La dermatite atopica è una patologia cutanea cronica soggetta a fenomeni di riacutizzazione che insorge nel periodo neonatale o in quello infantile e che può proseguire anche in età adulta; si parla, infatti, di dermatite atopica neonatale, dermatite atopica infantile e dermatite atopica dell’adulto.
La dermatite atopica è, insieme a patologie come l’asma e la rinocongiuntivite atopica, uno dei principali fenomeni di atopia, termine che sta a indicare una predisposizione di tipo genetico in base alla quale, come accennato precedentemente, si ha un’esagerata risposta allergica a vari stimoli di tipo ambientale.
La diffusione della dermatite atopica è in progressivo aumento (si stima che l’incidenza di questa patologia sia passata dal 3 al 15% circa nel giro degli ultimi cinquanta anni).
Si ritiene che tale aumento sia essenzialmente dovuto a:
- ridotto o assente allattamento al seno
- aumento delle esposizioni agli allergeni
La dermatite atopica persiste o comunque recidiva in circa il 60% degli individui che ne sono stati colpiti ed è spesso associata a un’anamnesi familiare positiva ad altri disturbi di tipo atopico.
Circa il 75% dei soggetti predisposti manifestano la malattia nel corso del primo anno di vita (soprattutto tra il terzo e il nono mese); entro i 5 anni di età la dermatite atopica si è già manifestata nel 90% dei casi.
L’esordio della malattia avviene nel 60-70% dei casi prima dei 6 mesi, il 30-40% prima dei 3 mesi, il 3% dopo i 5 anni.
Non si registra una differenza significativa tra i due sessi nella predisposizione a contrarre la dermatite atopica.
L’incidenza della patologia risulta maggiore nei mesi invernali; nei mesi estivi, in molti casi, si osserva una regressione; è probabile che il maggiore irraggiamento rappresenti un fattore positivo per la riduzione del disturbo; va però precisato che un’eccessiva esposizione ai raggi solari tende a danneggiare la cute e, conseguentemente, può peggiorare le eruzioni cutanee che caratterizzano la malattia; sono quindi consigliabili un’esposizione solare misurata e l’utilizzo di crema solare ad ala protezione.
Dermatite atopica – Cause
La dermatite atopica è ritenuta una patologia a eziologia multifattoriale, ovvero le cause sarebbero legate a più fattori.
Tra gli altri, vengono presi in considerazione fattori genetico-ereditari; in circa il 60% dei casi di soggetti affetti da tale patologia, infatti, esiste una storia familiare di malattie atopiche. Le probabilità che un soggetto contragga la dermatite atopica passano dal 60% all’80% se entrambi i genitori soffrono di patologie di questo tipo.
Altri fattori presi in considerazione sono quelli immunologici; tra questi ricordiamo le allergie di tipo alimentare (una questione invero alquanto dibattuta), gli allergeni e le sostanze irritanti da contatto, gli allergeni veicolati per via aerea (aeroallergeni), i disturbi dell’immunoregolazione e la microbiologia cutanea.
I fattori climatici hanno una certa influenza sulla dermatite atopica. In linea generale, i periodi più caldi dell’anno vedono una remissione della sintomatologia, anche se un eccesso di sudorazione ha di solito effetti peggiorativi sulla malattia.
Decorso clinico e sintomi
Il decorso clinico malattia può essere essenzialmente diviso in quattro fasi:
- Fase I (da 0 a 2 anni)
- Fase II (da 2 a 10 anni)
- Fase III (adolescenza e giovinezza)
- Fase IV (età adulta)
Durante tutte e quattro le fasi, la dermatite delle mani è un reperto di frequente riscontro.
Tipica della dermatite atopica a prescindere dall’età del soggetto, è la secchezza della cute risparmiata dalle lesioni.
Il sintomo principale della patologia è comunque da considerarsi il prurito che, nel corso della giornata, compare sotto forma di crisi che vengono innescate dalle variazioni di umidità e temperatura, dal contatto con allergeni e sostanze irritanti e da stimolazioni meccaniche.
Il quasi inevitabile grattamento aggrava la dermatite, favorisce l’impetiginizzazione delle lesioni e conduce al progressivo ispessimento cutaneo; ben si comprende che tutto ciò porta a un circolo vizioso che concorre a tenere vivo lo stimolo del prurito.
Nel corso della fase I la secchezza della pelle può essere presente già fin dalla nascita oppure svilupparsi nel corso del periodo neonatale; molte volte è tutta la superficie cutanea a essere interessata dal fenomeno, eccezion fatta per la zona ricoperta dal pannolino.
Si osservano eritema, essudazione e croste; in molti casi il cuoio capelluto è colpito da una dermatite squamo-crostosa che dà luogo a prurito.
La sede più colpita è il viso. Il prurito è più intenso al risveglio e all’addormentamento; i bambini con età inferiore ai tre mesi non reagiscono con il grattamento, ma manifestano il loro disagio con l’insonnia, l’agitazione, l’irrequietezza e il pianto facile.
Si registrano fasi di remissione e di recidiva.
Nella fase II la patologia tende ad attenuarsi nella gran parte dei soggetti; le lesioni, se presenti, appaiono più secche e meno crostose; tendono a recidivare.
La pelle si ispessisce e c’è il forte rischio che se le lesioni non vengono adeguatamente trattate, cronicizzino. Il prurito è presente a tratti. Fra le zone più colpite vi sono il volto, la nuca, i polsi e le caviglie.
Nel corso della terza fase le lesioni tendono a circoscriversi maggiormente perdendo la loro componente infiammatoria. Il prurito è presente soprattutto nelle sedi colpite e si manifesta soprattutto nei momenti di stress.
Le sedi maggiormente interessate sono il dorso di mani e piedi, la nuca, le pieghe e le zone genitali.
L’esordio della malattia nel corso dell’età adulta è oltremodo insolito; nella grande maggioranza dei casi è una persistenza di dermatite atopica del neonato, ma le lesioni sono solitamente più limitate e tendono, soprattutto a livello delle pieghe cutanee, ad avere un aspetto lichenificato con pelle di colore grigiastro e quadrettata resa più ispessita dal grattamento. Fra le zone maggiormente interessate vi sono il volto e le zone flessurali.
La secchezza della cute è generalmente molto intensa.
Dermatite atopica – Diagnosi
La diagnosi è essenzialmente di tipo clinico dal momento che non esistono specifici marker di laboratorio. Per quanto la diagnosi della dermatite atopica sia di solito abbastanza semplice, in determinati casi tale patologia può essere confusa con altre malattie caratterizzate da prurito (dermatite seborroica, dermatite allergica o irritativa da contatto, scabbia ecc.).
Complicanze
La dermatite atopica non è scevra da complicanze; anzi, le infezioni batteriche (in particolar modo da Stafilococco aureo) sono piuttosto comuni. La patologia può inoltre essere complicata da infezioni virali (herpes simplex, papilloma virus ecc.), infezioni micotiche e lieviti.
Dermatite atopica – Cura
Il trattamento della dermatite atopica è materia alquanto controversa. Le incertezze relative ai fattori eziologici rendono infatti difficoltose le condotte terapeutiche.
Alcuni autori ritengono controindicati i corticosteroidi, mentre altri, pur raccomandando una notevole parsimonia nel loro uso, ne riconoscono utilità ed efficacia. Altri farmaci talvolta consigliati sono gli antistaminici orali e gli immunomodulatori per via topica come per esempio gli inibitori della calcineurina (ciclosporina e tacrolimus), le pomate a base di ittiolo o catrame (nella fase di lichenificazione) e gli antibiotici (le colonizzazioni batteriche peggiorano i sintomi della malattia).
Alcuni dermatologi consigliano l’elioterapia (da evitare però nel caso ci sia sottoposti a un precedente recente trattamento con corticosteroidi) o la fototerapia (esposizione a lampade dermatologiche).
Ovviamente i trattamenti variano in base alla gravità dei sintomi, alla localizzazione della patologia, all’età del paziente, ai fattori climatici ecc.
Altri consigli forniti ai soggetti colpiti da dermatite atopica sono relativi all’uso dei detergenti (che andrebbe ridotto al minimo indispensabile), al tipo di indumenti (evitare i capi di lana o sintetici preferendo quelli di cotone, lino e seta), all’uso di creme per uso cosmetico (generalmente da evitare), all’esposizione all’umidità (da evitare per quanto possibile), all’uso di prodotti farmaceutici (alcuni farmaci, per esempio i serotoninergici e i betabloccanti, possono scatenare reazioni indesiderate a livello cutaneo), allo stress (alcuni autori ritengono che le situazioni stressanti contribuiscano all’esacerbazione della sintomatologia della dermatite atopica).

Secondo una recente ricerca, il popolo italiano è quello più colpito dalla dermatite atopica. Ne soffre circa l’8% degli over 18.
Cenni storici
La prima descrizione della dermatite atopica è stata effettuata nel 1808 da Robert Willan, un dermatologo inglese; nel 1892 la patologia fu definita da Besnier come prurito diatesico e, per un lunghissimo periodo, è stata chiamata Prurigo di Besnier; nel 1923, Coca and Cooke coniarono il termine atopia per fare riferimento a varie patologie caratterizzate da una sensibilizzazione nei confronti di determinate sostanze (allergeni) che sono molto spesso presenti nell’ambiente. Nel 1933, infine, Cooke coniò la locuzione dermatite atopica.
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