La febbre reumatica è una patologia infiammatoria acuta generalizzata che può interessare diversi distretti corporei; le sedi maggiormente interessate da questa patologia sono il cuore, le grandi articolazioni, la cute e il sistema nervoso.
Fino alla fine della Seconda Guerra mondiale, la febbre reumatica è stata la patologia reumatica più diffusa; attualmente, grazie alla diffusione dei farmaci antibiotici e al miglioramento generalizzato delle condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie, tale disturbo è molto meno frequente. Attualmente, nel nostro Paese si registra un caso ogni 100.000 persone; in Paesi più arretrati dal punto di vista socio-economico, la febbre reumatica è decisamente più diffusa (in alcune nazioni l’incidenza è di circa 100 casi su 100.000 persone).
La malattia può colpire indistintamente maschi e femmine e la sua incidenza è particolarmente elevata nel periodo che va dai 5 ai 15 anni. L’insorgenza di febbre reumatica in soggetti adulti è un’evenienza rara, ma pur sempre possibile.
La malattia può guarire anche senza che venga effettuato alcun trattamento, ma in questo caso c’è il concreto rischio che la patologia provochi dei danni permanenti.
Sostanzialmente, come vedremo più nel dettaglio nei paragrafi successivi, la febbre reumatica è una complicazione di faringite o scarlattina, due patologie che vedono coinvolto lo Streptococcus Pyogenes (streptococco beta-emolitico di gruppo A).
Nota – La febbre reumatica è conosciuta anche come malattia articolare acuta o reumatismo articolare acuto).
Cause
Per moltissimo tempo si è ritenuto che la febbre reumatica fosse dovuta esclusivamente allo streptococco beta-emolitico di gruppo A; oggi, invece, si ritiene che la causa della malattia sia decisamente più complessa e che lo streptococco in questione non sia l’unico fattore coinvolto nella comparsa della patologia. La febbre reumatica sarebbe dovuta infatti a un malfunzionamento del sistema immunitario che, nel momento in cui si attiva per difendere l’organismo dall’attacco del batterio, finisce per attaccare (e distruggere) alcune proteine presenti nell’organismo perché le ritiene, erroneamente, molecole di origine batterica; questo attacco è la causa principale del processo infiammatorio che si manifesta in tutti quei distretti in cui sono presenti tali molecole che il sistema immunitario ora ritiene pericolose per l’integrità dell’organismo.
Quello che ancora non è noto è perché il sistema immunitario commetta questo errore. Studi effettuati hanno individuato possibili fattori di rischio ambientali e genetici, ma ancora non sono disponibili inequivocabili evidenze scientifiche.
Febbre reumatica – Sintomi e segni
Sono vari i sintomi e i segni che possono manifestarsi in caso di febbre reumatica; fra i principali vanno citati: artrite a carico delle grandi articolazioni, problemi cardiaci legati all’infiammazione del miocardio (l’involucro muscolare del cuore), dolore toracico, dolore addominale, corea di Sydenham (anche corea reumatica o ballo di San Vito, un’encefalite comune a molte patologie reumatiche), febbre, linfonodi ingrossati e noduli sottocutanei.
Alcuni dei segni e dei sintomi citati sono molto generici (per esempio i dolori addominali e quelli al torace) e sono comuni ad altre patologie; altri, come la corea di Sydenham, sono più caratteristici; in linea generale, è opportuno richiedere accertamenti più approfonditi nel caso cui si osservi una forte faringite, ma senza i classici segni e sintomi che caratterizzano il raffreddore, ingrossamento linfonodale, difficoltà nel deglutire, lingua molto rossa e con lievi escrescenze, febbre compresa tra i 38 e i 38,5 °C e la comparsa di rash cutaneo (prima tra testa e collo e in seguito nel tronco); questa eruzione cutanea è nota anche come epitelio marginato. Si tratta di un arrossamento cutaneo non doloroso, che non dà prurito e caratterizzato da bordi frastagliati. Il rash cutaneo non è un segno sempre presente (si manifesta in un paziente su dieci) e ha la tendenza a scomparire e ricomparire spontaneamente.

La febbre reumatica può colpire indistintamente maschi e femmine e la sua incidenza è particolarmente elevata nel periodo che va dai 5 ai 15 anni.
Complicazioni
La febbre reumatica non è una patologia da prendere sottogamba perché, se non trattata adeguatamente, può essere causa di danni permanenti alle valvole cardiache.
Fra le patologie cardiache più comuni causate dalla malattia si devono ricordare fibrillazione atriale, insufficienza aortica, insufficienza mitralica, stenosi valvolare e miocardio danneggiato e indebolito.
Vale la pena ricordare che chi è stato colpito da reumatismo articolare acuto è purtroppo predisposto a ricadute, in particolar modo se viene nuovamente infettato dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A.
Diagnosi
La diagnosi di febbre reumatica comporta il ricorso all’esame obiettivo del soggetto, alle analisi del sangue e a esami strumentali.
Fra gli esami del sangue che vengono richiesti quando si sospetta la presenza di febbre reumatica vanno ricordati VES (velocità di eritrosedimentazione) e proteina C reattiva (PCR); gli esami strumentali più frequentemente utilizzati sono l’elettrocardiogramma (ECG) e l’ecocardiogramma. L’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A può essere documentata attraverso l’esecuzione di un tampone faringeo; in alternativa possono essere ricercati gli anticorpi verso gli antigeni streptococcici (TAS, titolo anti-streptolisinico).
Febbre reumatica – Terapia
Attualmente non esiste una terapia specifica per la febbre reumatica ed è necessario attendere che il problema si risolva in modo spontaneo; purtuttavia è necessario somministrare ai pazienti alcuni farmaci (sia antinfiammatori sia antibiotici) che hanno essenzialmente i seguenti scopi: ridurre l’intensità della sintomatologia, abbassare il rischio di riportare danni permanenti, distruggere i batteri beta-emolitici di gruppo A e prevenire altre infezioni batteriche.
Fra i farmaci antinfiammatori più comunemente prescritti in caso di febbre reumatica vanno ricordati i FANS (generalmente ibuprofene e naprossene), l’aspirina e il prednisolone (un glucocorticoide riservato alle forme più severe); fra i farmaci antibiotici comunemente prescritti vi sono le penicilline.
Ai soggetti nei quali si sono manifestati segni tipici della corea di Sydenham vengono di solito somministrati dei farmaci anticonvulsivanti (come, per esempio, l’acido valproico).
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