La dengue è una malattia febbrile dovuta a un virus appartenente al gruppo dei Flavivirus, del quale esistono quattro sierotipi differenti (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4; il DEN-2 e il DEN-3 sono frequentemente associati alle forme più gravi della patologia). Si distinguono una forma classica (benigna) e una forma emorragica (più grave e potenzialmente letale).
La dengue è detta volgarmente “febbre spacca-ossa” ed è conosciuta dalla fine del XVIII sec. quando fu descritta durante un’epidemia a Filadelfia. Fu solo nel 1906 che venne scoperto il vettore virale, cioè una zanzara del genere Aedes aegypti; l’anno successivo fu scoperto il virus.
Nella prima metà del XX sec. fu localizzata soprattutto nel sud est asiatico e nel Pacifico, ma negli anni ’70 divenne comune in tutti i Paesi tropicali. Attualmente i maggiori timori per la dengue riguardano l’America centrale e meridionale (Cuba, Brasile).
Trasmissione
La trasmissione della patologia avviene per puntura della zanzara Aedes aegypti (occasionalmente anche per quella Aedes albopictus); la gravità dell’infestazione locale da parte di colonie di zanzare Aedes è dovuta al fatto che, la zanzara, una volta infettata dal virus, lo resta per tutta la vita.
Il numero di casi di malattia nel mondo è stimato in circa 50 milioni con mezzo milione di dengue emorragica; per quest’ultima si ha una mortalità del 20% in persone non soggette a terapia e dell’1% in quelle curate opportunamente.
Dengue febbrile classica – Sintomi
I segni e i sintomi classici della dengue sono faringite, rinite, febbre, tosse, cefalea, dolori articolari e muscolari; si tratta quindi di manifestazioni comuni a quelle di altre malattie virali; l’incubazione dura 2-8 giorni. Caratteristico il possibile edema palpebrale (facies della dengue). Successivamente, dopo pochi giorni, si hanno nausea, vomito, linfoadenopatia, astenia, iperestesia cutanea ed edema palmare.
La forma classica può terminare con un rush cutaneo che in genere dura pochi giorni. A volte la durata è interrotta da un periodo di pseudoguarigione con remissione dei principali sintomi.
Dengue febbrile emorragica – Sintomi
Questa forma colpisce soggetti che hanno anticorpi non neutralizzanti (bambini che li hanno ricevuti dalla madre) oppure persone che hanno avuto una forma classica, ma sono infettati da un virus di un sierotipo differente. Questi anticorpi formano con il virus immunocomplessi che provocano un aumento della permeabilità vascolare, da cui le emorragie.
I segni e i sintomi che si riscontrano nel corso della prima settimana sono simili a quelli della dengue classica, poi la febbre può salire fino a 40-41 °C; quasi subito compaiono fenomeni emorragici (petecchie, ecchimosi) fino a gravi emorragie gastrointestinali e collasso cardiocircolatorio.
In genere, nei casi più gravi, la morte sopraggiunge dopo pochi giorni dalla comparsa della febbre e il collasso è preceduto da un brusco abbassamento della temperatura.
Diagnosi
Per diagnosticare la patologia con certezza è sufficiente un’indagine sierologica (condotta entro le prime tre settimane della malattia). Nel corso della forma emorragica aumenta l’ematocrito, diminuiscono le piastrine e in genere vengono alterati i valori di coagulazione del sangue.

La dengue è detta volgarmente “febbre spacca-ossa” ed è conosciuta dalla fine del XVIII sec. quando fu descritta durante un’epidemia a Filadelfia.
Dengue – Cura
Non esiste una cura specifica per la dengue ed è quindi più corretto parlare di terapia di supporto. Questa tende a ristabilire il corretto bilancio idrico ed elettrolitico (sali), utilizzando soluzioni elettrolitiche fino all’impiego di espansori plasmatici.
La cura deve controllare la febbre per evitare l’insorgenza di convulsioni; fra gli antifebbrili da evitare quelli che hanno proprietà antiaggreganti e anticoagulanti. Di norma viene utilizzato il paracetamolo.
Vaccino
Il vaccino – il cui nome commerciale è Dengvaxia – è costituito da un virus vivo attenuato da somministrarsi in tre dosi a distanza di 6 mesi. L’Agenzia Europea per il Farmaco ha approvato il suo impiego a partire dai 9 ai 45 anni, mentre l’FDA statunitense lo ha approvato per soggetti nel range di età 9-16 anni.
Il vaccino anti-dengue è indicato per coloro che vivono nelle zone endemiche è può essere somministrato soltanto a quei soggetti che hanno avuto una precedente infezione da dengue confermata da test di laboratorio, questo perché, in coloro che non sono mai stati infettati, il vaccino sembra agire come una prima infezione – senza infettare effettivamente la persona – cosicché un’infezione successiva potrebbe dar luogo a manifestazioni di una certa serietà.
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