La contrattura muscolare è una lesione dei muscoli caratterizzata dall’aumento involontario e permanente del tono muscolare (che può durare al massimo 3-8 giorni). Fra le varie lesioni muscolari, la contrattura muscolare è quella più di più semplice risoluzione e di minore gravità; è infatti una lesione di grado 0 (contrazione del muscolo) meno grave dello stiramento muscolare (lesione di grado 1), della distrazione muscolare (lesione di grado 2) e, ovviamente, delle rotture, lesioni in cui la rottura delle fibre interessa tutto il muscolo. Le contratture muscolari possono ovviamente colpire chiunque, ma sono un evento particolarmente comune fra coloro che praticano attività sportiva (si parla in questo caso di contrattura muscolare da sport); molto spesso queste lesioni si osservano fra coloro che praticano discipline sportive che prevedono uno sforzo muscolare di tipo esplosivo (è per esempio il caso del baseball, del calcio, del calcetto, della corsa, del rugby, del salto, del sollevamento pesi ecc.); il dolore al muscolo interessato può essere più o meno intenso e influisce negativamente sull’efficienza di quest’ultimo.
Schiena, collo, polpaccio, coscia…
Secondo le ricerche fatte in Rete, le parti più colpite da una contrattura sono:
- schiena
- collo
- coscia
- polpaccio.
Da un punto di vista anatomico, i muscoli più frequentemente interessati da contratture muscolari sono i muscoli gemelli, ovvero il gemello mediale e quello laterale, il muscolo soleo (gemelli e soleo costituiscono il cosiddetto tricipite della sura), il bicipite femorale e gli altri flessori della gamba, il quadricipite femorale, il sartorio, i muscoli adduttori, il muscolo gracile, il trapezio, i muscoli della zona lombare e dorsale della schiena ecc.; raramente si osservano contratture ai muscoli pettorali.
Contrattura muscolare: le cause
È opportuno precisare che, attualmente, non sono state ancora definite con assoluta precisione le cause di contrattura muscolare; per certo, soprattutto in ambito sportivo, ma comunque anche in altre situazioni, uno sforzo non adeguato al proprio grado di preparazione può creare diversi problemi, fra cui una contrattura del muscolo.
Le cause di contrattura muscolare, secondo i vari autori, sono molteplici e ognuna di esse dipende da vari fattori (attività praticata, parte del corpo interessata, ambiente in cui il corpo sta lavorando ecc.).
Per quanto riguarda le contratture “non sportive”, sono diverse le occasioni che possono portare alla lesione in questione; molte attività lavorative più o meno frequenti (spostare dei pesi per diverso tempo, falciare un prato, spalare la neve ecc.), per esempio, possono essere causa di contratture muscolari a carico del collo, delle spalle, della schiena ecc.
Anche la gravidanza può essere causa di contrattura muscolare; le donne incinta, infatti, possono essere colpite da una contrattura muscolare lombare o da una contrattura muscolare addominale a causa del peso del bambino e della postura anomala.
In diversi casi la contrattura muscolare è legata a una patologia sottostante; il tetano, per esempio, è una grave malattia infettiva che può determinare contratture generalizzate; la peritonite può provocare contratture a carico dei muscoli addominali; altri motivi alla base di una contrattura muscolare sono rappresentati da patologie del sistema nervoso centrale e dalle intossicazioni.
Per quanto concerne invece le contratture muscolari da sport, tra le cause ipotizzate dai diversi autori troviamo:
- riscaldamento insufficiente;
- condizioni di fatica, in particolar modo associata a contrazioni eccentriche;
- problemi anatomici e funzionali come asimmetrie degli arti, difetti posturali, debolezza di alcuni gruppi muscolari, squilibri indotti dall’allenamento (per esempio il potenziamento fatto male) ecc.;
- eccessiva tensione emotiva che sfocia in un’attivazione troppo elevata.
Se la contrattura muscolare è un evento che si verifica con eccessiva frequenza o se la sintomatologia non scompare dopo 10 giorni di trattamento conservativo, è necessario rivolgersi a un fisioterapista o a un esperto massaggiatore per valutare la presenza di un’eventuale sindrome miofasciale. Anche una lesione articolare (come una semplice distorsione) può causare una contrattura muscolare antalgica; in questo caso la risoluzione del problema deve coinvolgere sia la struttura articolare che quella muscolare.
I sintomi della contrattura muscolare
I sintomi di contrattura muscolare sono rappresentati dalla sensazione che il muscolo si opponga all’allungamento rimanendo contratto; il dolore è anche evocato alla palpazione che permette a sua volta, di notare l’ipertonia delle fibre muscolari.
La comparsa dei sintomi avviene spesso con una latenza di 8-24 ore;
le fibre muscolari contratte comunque sono sane, ma non è da escludere che il muscolo interessato presenti piccole lesioni (elongazioni di sole alcune fibre muscolari) che evochino proprio una contrattura antalgica.
Come si tratta una contrattura muscolare
Alla comparsa dei sintomi è necessario astenersi da tutte le attività che evochino fastidio o dolore alla zona interessata.
Se si tratta di una semplice contrattura anche il trattamento conservativo (banalmente, il solo riposo!) permette nell’arco di 3-7 giorni (a seconda dell’aumento del tono muscolare) di far scomparire la sintomatologia.
Nel caso si voglia accelerare il recupero,
i mezzi da attuare sono quelli che permettono di distendere la muscolatura senza provocare lesioni e migliorare il recupero muscolare.
Visto che le cause precise delle contratture non sono ben definite, è difficile ipotizzare rimedi validi per tutte le situazioni; tra i più gettonati sono da ricordare:
Massaggi: solamente da personale esperto in contratture da sport. In acuto (cioè alla comparsa dei sintomi) il massaggiatore/fisioterapista dovrebbe valutare attentamente la possibilità che la contrattura nasconda una piccola elongazione e agire di conseguenza.
Esercizi di mobilità attiva: esercizi di mobilità attiva (che non evochino disagio) sono da preferire allo stretching passivo che, se fatto male, potrebbe indurre o aggravare un’eventuale lesione.
Farmaci: assunzione di miorilassanti e FANS.
Strech and spray: molto utilizzato nella cura delle sindrome miofasciali, in cui è presente anche ipertonia muscolare. Consiste nel far raggiungere al muscolo il grado di allungamento massimo, ma senza spasmo e con un disagio minimo; a questo punto viene erogato il getto spray (refrigerante) sulla pelle che ricopre l’area dolorante, mantenendo il muscolo allungato. Quest’operazione è in grado di inibire il dolore e l’ipertonia.
Cicli di contrazione/rilasciamento: anche questa metodologia è utilizzata nella cura delle sindrome miofasciali. Viene fatto raggiungere al muscolo il grado di allungamento massimo, ma senza spasmo e senza dolore. A questo punto si richiede una contrazione isometrica (contro una resistenza opposta dall’esterno) di 5″ circa di intensità pari al 25% della massima forza esprimibile. L’operazione (allungamento-contrazione) andrebbe eseguita 3-5 volte.
Impacchi caldo-umidi: l’innalzamento della temperatura cutanea e muscolare indotta da questa operazione porterebbe una maggior quantità di sangue (iperemia) nella zona contratta velocizzando il recupero.
Altri metodi: Elettrostimolazione: programmi EMR (elettrostimolazione meccanica di rilassamento) e MENS (neurostimolazione micro-elettrica). Fanghi termali: facilitano l’iperemia come gli impacchi caldo-umidi. A questi metodi sono da preferire, per costi e comodità, gli altri elencati sopra.
N.B.: in sostituzione dei cicli di contrazione/rilasciamento potrebbero essere utilizzate le contrazioni eccentriche (con le modalità biomeccaniche che reclutino il muscolo contratto) con carichi molto bassi, ad ampia escursione articolare e numero di ripetizioni elevate.
La somministrazione di farmaci andrebbe fatta solamente se la contrattura muscolare è associata a un dolore muscolare particolarmente intenso.
L’attività aerobica blanda, in assenza di dolore o particolari fastidi, è in grado di contribuire a incrementare il flusso di sangue ai muscoli contribuendo a velocizzare il recupero muscolare; andrebbero evitate comunque sedute lunghe in quanto contribuirebbero ad affaticare ulteriormente la muscolatura.
Problematiche relative al trattamento – Come accennato sopra, la contrattura muscolare è un infortunio di lieve entità in quanto si risolve, con il trattamento conservativo, entro pochi giorni. Le problematiche possono sorgere nel caso di trattamenti errati (allungamenti muscolari oltre il limite fisiologico a muscolo contratto, massaggi svolti da personale non esperto ecc.) e diagnosi sbagliate (quando cioè la contrattura nasconde una lesione muscolare più grave come un’elongazione o uno stiramento).
Alcuni trattamenti inoltre, danno indicazioni che possono essere sottoposte a interpretazioni soggettive errate, come l’intensità degli allungamenti muscolari.
Conclusioni – La terapia di elezione della contrattura muscolare in un soggetto sportivo dovrebbe essere il riposo sportivo, cioè l’astensione da quelle attività che evochino dolore e/o fastidio alla zona interessata. Queste indicazioni valgono comunque anche per contratture “non sportive”.
Nel caso si volesse intervenire con trattamenti, ecco una tabella indicativa:
Contrattura muscolare: tipi di trattamento
Trattamenti | Prime 24 ore | Giorni successivi |
Fai da te | Stretching Stretch and spray | Stretching Stretch and spray Impacchi caldo umidi Attività aerobica blanda* |
Personale qualificato | Massaggi | Massaggi Cicli contrazione/rilasciamento |
* In assenza di dolore o particolari fastidi.
Come evidenziato nella tabella, la possibilità di essere seguiti da personale qualificato aumenta il numero di trattamenti a cui poter attingere. Alcuni trattamenti andrebbero comunque evitati all’insorgenza della sintomatologia (cioè nelle prime 24 h), per esempio quelli che possono indurre lesioni muscolari (cicli contrazione-rilasciamento) in un muscolo affaticato o indurre un eccessivo richiamo di sangue nel caso fosse accompagnata da una lesione muscolare (impacchi caldo-umidi).
La prevenzione migliore è quella di effettuare sforzi commisurati alle proprie condizioni atletiche (in altre parole non affrontare competizioni alle quali non si è particolarmente preparati o non incrementare in maniera inadeguata il carico allenante) ed effettuare sempre un corretto riscaldamento.
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