causano spesso errori diagnostici perché molte volte i medici tendono, un po’ frettolosamente, a classificare il paziente semplicemente come soggetto ansioso o depresso.
Fibromialgia – Sintomi e segni
I segni e i sintomi principali della patologia sono i dolori, intensi (spesso definiti atroci), molto diffusi, ad andamento ciclico e in rapporto a fattori climatico-ambientali, endocrini, emotivi e spesso associati a disturbi del ritmo sonno-veglia (i soggetti affetti da fibromialgia parlano di sonno non ristoratore), lieve ipertermia, difficoltà della digestione, disturbi dell’alvo, tachicardia, dismenorrea, disturbi della minzione e delle funzioni sessuali a sfondo ansioso-depressivo.
I tender points – Per diagnosticare la fibromialgia sono ritenuti tuttora validi i criteri dettati dall’ACR (acronimo inglese per American College of Rheumatology) nell’ormai lontano 1990 e riconosciuti internazionalmente validi a partire dal 1994. L’ACR ha stilato una mappa di 18 tender points; la dolorabilità alla pressione di almeno 11 di questi 18 tender points, associata al diffuso dolore a livello muscolo-scheletrico è il carattere distintivo della diagnosi della fibromialgia rispetto a patologie con caratteristiche similari.
Fibromialgia – Cause
Le cause della fibromialgia sono sconosciute. Si ipotizza che determinati fattori possano scatenare la sindrome (eventi stressanti sia a livello fisico che psichico); molti autori ipotizzano che la fibromialgia possa essere causata da un difetto della comunicazione intracellulare. Questa ipotesi nasce dal fatto che due peculiarità della fibromialgia sono l’iperalgesia (aumentata risposta a uno stimolo che è normalmente doloroso secondo la definizione dello IASP, l’International Association for the Study of Pain) e l’allodinia (il dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non provoca dolore, secondo la definizione IASP); si tratterebbe quindi di interpretazioni errate di “informazioni” che vengono inviate a livello centrale. Iperalgesia e allodinia sono presenti in altri tipi di patologie, ma non in modo persistente e diffuso come nel caso della fibromialgia. L’errato funzionamento a livello neuro-trasmissivo causerebbe il non corretto funzionamento del sistema nervoso neurovegetativo provocando un’insufficiente irrorazione sanguigna a livello muscolare con conseguente dolorabilità, tensione e astenia.
Un contributo – Ho sottoposto 36 soggetti cui era stata diagnosticata la fibromialgia al Test della personalità: nessuno è risultato equilibrato. Sono sani fisicamente, ma non psicologicamente.
Purtroppo molti credono che il disagio psicologico non sia una malattia, che può capitare a tutti ecc. Non è vero. Il mio lavoro identifica nella popolazione una percentuale del 10% di soggetti che sono immuni da questo disagio perché hanno una personalità equilibrata i cui tratti sono studiati nella sezione Felicità del sito. Se, per esempio, una persona equilibrata vive una situazione negativa, può essere delusa, triste ecc., ma non si punisce facendosi venire un malessere, rivolgendo verso la sua parte fisica ciò che psicologicamente non sa gestire.
Il trattamento (qualunque) di un soggetto affetto da fibromialgia ha diverse possibilità di suscitare un buon miglioramento (non la guarigione) se il terapeuta è molto premuroso perché il paziente vede inconsciamente il trattamento come un’assoluzione dalla sua autopunizione. Le percentuali di miglioramento che sono vantate da questo o quel trattamento sono poi amplificate dall’effetto fuga: il paziente non torna perché ha avuto scarsi benefici, ricadute ecc. e il terapeuta lo giudica guarito!
Il business dietro la malattia
Questo paragrafo doveva riguardare solo le cure, ma è doveroso sottolineare che attorno alla fibromialgia si è creato un business di diagnosi molto semplicistiche. Riporto da uno dei siti leader nello studio della fibromialgia: solo una bassa percentuale di persone è affetta da fibromialgia, la maggior parte soffre di uno o più disturbi somatoformi, ma non è affatto facile distinguerli. Nello stesso sito (ved. parte terminale della pagina indicata), vengono descritti i disturbi somatoformi che inducono a diagnosi errate.
Il delirio di onnipotenza dei medici e il desiderio dei pazienti di avere una diagnosi certa portano spesso a errate diagnosi di fibromialgia con conseguenti cure parzialmente (alcune qualcosa fanno curando sintomi generici) inutili.
Fibromialgia – Cure
Per quanto riguarda le cure, a livello farmacologico sono essenzialmente due i tipi di farmaci usati nella terapia della fibromialgia: i farmaci miorilassanti e i farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina (i cosiddetti SSRI, acronimo inglese per Selective Serotonin Reuptake Inhibitors). Generalmente le due tipologie di farmaci vengono associate. I farmaci miorilassanti riducono il tono muscolare e, conseguentemente, diminuiscono i fenomeni tensivi alleviando la sensazione dolorosa; i farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina sono usati principalmente quali farmaci antidepressivi e vengono prescritti perché hanno dimostrato una notevole efficacia sia nella riduzione dell’astenia sia nel miglioramento della qualità del sonno. Altri farmaci che si stanno sperimentando sono i cosiddetti SSNRI (acronimo inglese per Selective Serotonin-Noradrenalin Reuptake Inhibitors) ovvero i farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina. Non sono considerati di primaria importanza i farmaci antinfiammatori non steroidei anche se, a dosaggi non elevati, sono in grado di lenire le sensazioni dolorose. I farmaci steroidei (i cortisonici) invece sembrano essere totalmente inefficaci.
A livello non farmacologico sono moltissimi i tipi di cure, più o meno note, che sono utilizzate per trattare fibromialgia; si va dalla ionoforesi alla termoterapia, dalla TENS al biofeedback elettromiografico; vi sono poi i sostenitori dell’approccio alternativo che suggeriscono di impiegare terapie quali l’omeopatia, la fitoterapia, la ginnastica dolce, lo yoga ecc. Nonostante alcuni autori sostengano la validità delle terapie non farmacologiche non vi sono, attualmente, evidenze scientifiche che confermino l’efficacia delle terapie cosiddette non convenzionali. Appare quindi corretto affermare che, allo stato dell’arte, non si può parlare di cure risolutive della fibromialgia.
Fibromialgia e malattie “inesistenti”
Uno dei difetti della Rete è sicuramente quello di amplificare la diffusione delle malattie inesistenti: sindrome metabolica, fibromialgia, intolleranze alimentari, sindrome da deficit di attenzione, sindrome da stanchezza cronica ecc.
Ovviamente, qualcosa di vero attorno a queste malattie c’è, ma, per tutta una serie di motivi, non si dovrebbero considerare “malattie” che in un numero limitato di casi. Non a caso, per alcune di esse (come la sindrome da deficit di attenzione) molti medici dubitano dell’esistenza e delle diagnosi di molti loro colleghi.
Chi sa qualcosa di medicina sa che una sindrome non è una patologia. La sindrome è semplicemente un insieme di sintomi che può avere cause molto diverse.
Psicologicamente è molto comodo scambiare una sindrome per una patologia: praticamente ho già scoperto la causa (è una malattia!), quindi, non dipende da me.
Per esempio una persona in sovrappeso potrebbe inventare la sindrome da costituzione robusta. Una persona che ha fastidi di ogni genere potrebbe usarli per convincersi che soffre di un’intolleranza alimentare. Chi è svogliato, senza oggetti d’amore, scambierà un qualunque dolorino per la manifestazione più evidente di fibromialgia. Fino ad arrivare al genitore che, non sapendo come gestire il figlio, sarà assolutamente certo che soffre di sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
La medicina ufficiale mette in guardia dalle malattie inesistenti, spiegando chiaramente che pochi sono i casi reali; per esempio si parla di intolleranza al lattosio o al glutine, ma un qualunque medico dovrebbe dirvi che non esistono esami attendibili per dimostrare l’intolleranza ai lieviti.
Purtroppo il paziente che ha sintomi spiacevoli va in Rete e si lascia ammaliare da pagine poco scientifiche (molte delle quali orientate al business che c’è attorno alla malattia inesistente), anche perché lui “vuole” trovare una soluzione al suo problema. Ecco allora che confonde l’AND delle condizioni (perché si parli di una malattia è necessario che ci siano tutti i sintomi) con l’OR (ho un sintomo dei 587 previsti, quindi ho la malattia!!!).
Risultato: si moltiplicano i casi di questa o quella patologia (sindrome) e i pazienti, anziché cercare di migliorare il loro stile di vita, tirano un sospiro di sollievo e si affidano alle medicine che da un lato non risolvono che di poco la situazione (di solito per effetto placebo) e dall’altro hanno comunque pesanti effetti collaterali (vedasi gli psicofarmaci prescritti in molte “malattie inesistenti”).
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