L’ernia iatale è un disturbo che interessa larghe percentuali della popolazione adulta e di quella anziana; è, in sostanza, una particolare condizione anatomica caratterizzata dalla risalita di una porzione dello stomaco dalla cavità addominale alla cavità toracica.
L’ernia iatale è una condizione abbastanza diffusa dal momento che colpisce il 15% circa della popolazione, anche se molti autori ritengono che il problema sia decisamente sottostimato. Si riscontra più frequentemente nei soggetti che hanno superato i cinquant’anni di età (la presenza di un’ernia iatale è di fatto riscontrabile nella quasi totalità dei soggetti che hanno superato gli ottant’anni), nelle donne e nei soggetti sovrappeso e obesi.
Le possibilità di riscontro nei bambini sono bassissime, ma non nulle; se presente, è, nella grande maggioranza dei casi, una condizione congenita che, generalmente, è associata ad altre patologie.
Esistono diverse tipologie di ernia iatale; secondo la classificazione più comune si distinguono:
- ernie iatali da scivolamento (le più comuni)
- ernie iatali paraesofagee (o da arrotolamento)
- ernie iatali miste
- ernie iatali da brachiesofago (o da esofago corto).
Ernia iatale da scivolamento
L’ernia iatale da scivolamento è, senza ombra di dubbio, la forma più frequente dal momento che rappresenta circa il 90% dei casi. Colpisce maggiormente la popolazione femminile. È caratterizzata dal passaggio di una parte dello stomaco attraverso lo iato esofageo. Ciò provoca una spinta verso l’alto della giunzione gastroesofagea dando luogo alla sintomatologia tipica della malattia del reflusso gastroesofageo con conseguente esofagite; si verificano quindi con frequenza sintomi quali pirosi (bruciori di stomaco), reflusso acido in bocca o nelle via aeree e dolore retrosternale. I sintomi possono farsi più acuti in seguito all’assunzione di alimenti che favoriscono la distensione addominale o quando si verificano situazioni che determinano un aumento della pressione addominale.
Diversi sono i fattori predisponenti all’ernia iatale da scivolamento; i principali sono l’appiattimento del diaframma che può essere causato da enfisema polmonare, obesità, scoliosi ecc.); l’aumento della pressione addominale (le cause principali sono la stitichezza e la gravidanza); la debolezza di alcune strutture anatomiche (la membrana freno-esofagea, il legamento gastro-frenico, il legamento gastro-epatico e le fibre muscolari di Rouget).
Ernia iatale paraesofagea
Questa forma, più grave della precedente, si riscontra con minore frequenza rispetto all’ernia iatale da scivolamento (essa rappresenta, infatti, soltanto il 5% dei casi circa) e la sua sintomatologia è alquanto diversa.
Nella forma paraesofagea, una porzione dello stomaco si viene a trovare internamente al torace, vi può essere formazione di anse interne al sacco intestinale che possono riempirsi di gas; i sintomi più frequenti sono la sensazione di gonfiore addominale, il dolore, dispnea (difficoltà respiratoria) e tosse; occasionalmente possono verificarsi sanguinamenti digestivi.
Ernia iatale mista
Le ernie iatali miste presentano caratteristiche comuni all’ernia iatale da scivolamento e a quella paraesofagea.
Molto di rado, si arriva alla condizione limite in cui tutto lo stomaco forma un’ernia nella cassa toracica; in questo caso si parla di ernia iatale complicata.
Ernia iatale da brachiesofago
In questo caso il problema è dovuto a una malformazione congenita (anche se in rari casi può essere provocato dall’ingestione accidentale di acidi): il brachiesofago ovvero un esofago che è più corto del normale.
Cause e fattori di rischio
Non c’è una totale concordanza relativamente alle cause che portano alla formazione di un’ernia iatale. Fra le ipotesi più accreditate troviamo:
- la perdita di elasticità della giunzione gastroesofagea che viene a verificarsi a causa della ripetitività dei meccanismi della deglutizione.
- Maggiore ampiezza, rispetto alla norma, dell’apertura diaframmatica che consente il passaggio dell’esofago dal torace all’addome, situazione che facilita uno scivolamento di una porzione dello stomaco nel torace.
- Riduzione della lunghezza dell’esofago a causa di altre patologie; questo accorciamento rende più facile la risalita di una porzione dello stomaco nel torace.
- Accumulo di grasso nei fasci muscolari con i quali il diaframma si inserisce sulla colonna vertebrale; questo accumulo provoca una modificazione strutturale della giunzione gastroesofagea e incrementa la pressione a livello dell’addome.
Fra i fattori di rischio più comuni per l’insorgenza di ernia iatale si devono senz’altro ricordare il sovrappeso, la gravidanza, gli sforzi fisici intensi e improvvisi (per esempio, il sollevamento di pesi ecc.) e il fumo di sigaretta.
Ernia iatale – Sintomi
In moltissimi casi l’ernia iatale è un disturbo asintomatico; in altre circostanze, invece, la condizione può manifestarsi con una grande varietà di sintomi e segni:
- sintomi e segni digestivi
- sintomi e segni cardiorespiratori
- sintomi e segni generali.
I sintomi digestivi più comuni che caratterizzano l’ernia iatale sono difficoltà nel digerire, rigurgito acido, eruttazioni, bruciori retrosternali; in alcuni casi si hanno stipsi, diarrea, dolori in sede epigastrica (zona nota più comunemente come bocca dello stomaco) e, più raramente, vomito.
In molti casi si registrano spesso anche salivazione intensa e raucedine.
Spesso questi sintomi hanno la tendenza a comparire o comunque a peggiorare quando il soggetto compie sforzi di una certa intensità o, nel caso delle donne, nel corso della gravidanza (è l’aumento della pressione intraddominale che scatena o aggrava i vari sintomi).
La sintomatologia può essere peggiorata anche dalla posizione orizzontale o nel caso in cui ci si metta a testa in giù (per esempio, quando si fa il gesto di raccogliere qualcosa o di allacciarsi le scarpe).
I sintomi cardiorespiratori sono perlopiù presenti nel caso di ernia iatale paraesofagea e consistono in dispnea, episodi improvvisi sia di bradicardia che di tachicardia, angina pectoris, vertigini, collasso.
I sintomi generali sono rappresentati nella stragrande maggioranza dei casi da un quadro anemico dovuto o a malassorbimento gastrico del ferro (anemia sideropenica) o a lesioni della mucosa gastroesofagea con conseguenti perdite ematiche.
Diagnosi
Va innanzitutto precisato che la presenza di alcuni dei sintomi riportati precedentemente non consente di formulare la diagnosi certa di ernia iatale dal momento che determinate manifestazioni cliniche sono più o meno sovrapponibili a quelle di molte altre malattie che interessano l’apparato gastrointestinale (la diagnosi differenziale si pone con condizioni patologiche quali esofagite, reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera peptica, patologie della colecisti ecc.); la conferma diagnostica può essere ottenuta eseguendo esami clinici quali:
- una radiografia del tubo digerente a doppio contrasto, un esame che è in grado di evidenziare la presenza o no dell’ernia iatale;
- un’esofagogastroduodenoscopia (EGDS) che permette di evidenziare anche l’eventuale presenza di danni causati dal reflusso sulla mucosa, di ulcere, di formazioni pre-neoplastiche, di sanguinamenti ecc. Inoltre questo esame può rivelare l’eventuale presenza di altre patologie a livello dello stomaco o del duodeno, caso spesso frequente nei soggetti che sono affetti da ernia iatale.
Ernia iatale – Cura
Le cure che possono essere messe in atto una volta che si è riscontrata con certezza la presenza di ernia iatale sono sostanzialmente due: la cura conservativa e la cura chirurgica.
La cura conservativa si avvale di interventi di tipo farmacologico (prescrizione di farmaci che hanno lo scopo di ridurre la secrezione acida quali, per esempio, gli inibitori della pompa protonica nonché farmaci antiacidi che servono ad alleviare i bruciori di stomaco) e di tipo nutrizionale (educazione alimentare e dieta mirata); questi interventi puntano soprattutto alla riduzione del reflusso gastroesofageo e a prevenire le complicazioni più comuni.
Di notevole importanza sono alcuni interventi sullo stile di vita:
- svolgere una costante attività fisica che consenta raggiungere e/o mantenere un peso ideale (come abbiamo visto, il sovrappeso è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di un’ernia iatale)
- seguire un’alimentazione equilibrata (da evitare in particolar modo gli abusi di alcolici)
- smettere di fumare
- evitare l’uso indiscriminato di quei farmaci (FANS in particolar modo) che possono causare disturbi gastrointestinali
- evitare di indossare quei capi di abbigliamento che aumentano la pressione sullo stomaco
- dormire utilizzando un cuscino sotto la testa (serve a ostacolare il reflusso gastroesofageo); si eviti invece di dormire mettendo un cuscino sotto la pancia.
Quando la cura di tipo conservativo non sortisce effetti degni di nota o nel caso in cui ci si trovi di fronte a complicanze particolarmente serie (ernia iatale complicata) il medico potrà prendere in considerazione il ricorso alla terapia chirurgica. Gli interventi chirurgici per la cura dell’ernia iatale sono di tipo mini-invasivo (chirurgia laparoscopica).
Vale la pena ricordare che nel caso di pazienti in forte sovrappeso, prima di procedere chirurgicamente si dovranno seguire tutte quelle indicazioni atte a ridurre il peso corporeo.
Gli scopi dell’intervento chirurgico sono il riposizionamento nell’addome della porzione di stomaco passata nel torace, la ricostruzione anatomica e funzionale dello iato esofageo e della giunzione gastroesofagea e la riduzione dell’apertura diaframmatica.
Dieta per ernia iatale – Cosa mangiare
Molti lettori ci chiedono cosa è meglio mangiare quando si è affetti da ernia iatale; precise indicazioni di tipo dietetico possono essere reperite nel nostro articolo specifico (Dieta per ernia iatale); qui ci limitiamo a ricordare che un corretto approccio alimentare è di fondamentale importanza nella gestione dei problemi causati dall’ernia; è, per esempio, opportuno evitare certi tipi di alimenti fra cui alcolici e superalcolici, bevande gassate, condimenti piccanti, caffè, formaggi grassi, fritture ecc.); fra i cibi permessi si ricordano invece carne magra, formaggi magri, frutta (evitando di eccedere con gli agrumi), pasta, riso, verdure, yogurt ecc.
Eventuali complicanze
L’ernia iatale non è in sé una patologia particolarmente grave, ma in alcuni casi può dar luogo a complicanze di una certa gravità. Fra le più frequenti vanno ricordate l’anemia (può essere dovuta a malassorbimento gastrico del ferro o a lesioni della mucosa gastroesofagea con conseguenti perdite ematiche), la stenosi dell’esofago (causata da continuo stato infiammatorio provocato dal reflusso; la stenosi esofagea può compromettere, nei casi più seri, il regolare transito del cibo), l’ulcera gastrica (dovuta a un’eccessiva secrezione di acidi e succhi gastrici) e l’esofago di Barrett (una condizione per la quale il rivestimento mucoso esofageo si trasforma strutturalmente per reagire alla continua azione acida cui è sottoposto; questa trasformazione è considerata come condizione precancerosa che aumenta notevolmente il rischio di sviluppare un tumore a carico dell’esofago).
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