La congiuntivite neonatale è un problema molto comune (la congiuntiva è fisicamente abbastanza fragile ed è facilmente attaccabile da vari agenti esterni) e, di norma, assolutamente benigno e risolvibile nel giro di poco tempo.
Cause
I principali fattori causali della congiuntivite del neonato sono:
- fattori chimici (nitrato d’argento)
- Chlamydia trachomatis
- agenti virali (adenovirus, herpes simplex ed herpes zoster)
- batteri (Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, Neisseria gonorrhoeae).
Congiuntivite chimica
La principale causa di congiuntivite neonatale è la somministrazione di gocce oculari a base di nitrato d’argento; si tratta di un farmaco che viene somministrato ai neonati per la profilassi oculare, una pratica raccomandata dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie per prevenire l’insorgenza di oftalmia gonococcica; si tratta quindi di una tipica forma di congiuntivite chimica che si caratterizza per l’arrossamento oculare e la comparsa di una secrezione oculare purulenta più o meno abbondante e generalmente piuttosto appiccicosa tanto che il neonato ha una certa difficoltà nell’aprire gli occhi, in particolar modo al risveglio di un sonno piuttosto lungo.
La somministrazione di gocce oculari ai neonati avviene poco tempo dopo il parto e la patologia esordisce solitamente dopo 7-8 ore. Il problema è di scarsa importanza clinica e si risolve spontaneamente nel giro di un paio di giorni. Se gli occhi sono particolarmente arrossati e le secrezioni purulente sono molto abbondanti si può intervenire risciacquando, ogni poche ore, gli occhi del bambino con una soluzione salina tiepida eseguendo la manovra nel modo suggerito dal pediatra.

La congiuntivite neonatale è un problema molto comune e, di norma, assolutamente benigno e risolvibile nel giro di poco tempo.
Congiuntivite da Chlamydia trachomatis
È una forma di congiuntivite neonatale relativamente comune che è causata da infezione sostenuta dal batterio Chlamydia trachomatis; è nota anche come oftalmia da clamidia. Nel corso dei primi trenta giorni di vita, quando si sviluppa una congiuntivite, la causa è da ricercarsi in un’infezione da clamidia. Di norma fa la sua comparsa entro le prime due o tre settimane dal parto. Come nel caso della congiuntivite da nitrato d’argento, non si tratta di una forma particolarmente grave. In molti casi si manifesta soltanto con un leggero arrossamento e secrezioni oculari non abbondanti. Nei casi più seri si può però registrare una produzione mucopurulenta non indifferente associata a un grave edema delle palpebre e formazione di pseudomembrane. Una volta identificata la causa, si procede di norma con una terapia sistemica a base di eritromicina etilsuccinato della durata di circa 14 giorni.
Congiuntivite virale
Raramente le infezioni virali sono causa di congiuntivite neonatale; gli agenti virali più comunemente coinvolti sono l’Herpes simplex virus 1 e l’Herpes simplex virus 2 (cheratocongiuntivite erpetica).
È importante una diagnosi precoce allo scopo di evitare che l’infezione si trasmetta al sistema nervoso centrale e ad altri organi. Per la conferma è necessario isolare il virus ricorrendo all’immunofluorescenza eseguita sulle colture congiuntivali oppure identificando l’agente batterico con il microscopio elettronico.
Il trattamento si basa con aciclovir per via sistemica (30 mg/kg pro die suddivisi in tre dosi); il trattamento ha generalmente una durata di due o tre settimane; nel caso di nati pretermine, i dosaggi dell’antivirale devono essere opportunamente ridotti. Va evitato il ricorso a pomate a base di corticosteroidi perché possono determinare un aggravamento delle infezioni da clamidia e da herpes virus.
Congiuntivite batterica
Circa il 15% delle congiuntiviti batteriche sono attribuibili a Streptococcus pneumoniae e a Haemophilus influenzae; le prime manifestazioni (secrezioni giallognole che rendono appiccicosi gli occhi) di queste infezioni batteriche, spesso associate e raffreddore e influenza, fanno il loro esordio in un periodo di tempo compreso fra pochi giorni e tre settimane circa dalla nascita. Di norma il trattamento viene effettuato con pomate a base di polimixina e bacitracina, eritromicina o tetracicline.
Talvolta l’agente batterico responsabile è il Neisseria gonorrhoeae (un batterio Gram-negativo responsabile della gonorrea, patologia popolarmente nota come scolo); in questo caso si parla di oftalmia gonorroica (anche oftalmia gonococcica od oftalmia neonatorum). È una forma di congiuntivite neonatale piuttosto severa che compare entro pochi giorni dalla nascita e che si manifesta con edema palpebrale seguito da chemosi (protrusione della congiuntiva) e da un essudato purulento piuttosto abbondante. Deve essere trattata tempestivamente e correttamente perché c’è il concreto rischio di ulcerazioni corneali.
La diagnosi richiede un tampone congiuntivale seguito da esame colturale e colorazione col Gram. La terapia prevede l’ospedalizzazione, la somministrazione di 25-50 mg/kg di ceftriaxone per via intramuscolare, fino alla dose massima di 125 mg. L’utilizzo in via esclusiva di pomate antibiotiche non è di grande aiuto e se ne può fare a meno se si effettua una corretta terapia antibiotica sistemica. Di notevole utilità, al fine di prevenire l’insorgenza di fastidiose aderenze oculari, è la frequente irrigazione della congiuntiva con l’apposita soluzione fisiologica.
Nel caso di neonati da madri affette da gonorrea non trattata corrono rischi maggiori di infezioni in altre sedi, è opportuna la prevenzione con un’iniezione endovenosa o intramuscolare di ceftriaxone 50 mg/kg, fino a 125 mg.
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