La condrocalcinosi è una patologia caratterizzata dalla deposizione di cristalli di pirofosfato di calcio diidrato (PPCD) a livello di articolazioni, tendini e borse sierose; è una forma di artrite nota anche come artropatia da pirofosfato o, più frequentemente, come pseudogotta, termine quest’ultimo che è stato coniato in quanto la condrocalcinosi ha caratteristiche comuni con la gotta, in primis il deposito di cristalli a livello articolare.
La condrocalcinosi può essere sintomatica o, al contrario, più frequentemente, non dare alcun segno di sé (forma asintomatica) ed essere quindi diagnosticata accidentalmente nel caso in cui il soggetto esegua un esame radiologico per altre motivazioni; la forma sintomatica è causa di dolore articolare, limitazione funzionale, gonfiore, arrossamento e calore delle parti interessate. Il disturbo può interessare una oppure più articolazioni contemporaneamente.
La condrocalcinosi interessa più frequentemente il ginocchio e il polso, ma possono essere colpiti anche le articolazioni metacarpo-falangee, l’anca, la spalla, i dischi intervertebrali, la sinfisi pubica e la colonna vertebrale.
La frequenza della condrocalcinosi aumenta all’avanzare dell’età e colpisce in egual misura uomini e donne, anche se, secondo alcuni autori, c’è una lieve prevalenza per quanto riguarda queste ultime (1,4:1).
Cause e fattori di rischio
Le cause della condrocalcinosi non sono attualmente note. Dal momento che la pseudogotta è frequentemente associata ad altre condizioni, patologiche e no, come traumi, gotta, emocromatosi, ipomagnesiemia, ipofosfatemia, ipercalcemia, iperparatiroidismo, malattia di Wilson, ocronosi (una rara patologia metabolica) ed età avanzata (il 50% circa degli over 85 sono affetti da condrocalcinosi), fa ritenere che la deposizione dei cristalli di pirofosfato di calcio siano secondari ai fenomeni degenerativi o metabolici dei tessuti interessati.
La condrocalcinosi sembra non aver alcuna relazione con il regime alimentare seguito.
Una parte dei casi di condrocalcinosi (secondo alcune stime, circa il 25%) risultano essere familiari e la trasmissione avviene, solitamente, in modo autosomico dominante, con penetranza completa (ovvero, il carattere dominante o recessivo si esprime nel 100% dei soggetti) entro i 40 anni di età.
I principali fattori di rischio per lo sviluppo di pseudogotta sono i seguenti:
- età avanzata (il rischio di sviluppare condrocalcinosi va di pari passo con l’avanzare dell’età)
- traumi di notevole entità (traumi articolari o tendinei di una certa entità, come nel caso di infortuni o di interventi chirurgici, aumentano il rischio di sviluppare la malattia nelle aree interessate)
- disturbi del metabolismo dei minerali (nei soggetti affetti da ipercalcemia, ipofosfatemia, ipomagnesiemia, emocromatosi, il rischio di contrarre condrocalcinosi risulta aumentato)
- familiarità (circa un quarto dei casi di condrocalcinosi sono ereditari)
- iperparatiroidismo, malattia di Wilson, ocronosi (alcune rare malattie sono spesso associate a condrocalcinosi).
Condrocalcinosi – Sintomi
Spesso, come accennato, la condrocalcinosi è un disturbo privo di sintomi che viene diagnosticato in modo accidentale; talvolta però la malattia dà segno di sé e può essere particolarmente fastidiosa.
Nel caso di attacco acuto i sintomi della pseudogotta sono simili a quelli caratterizzano la gotta (anche se l’intensità è generalmente inferiore) e le articolazioni sono calde al tatto, doloranti e gonfie; è presente, ovviamente, anche limitazione funzionale. Può verificarsi anche versamento articolare. Gli esami del sangue possono evidenziare un aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione), un indice aspecifico di infiammazione. Le articolazioni maggiormente colpite sono quella del ginocchio e quella del polso.
Gli attacchi che caratterizzano la condrocalcinosi possono manifestarsi di volta in volta nella medesima zona o, al contrario, colpire altre aree. Tra un attacco acuto e l’altro può persistere una sintomatologia di ridotta intensità oppure esserci totale assenza di sintomi.
Con il passare del tempo gli attacchi di pseudogotta possono essere più intensi e dar luogo a sintomi più marcati fra un attacco acuto e l’altro; può anche aumentare il numero delle articolazioni coinvolte. Non è possibile prevedere la frequenza degli attacchi; in alcuni casi passano poche settimane, in altri possono trascorrere molti mesi. Se gli attacchi di pseudogotta sono particolarmente frequenti aumenta il rischio di danneggiamento delle articolazioni interessate.

La condrocalcinosi è una malattia con sintomi assai simili a quelli della gotta, ma può colpire frequentemente, oltre che le articolazioni dei piedi, anche quelli delle mani e del polso
Diagnosi di condrocalcinosi
I sintomi della condrocalcinosi sono molto simili a quelli di altre patologie (gotta, artrite reumatoide, altre artropatie) e, conseguentemente, non è possibile diagnosticarla senza l’ausilio di vari tipi di esame.
Premesso che un reumatologo molto esperto è spesso in grado di riconoscere i cristalli di pirofosfato di calcio diidrato (romboidali o a forma di bastoncino) con il solo aiuto dell’ecografo, sono diversi gli esami che vengono richiesti quando si manifestano sintomi che fanno sospettare la presenza di condrocalcinosi; fra questi ricordiamo:
- esami del sangue – Grazie a questi esami di laboratorio è possibile avere un’idea della presenza di patologie correlate alla presenza di pseudogotta (per esempio, iperparatiroidismo o disturbi del metabolismo dei minerali).
- esame del liquido sinoviale – I cristalli di pirofosfato di calcio possono essere individuati tramite analisi al microscopio del liquido sinoviale (prelevato da una delle articolazioni colpite)
- esami di diagnostica per immagini – Gli esami radiografici o ecografici sono indicati nel caso in cui non vi sia la possibilità di ricorrere all’esame del liquido sinoviale.
Condrocalcinosi – Terapia
Quando la condrocalcinosi è sintomatica può essere particolarmente fastidiosa; in questi casi la terapia della pseudogotta è costituita da una combinazione di vari rimedi in grado di ridurre dolore e gonfiore e migliorare la funzionalità dell’articolazione colpita. Se i sintomi non sono particolarmente intensi, talvolta è sufficiente la somministrazione di un analgesico; se questa terapia non funziona si può ricorrere a:
- FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei); sono in genere molto efficaci, anche se è opportuno non abusarne perché possono dar luogo a effetti collaterali anche piuttosto gravi, in particolar modo nel caso di individui particolarmente anziani o debilitati. Fra i principi attivi più utilizzati in caso di condrocalcinosi vi sono l’indometacina e il naprossene.
- Cortisonici – I farmaci a base di cortisone sono caratterizzati da una notevole attività antinfiammatoria e possono essere somministrati o per via sistemica oppure per via intra-articolare (infiltrazioni). La loro efficacia è indiscutibile, ma un uso troppo protratto nel tempo è gravato da pesanti effetti collaterali.
- Colchicina – La colchicina è un alcaloide che viene utilizzato da tempo nel trattamento della gotta, ma che ha mostrato efficacia anche nella terapia di altri processi infiammatori (per inciso, viene utilizzato anche in cardiologia nella terapia delle pericarditi); in coloro che soffrono di frequenti attacchi di condrocalcinosi, il farmaco viene talvolta consigliato, in bassi dosaggi, a scopo preventivo.
- Aspirazione del liquido sinoviale (artrocentesi) – In alcuni casi, per alleviare dolore e gonfiore, il medico può consigliare l’aspirazione di un certo quantitativo di liquido sinoviale; questo intervento aiuta a rimuovere anche alcuni cristalli di pirofosfato. Contemporaneamente si può effettuare un’infiltrazione di farmaci corticosteroidi.
- Riposo e crioterapia – Nel corso di un attacco acuto di condrocalcinosi possono sicuramente essere d’aiuto il riposo dell’articolazione e l’applicazione di ghiaccio sulla parte calda e dolorante.
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