L’eczema è una patologia cutanea decisamente frequente; gli eczemi costituiscono infatti dal 30% al 50% di tutti i problemi di tipo dermatologico e comprendono un insieme di dermatiti a carattere infiammatorio, non contagioso, che colpiscono la superficie della pelle.
Generalmente la patologia comprende una fase acuta (infiammazione violenta, essudativa, con eritema, edemi, vesciche, secrezioni), una subacuta (con sintomi di infiammazione cronica, come papule e papulo-vescicole) e una cronica (i processi infiammatori diminuiscono e si ha un ispessimento della superficie cutanea e dello strato corneo, con conseguenti screpolature).
Le zone più spesso interessate sono il volto, il collo, le ascelle, l’inguine, le pieghe dei gomiti e quelle dei ginocchi, le mani e le braccia.
L’eczema può essere localizzato, ovvero presente in una zona limitata della superficie cutanea, oppure esteso più o meno diffusamente. In molti casi le lesioni si presentano in modo simmetrico.
Tipologie e cause
La tipologia più frequente è, senza ombra di dubbio alcuno, l’eczema da contatto (anche allergico); questa forma infatti rappresenta da sola circa il 70% di tutti gli eczemi (si veda l’articolo Dermatite irritativa da contatto).
Il problema viene provocato dal contatto con agenti di tipo fisico (calore, luce solare, radiazioni ecc.), di tipo meccanico, chimico, microbico, iatrogeno ecc. Non è ovviamente possibile stilare una lista delle sostanze che a contatto con la cute possono dare origine all’eczema; esse infatti sono numerosissime e totalmente diverse fra di loro; si va dalle sostanze usate per i prodotti cosmetici (deodoranti, smalto per unghie, tinture per i capelli, shampoo, bagnoschiuma ecc.) o per la pulitura (saponi, detersivi ecc.) a quelle per la tintura degli abiti, dalle sostanze presenti nei fiori, nelle piante e nelle verdure a quelle medicinali (per esempio antibiotici o antistaminici) ecc.

L’eczema è una delle manifestazioni tipiche delle dermatiti.
Molto spesso il disturbo dipende da fattori di tipo occupazionale; la patologia è cioè provocata da sostanze che vengono maneggiate nell’esercizio della propria professione (un caso particolare è il cosiddetto bakers’eczema, l’eczema dei fornai, ma le professioni interessate sono numerose: imbianchini, lavandaie, operai impiegati nell’edilizia e nel settore tessile, pasticceri, pittori ecc.).
La seconda tipologia più frequente è l’eczema atopico (15-16% circa dei casi).
L’eczema atopico è un’infiammazione superficiale della pelle, cronica, pruriginosa, spesso correlata a una storia personale o familiare di patologie allergiche (asma allergica, rinocongiuntivite allergica ecc.).
Le cause dell’eczema atopico non sono note, ma si ritiene che tale patologia possa essere scatenata da sostanze respirate o ingerite. Sono probabilmente implicati vari fattori di carattere genetico, immunologico e ambientale. Un’associazione frequente è quella fra eczema atopico e le allergie agli acari della polvere o al latte.
Meno frequente è l’eczema seborroico (8% dei casi); questa forma si presenta generalmente nei primi mesi di vita con lesioni che si localizzano generalmente nel volto, particolarmente sulle guance; l’eczema seborroico ha la tendenza a risolversi spontaneamente entro i primi due anni di vita; tuttavia, una piccola parte dei soggetti continua a presentare alcuni problemi di tipo eritematoso anche in seguito.
I rimanenti casi (circa il 6%) sono rappresentati da una particolare forma della patologia, nota come eczema disidrosico (anche disidrosi bollosa), le cui cause di sono attualmente sconosciute; può manifestarsi a tutte le età, ma si presenta più frequentemente nelle persone adulte o anziane.
Le cause dell’eczema sono argomento di una certa complessità; molti autori concordano sul fatto che per quanto la forma da contatto, che viene provocata da una causa esogena (esterna), c’è sempre la presenza di un fattore individuale predisponente; nella forma atopica, oltre all’indispensabile fattore predisponente, sono altre le cause che provocano la patologia, ma mentre nel caso dell’eczema da contatto la causa può essere individuata con certezza (esposizione ripetuta a una particolare sostanza o a un particolare agente fisico), lo stesso non può dirsi dell’eczema atopico; per una trattazione più particolareggiata riguardo a quest’ultima forma della patologia rimandiamo comunque all’articolo a essa dedicato
Segni e sintomi di eczema
Come abbiamo visto, le forme della patologia sono diverse e tutte possono presentare un quadro clinico differente sia relativamente alla morfologia sia relativamente alla localizzazione delle lesioni, ma le fasi principali sono comuni a tutte le tipologie di eczema; tali fasi sono:
- eritema
- vescicolazione
- essudazione
- desquamazione
- lichenificazione.
L’eritema è il tipico arrossamento cutaneo provocato da un incremento dell’afflusso di sangue dovuto alle problematiche di tipo infiammatorio; le vescicole sono minuscole raccolte di liquido di colore chiaro che compaiono al di sotto dello strato esterno dell’epidermide, il liquido proviene da stravasi sierosi o ematici dei vasi sottocutanei dilatati; l’essudazione si verifica dopo la rottura delle vescicole che provoca la formazione di una superficie essudante priva di epitelio; la desquamazione (da alcuni definita anche fase di riparazione) è la fase durante la quale inizia la ricostruzione dell’epitelio, mentre il termine lichenificazione indica un aumento dello spessore dell’epidermide che diventa più dura e secca, la lichenificazione è provocata dal grattamento indotto dal prurito, un sintomo sempre presente in ogni forma di eczema.
Complicanze
Come ricordato poco sopra, un sintomo sempre presente è rappresentato dal prurito, esso induce il soggetto a grattarsi provocando escoriazioni sanguinanti che provocano ulteriore prurito e sono un terreno fertile per la comparsa di infezioni virali e batteriche (eczema impetiginizzato).
Una severa complicazione dell’eczema è l’eritrodermia, una condizione patologica caratterizzata da una generalizzazione delle lesioni eritematose che può accompagnarsi a un’intensa desquamazione cutanea.
L’eritrodermia interessa la stragrande maggioranza dei distretti cutanei e persino le mucose, in particolar modo la mucosa orale.
Diagnosi di eczema
Per diagnosticare una forma allergica vengono generalmente utilizzati i cosiddetti test allergologici epicutanei; trattasi sostanzialmente di particolari cerotti cutanei che vengono applicati sulla cute per circa 48 ore e che contengono i sospetti allergeni, o meglio, nel caso di eczema, i sospetti eczematogeni. Gli specialisti hanno a disposizione particolari liste contenenti le sostanze che più comunemente sono all’origine di eczemi acuti o cronici.
La diagnosi di eczema atopico richiede invece un’accurata anamnesi sia personale che familiare; è altresì fondamentale il dosaggio delle immunoglobuline E, tipiche dell’atopia; la quantità delle immunoglobuline presenti a livello ematico è generalmente correlata col grado di severità della patologia.
Terapia dell’eczema
Per quanto riguarda la terapia dell’eczema atopico rimandiamo al già citato articolo a esso dedicato; nelle forme da contatto la terapia (che può essere sistemica o locale) ha lo scopo di ridurre i sintomi, specialmente il prurito, e accelerare la fine della malattia. È ovviamente di fondamentale importanza individuare la sostanza che ha scatenato la reazione ed evitarla, anche ricorrendo a indumenti protettivi (guanti, tute) o creme apposite.
La forma seborroica si cura generalmente con preparati a base di zolfo e acido acetilsalicilico (il principio attivo dell’aspirina).
Nell’eczema disidrosico la terapia prevede sostanzialmente l’utilizzo dei farmaci utilizzati in altre tipologie di eczema (creme barriera e steroidi topici), ma questa forma della patologia può essere più ostica da debellare rispetto alle altre.
Dal momento che negli eczemi disidrosici è comune la presenza di processi infettivi, può essere necessario anche un trattamento basato su farmaci antibiotici (topici nelle forme più leggere, orali nei casi più gravi).
Indice materie – Medicina – Sintomi – Eczema