La distorsione alla caviglia, l’articolazione che unisce lo scheletro della gamba a quello del piede, è sicuramente uno dei traumi muscolo-scheletrici più ricorrenti, sia a livello sportivo sia a livello ludico-ricreativo. Si stima infatti che, ogni giorno, in Italia, si verifichino circa 5.000 casi di distorsione alla caviglia. Di tutti i traumi che possono coinvolgere detta articolazione*, la distorsione è quello di maggior frequenza dal momento che tale problema è riscontrabile nel 75% circa dei casi. In soggetti di età inferiore ai 40 anni, la distorsione della caviglia è più facilmente riscontrabile nei maschi i quali si infortunano prevalentemente durante l’esercizio di attività sportive; superata tale soglia di età, è più frequente nelle donne senza che vi sia una stretta correlazione con lo sport. Una distorsione alla caviglia è un infortunio che può verificarsi in moltissime situazioni del vivere quotidiano, ma chi pratica determinate attività fisiche è, com’è facilmente intuibile, maggiormente sottoposto al rischio di tale evento. Gli sport maggiormente coinvolti nei traumi distorsivi della caviglia sono il calcetto, la pallavolo, il basket, il calcio e la corsa di resistenza; le percentuali di incidenza sono infatti rispettivamente il 60%, il 55%, il 55%, il 51% e il 40%.
Meccanismo dell’infortunio e fattori predisponenti
La distorsione alla caviglia è generalmente causata da un’eccessiva sollecitazione dell’articolazione; il meccanismo tipico dell’infortunio discorsivo è in inversione, si ha cioè la rotazione interna della pianta del piede, ma non è infrequente il verificarsi di distorsioni alla caviglia causate da eversione, in questo caso la rotazione della pianta del piede è esterna; meno frequentemente si hanno infortuni in cui i due meccanismi coesistono.
Quando la distorsione alla caviglia è causata da un’inversione, sono generalmente interessati il legamento peroneo-astragalico anteriore, il legamento peroneo-calcaneare e quello peroneo-astragalico posteriore; le distorsioni causate da movimenti in eversione provocano lesioni a carico del legamento deltoideo.
I fattori che predispongono alla distorsione alla caviglia sono molti e diversi fra loro. Fra i più importanti possiamo ricordare un appoggio del piede non corretto, l’instabilità derivante da una precedente distorsione, un trauma da contrasto (questo si verifica soprattutto nel calcetto, nel calcio e nella pallacanestro), il terreno di allenamento (o di gioco) sconnesso, calzature non adatte all’attività fisica praticata, ricaduta dopo un salto, mancanza di adeguato riscaldamento e allenamento insufficiente.
Distorsione alla caviglia: classificazioni
Vi sono diversi modi di classificare le distorsioni alla caviglia; una prima classificazione le suddivide in recenti (si riferiscono alla prima comparsa della lesione), recenti su precedenti (sono quelle lesioni che compaiono entro un anno dalla prima distorsione alla caviglia) e inveterate (causate da distorsioni frequenti o insufficienza delle terapie, con conseguenze a carico della stabilità articolare).
Clinicamente parlando, le distorsioni della caviglia vengono suddivise in base al loro grado di gravità; alcuni autori distinguono quattro gradi:
- 0 (non vi è rottura dei legamenti)
- 1 (la rottura riguarda solo il legamento peroneo astragalico anteriore)
- 2 (rottura di grado 1 e del peroneo calcaneare)
- 3 (rotture di grado 1 e 2, dell’astragalo calcaneare e del peroneo astragalico posteriore, associate a una lesione capsulare).
Altri invece suddividono i traumi distorsivi in base a soli tre gradi di gravità:
- primo grado
- secondo grado
- terzo grado.
Le distorsioni di primo grado, le più lievi, sono caratterizzate da uno stiramento dell’apparato capsulo-legamentoso; non sono riscontrabili rotture. L’infortunio non è tale da causare instabilità; sono riscontrabili generalmente una leggera tumefazione e un lieve versamento emorragico sottocutaneo. La dolenzia è moderata e localizzata.
Nelle distorsioni di secondo grado si verifica una rottura parziale del legamento peroneo-astragalico anteriore; sono presenti tumefazione con ecchimosi ed ematoma a livello perimalleolare causato dalla rottura del vaso che decorre con il legamento peroneo-astragalico anteriore. La dolenzia è di media intensità; l’instabilità è di grado modesto.
Le distorsioni di terzo grado sono quelle più gravi e determinano instabilità severa; la rottura dei legamenti è completa e sono necessari trattamenti importanti quali l’apparecchio gessato o, addirittura, l’intervento chirurgico. I legamenti coinvolti sono il peroneo-astragalico anteriore, quello posteriore e il peroneo-calcaneare. È generalmente presente un’importante fuoriuscita ematica.
Distorsione alla caviglia – Sintomi e segni
Le manifestazioni di una distorsione alla caviglia possono variare a seconda del grado di gravità dell’infortunio; i segni più tipici sono un gonfiore persistente e un eventuale ematoma. Il gonfiore è causato da un edema di solito localizzato non solo al punto interessato dalla distorsione, ma a tutta la caviglia che diventa rigida e dolente.
L’ematoma può essere evidente, con un livido, maggiormente esteso a seconda della gravità del trauma e localizzato nelle aree più declivi (per esempio nel tallone).
Oltre al gonfiore e all’eventuale ematoma, in linea generale fra i sintomi e i segni della distorsione alla caviglia possiamo riportare i seguenti: instabilità nella deambulazione, diminuzione della funzionalità del piede, zoppia e, nei casi di maggiore gravità, impossibilità a caricare il peso del corpo sull’arto coinvolto.
Diagnosi
La diagnosi di distorsione alla caviglia è essenzialmente clinica e, solitamente, non presenta particolari difficoltà; più complesso è invece valutare l’aspetto “qualitativo” della lesione (corretta individuazione delle strutture anatomiche che hanno subito lesioni, individuazione della gravità del danno capsulo-legamentoso, previsione della futura stabilità della lesione e, aspetto molto importante, identificazione di altri eventuali infortuni associati).
L’aspetto anamnestico è ovviamente fondamentale e il medico deve essere correttamente informato sul meccanismo della lesione e sulla storia del paziente (prima lesione di questo tipo oppure no) e se si è avvertito un “crac” al momento dell’infortunio (probabile indice di una lesione di non poco conto). Il medico procederà poi con la pressopalpazione della parte infortunata e confronterà le due caviglie. Verranno poi eseguiti alcuni test per valutare la stabilità articolare.
In caso di distorsione alla caviglia deve essere sempre eseguito un esame radiografico standard che ha lo scopo di escludere un’eventuale presenza di fratture. Nel caso si sospetti una grave lesione con instabilità devono essere effettuate radiografie dinamiche della caviglia.
Altri esami strumentali che possono essere richiesti sono l’ecografia, la TAC e la risonanza magnetica nucleare.
Distorsione alla caviglia – Cosa fare
Cosa curare la distorsione alla caviglia dipende dalla celerità dell’intervento; è un infortunio che richiede un intervento immediato soprattutto per un’adeguata immobilizzazione e per stabilire il corretto periodo riabilitativo. Molte patologie, infatti, possono derivare da una distorsione alla caviglia non curata o curata male (ricordiamo per esempio la sindrome del tunnel tarsale). Le cure, ovviamente, sono in funzione della gravità del trauma.
È possibile suddividere il trattamento dei traumi distorsivi (e quindi i rimedi) in quattro fasi ben distinte.
Nella prima fase l’intervento è finalizzato alla riduzione della sintomatologia dolorosa e del gonfiore; la seconda fase mira a recuperare il regolare movimento delle articolazioni e la loro flessibilità; la terza fase consiste nel rafforzamento muscolare, mentre la quarta e ultima fase si pone come obbiettivo principale il recupero completo delle funzionalità posturali e propriocettive.
In una distorsione alla caviglia di primo grado, la forma più lieve, il primo intervento consiste nell’applicazione di ghiaccio (per i dettagli si consulti il nostro articolo dedicato alla crioterapia); terminate le applicazioni di ghiaccio è consigliabile bendare la parte coinvolta nell’infortunio badando bene che, terminata la bendatura, la posizione tra piede e gamba sia a “L”. Il bendaggio non deve essere eccessivamente stretto per evitare che il gonfiore (che potrebbe non comparire subito, ma solo qualche ora dopo l’infortunio) non si riassorba.
Nelle distorsioni di secondo grado il gonfiore appare generalmente dopo qualche minuto dal verificarsi del trauma; normalmente sono anche presenti chiazze ematiche sottocutanee causate dalla rottura di alcuni vasi sanguigni. La procedura da seguire è, inizialmente, quella indicata nelle distorsioni di primo grado; nel caso che, entro qualche ora, il dolore non accenni a diminuire, è consigliabile recarsi presso una struttura medica per effettuare una radiografia allo scopo di verificare l’entità del problema ed escludere la presenza di una frattura.
Come già accennato in precedenza, nei traumi distorsivi di secondo grado è possibile la presenza di danni ai legamenti; per verificare questa eventualità è consigliabile ricorrere a un’ecografia. Se si è verificato uno stiramento dei legamenti, il primo intervento è sempre quello crioterapico; successivamente si procederà all’applicazione di una fasciatura rigida eseguita da personale competente dopodiché si dovrà osservare un periodo di riposo la cui durata dipenderà dall’entità del danno subito.
È consigliabile, in questa fase, rimanere sdraiati, con la gamba sollevata a un’altezza superiore rispetto a quella dell’anca. Il medico curante potrà anche prescrivere farmaci antidolorifici e/o antinfiammatori.
Le distorsioni più gravi, quelle di terzo grado, sono caratterizzate da dolore intensissimo, da abbondante perdita ematica interna e dall’immediata comparsa di gonfiore. Il soggetto infortunato non è in grado, a causa del dolore, di muovere la caviglia. Il primo intervento, come sempre, consiste nell’applicazione di ghiaccio dopodiché è bene recarsi al pronto soccorso.
Quando si parla di distorsioni di terzo grado è possibile trovarsi di fronte a rotture dei legamenti o fratture ossee; lesioni che dovranno essere confermate tramite gli esami diagnostici di routine: ecografia e radiografia. Se le ipotesi peggiori dovessero essere confermate si rende necessario l’intervento di tipo chirurgico.
I tempi di recupero della distorsione alla caviglia
In linea generale, tenendo conto delle variazioni che possiamo riscontrare da caso a caso, i tempi di recupero per una distorsione alla caviglia di primo grado vanno dai 10 ai 20 giorni, nelle lesioni di secondo grado vanno dai 20 ai 40 giorni, mentre per le distorsioni più serie, quelle di terzo grado, si va da un minimo di 40 a un massimo di 60-70 giorni.
* Anatomicamente la caviglia è composta da tre ossa e cioè la tibia, il perone e l’astragalo; le prime due ossa appartengono allo scheletro della gamba, mentre l’astragalo è una delle sette ossa del tarso.
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