L’edema polmonare è una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di fluidi nello spazio interstiziale e/o in quello alveolare dei polmoni (il cosiddetto spazio extra-vascolare); tale condizione è causa di difficoltà respiratorie perché provoca una diminuzione della capacità di scambio dei gas respiratori (vale a dire, l’ossigeno e l’anidride carbonica). Nei casi più gravi, la situazione clinica può degenerare sfociando nell’insufficienza respiratoria.
La presenza dei liquidi nello spazio extra-vascolare può verificarsi tramite due modalità: trasudazione o essudazione; si parla di trasudazione quando, in seguito a un incremento della pressione dei vasi sanguigni, si verifica una fuoriuscita di liquidi (trasudato); si parla invece di essudazione quando la fuoriuscita di liquidi è determinata da una compromissione della permeabilità delle pareti dei vasi a causa di un processo infiammatorio; la lesione causata dall’infiammazione consente la fuoriuscita di liquidi (in questo caso si parla di essudato), piuttosto ricco di componenti solidi quali proteine plasmatiche e cellule sanguigne.
Il verificarsi di una trasudazione oppure di un’essudazione dipende dalle cause che hanno determinato l’insorgere l’edema polmonare; in estrema semplificazione si distinguono due tipologie di questo processo morboso: edema polmonare cardiogeno (determinato da un’anomalia cardiaca) e non cardiogeno (determinato da condizioni patologiche non relative al cuore).
Evoluzione
L’evoluzione di un edema ai polmoni può essenzialmente suddividersi in quattro fasi.
Nel corso della prima fase si verifica la fuoriuscita di liquidi (come abbiamo visto, ciò può avvenire per essudazione o trasudazione) a ridosso degli spazi interstiziali (si parla appunto di edema polmonare interstiziale).
Durante la seconda fase i liquidi (essudato o trasudato) raggiungono gli spazi che si trovano a ridosso di bronchi, bronchioli e vasi sanguigni.
Nel corso della terza fase i liquidi si accumulano intorno agli alveoli.
Durante l’ultima fase, la quarta, il liquido finisce per inondare gli alveoli (e infine le vie respiratorie.
Edema polmonare – Cause
Sono molte le possibili cause di edema polmonare; quelle alla base di un edema polmonare cardiogeno sono:
- cardiopatie ischemica
- cardiopatia ipertensiva
- cardiopatia congenita
- stenosi aortica
- stenosi mitralica
- aritmia cardiaca
Per quanto si tratti di condizioni diverse tra loro, hanno in comune il fatto di poter indurre l’insorgenza di un edema ai polmoni; interessano la metà sinistra del cuore.
Per quanto riguarda invece l’edema polmonare non cardiogeno, fra le principali condizioni patologiche che possono causare il suo insorgere vanno ricordate le seguenti:
- ipertensione delle vene polmonari
- patologie veno-occlusive a carico del polmone
- patologie a carico del pericardio
- patologie epatiche
- polmonite
- pneumotorace
- mal di montagna
- embolia polmonare
- abuso di farmaci oppiacei
- inalazione di sostanze tossiche
- alterazione della permeabilità della membrana alveolo-capillare
- linfomi
- shock anafilattico
- gestosi.
Edema polmonare – Sintomi e segni
Le manifestazioni cliniche legate alla presenza di edema polmonare sono numerose; fra queste si ricordano soprattutto:
- difficoltà respiratoria (dispnea)
- comparsa di difficoltà respiratoria in posizione supina (dispnea da decubito od ortopnea)
- ipersudorazione
- dolore toracico
- cardiopalmo (palpitazioni)
- tachicardia (battito cardiaco accelerato)
- tosse secca
- emoftoe (anche sputo ematico; è l’emissione di muco frammisto a tracce di sangue in seguito a un colpo di tosse)
- cianosi (uno stato di colorazione bluastra della pelle e delle mucose).
Le difficoltà respiratorie possono manifestarsi in seguito a uno sforzo fisico oppure anche a riposo; quest’ultimo caso è generalmente indice di una maggiore gravità della situazione.
Diagnosi
La diagnosi di edema polmonare si avvale di diverse tecniche; in particolare si ricordano l’auscultazione, la radiografia del torace, la TAC torace, l’elettrocardiogramma, l’ecocardiografia, il cateterismo cardiaco, il cateterismo polmonare, la coronarografia e l’emogasanalisi.
L’auscultazione (anche, ma meno comunemente, ascoltazione) è un esame clinico che consiste nell’ascoltare i rumori che provengono dall’organismo; viene effettuato appoggiando direttamente un orecchio sulla parte oggetto di indagine oppure, più comunemente, ricorrendo a uno stetoscopio; grazie a questo strumento è possibile individuare l’eventuale presenza di rantoli (rumori causati dal movimento dell’aria respiratoria in cavità naturali o patologiche che contengano materiale secretorio o trasudatizio); nel caso di edema ai polmoni, i rantoli sono dovuti ai fluidi fuoriusciti e alle bolle che esso crea negli alveoli; nel caso sia presente una certa patologia cardiaca, il percepire un caratteristico soffio consente spesso di farsi un’idea abbastanza precisa della causa a monte dell’edema polmonare.
La radiografia del torace (RX torace) è l’esame che permette di individuare la presenza di edema polmonare e consente di discriminare fra edema interstiziale e alveolare.
La TAC torace è un esame di diagnostica per immagini che viene solitamente eseguito per escludere l’eventuale presenza di embolia polmonare.
L’elettrocardiogramma (ECG) è una tecnica diagnostica che serve a misurare l’attività elettrica del cuore; nel caso in cui si sospetti la presenza di edema polmonare, l’ECG può aiutare a individuare la presenza di patologie cardiache o di aritmie; si tratta quindi di un’indagine che serve a identificare le cause alla base dell’edema.
L’ecocardiografia (anche ecografia cardiaca) è una tecnica di indagine che si basa sull’utilizzo di ultrasuoni in un intervallo di frequenza compreso fra 2 e 10 MHz; essa consente di visualizzare e studiare di endocardio, miocardio e pericardio. Con questo esame si ottengono varie informazioni tra le quali volume, dimensione e spessore delle cavità e delle pareti aortiche, atriali e ventricolari. Come facilmente si può intuire, è un’indagine che ha notevole utilità nel caso in cui si abbia il sospetto di un edema polmonare cardiogeno.
Il cateterismo cardiaco è un esame che viene effettuato tramite l’impiego di un catetere flessibile che viene spinto fino al cuore attraverso vasi, arterie e vene e che consente di osservare con notevole precisione le cavità cardiache e i grandi vasi. Serve a valutare se all’origine dell’edema polmonare vi sia una patologia cardiaca oppure no.
Il cateterismo polmonare è un esame che sfrutta un catetere che viene condotto nei polmoni; serve a misurare la pressione all’interno dei vasi capillari.
La coronarografia serve a confermare o a escludere una patologia delle coronarie che possa giustificare la presenza di edema polmonare.
L’emogasanalisi viene effettuata su un campione di sangue arterioso; con questo esame si valutano le pressioni dei gas arteriosi e il pH del sangue.

L’edema polmonare è una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di fluidi nello spazio interstiziale e/o in quello alveolare dei polmoni.
Edema polmonare – Terapia
La terapia dell’edema polmonare contempla interventi diversi a seconde delle cause che ne stanno alla base; le procedure e i protocolli sono molto complessi ed è qui impossibile, e comunque di poca utilità descriverli nel dettaglio; qui possiamo limitarci a ricordare che l’edema polmonare è un’emergenza clinica che richiede un trattamento tempestivo in ambiente ospedaliero; in estrema sintesi possiamo riassumere la terapia suddividendola in tre interventi principali: somministrazione di ossigeno, intubazione (nel caso in cui si sia di fronte a un’insufficienza respiratoria grave) e somministrazione di farmaci: diuretici (allo scopo di ridurre la quantità dei fluidi fuoriusciti) e morfina (per sedare il paziente e favorire l’atto respiratorio).
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