Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) appartiene allo spettro dei disturbi caratterizzati da ossessioni e compulsioni (DSM V). Può insorgere in fasi della vita diverse, anche se spesso esordisce nell’età giovanile. Se non adeguatamente trattato tende a cronicizzare, con alternanza di fasi di miglioramento e riacutizzazione.
Tra tiranni e sabbie mobili
Convivere con il disturbo ossessivo compulsivo è faticoso e frustrante! Ossessioni e compulsioni come tiranni, sottraggono tempo, libertà e potere all’individuo, costringendolo nella ripetitività di pensieri, immagini e rituali.
Chi è colpito dal disturbo ossessivo compulsivo riconosce l’assurdità di certi propri pensieri e comportamenti, ma nel tentativo di contrastarli ottiene solo un’intensificazione dei sintomi e della sofferenza psicologica. È un po’ come muoversi nelle sabbie mobili: più ci si agita nel tentativo maldestro di liberarsi, più si affonda!
Cosa sono le ossessioni
Si tratta di idee, pensieri, impulsi o immagini vissuti come intrusivi, prive di fondamento logico e slegate dalla realtà, che si presentano autonomamente. Per esempio: “Se dico la parola cancro potrei ammalarmi anche io”. Il contenuto delle ossessioni può generare ansia, sensazione di pericolo, o senso di colpa: “Potrei ammalarmi se tocco quella maniglia”, “Se ho pensato questo, allora sono un immorale”.
Cosa sono le compulsioni
Le compulsioni, o rituali, sono azioni mentali o comportamenti che tentano di risolvere il disagio causato dalle ossessioni; il sollievo che ne deriva però è solo transitorio e l’ossessione si ripresenta immodificata! Ad esempio se l’ossessione è “Le mie mani sono sporche/ infette”, la risposta compulsiva sarà il lavaggio delle mani o l’utilizzo di un disinfettante.
Le diverse forme del disturbo ossessivo compulsivo
Disturbo ossessivo compulsivo da controllo – In questa forma del disturbo ossessivo compulsivo coesistono ossessioni e compulsioni. La persona è coinvolta principalmente in una serie di controlli continui e ripetuti (porta di casa, rubinetto del gas, oggetti ecc.), può temere di aver dimenticato qualcosa, di aver sbagliato, di aver causato involontariamente un danno a persone o cose. Lo scopo dei controlli è prevenire o rimediare incidenti o eventi catastrofici.
Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione – Tema delle ossessioni e delle compulsioni è la paura, per sé o per un proprio caro, del contagio (da germi) o della contaminazione (da sostanze tossiche). I rituali (compulsioni) di conseguenza tentano di neutralizzare il rischio di contagio o contaminazione con lavaggi ripetuti o disinfezione delle mani, degli abiti, di oggetti.
Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria – In questa forma del disturbo, ossessioni e compulsioni coesistono, insieme a una marcata intolleranza al disordine e all’asimmetria. Nell’arco della giornata, anche per ore, la persona è alle prese con il tentativo di ordinare, allineare gli oggetti, disporli simmetricamente, seguendo una logica precisa; stessa dimensione o forma, stesso colore ecc. fino a che ha la sensazione che tutto sia a posto! L’aspetto ossessivo e ritualistico può anche estendersi alla dimensione corporea; gli abiti, i capelli e quindi la pettinatura, le scarpe ecc.
Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione – In questo caso i pensieri ossessivi si rifanno a superstizioni eccessive. Per esempio, il fatto di vedere qualcosa (cimiteri, funerali, ecc..), pronunciare una certa parola, contare qualcosa per un numero di volte considerato insufficiente, viene vissuto come in grado di determinare il verificarsi degli eventi collegati alla superstizione. Le risposte compulsive vengono ripetute e variate in base alla situazione, nel tentativo di evitare gli esiti negativi temuti.
Condotte da accumulo – Le condotte da accumulo, precedentemente classificate come variante del disturbo ossessivo compulsivo, hanno acquisito una loro specificità diagnostica nel DSM V. La persona avverte un impulso irresistibile ad accumulare e conservare oggetti, anche se di scarso valore o facilmente deperibili. L’accumulo può tradursi in una vera e propria collezione; giornali, pacchetti di sigarette vuoti, scontrini ecc. Generalmente le condotte di accumulo non coesistono con le ossessioni.
Ossessioni pure – Si tratta di pensieri e immagini relativi a comportamenti considerati inaccettabili, a sfondo religioso, sociale o sessuale; essere omosessuale o pedofilo, aggredire o danneggiare gravemente qualcuno, agire in modo blasfemo, bestemmiare ecc. Non sono presenti risposte compulsive.
Disturbo ossessivo compulsivo – Cause
L’origine del disturbo ossessivo compulsivo può essere ricondotta a cause biologiche, psicologiche o sociali. Sul piano strettamente psicologico il ruolo primario viene attribuito a esperienze e interazioni educative disfunzionali, caratterizzate da grande rigore e severità, da un sistema di regole ferreo, da punizioni sproporzionate, da reazioni imprevedibili delle figure di riferimento. Da tali esperienze educative deriverebbero: particolare rigidità morale, vulnerabilità rispetto alla colpa e marcato senso di responsabilità che si riscontrano generalmente nella persona colpita dal disturbo ossessivo compulsivo.
Decorso e conseguenze
La malattia tende a cronicizzare, con un decorso che alterna fasi di miglioramento e riacutizzazione del ventaglio sintomatologico. La cronicizzazione del disturbo incide negativamente sul piano sociale/relazionale; sul lavoro, sulle relazioni di coppia, sulle relazioni familiari ecc.
Conseguenze per la famiglia
I familiari sono inevitabilmente coinvolti nella spirale di ossessioni e rituali del proprio congiunto e nella incessante richiesta di rassicurazioni; “Quella persona mi ha toccato! Sarò stata contagiata?”; “Avrò chiuso bene la portiera della macchina?”. Spesso a essi è espressamente richiesto, o addirittura imposto, di eseguire gli stessi rituali compulsivi per scongiurare i temuti contagi/contaminazioni!
Disturbo ossessivo compulsivo – Cura
Nella cura del disturbo ossessivo compulsivo ottengo i migliori risultati grazie all’integrazione della psicoterapia con le tecniche cognitivo-comportamentali. Sul piano cognitivo e comportamentale il lavoro punta ad attenuare quantità, intensità e frequenza dei sintomi.
La psicoterapia interviene per trasformare tutti quegli aspetti e quei processi che hanno contribuito alla nascita del disturbo e alla sua sopravvivenza e va a consolidare e stabilizzare gli esiti positivi del trattamento. Quando la sofferenza è estrema e intollerabile, può essere valutata la possibilità di un’integrazione farmacologica, mai comunque disgiunta dal trattamento psicoterapico integrato.
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