Il colangiocarcinoma epatico (più precisamente intraepatico, CCI) è un tumore che origina all’interno del fegato; del colangiocarcinoma esistono anche forme extraepatiche (le più frequenti) che originano dalle vie biliari extraepatiche.
Fra le neoplasie primitive maligne del fegato, il colangiocarcinoma epatico è la seconda come frequenza (i tumori epatici primitivi più comuni sono gli epatocarcinomi); costituisce circa il 15% di tutte le neoplasie che interessano l’organo epatico; è più frequente nei soggetti di sesso maschile e ha un picco di incidenza nella tarda età, per la precisione nella settima decade di vita.
Il colangiocarcinoma è considerato un tumore raro; nei Paesi asiatici è più comune; a livello europeo l’incidenza annua è di 1,5 soggetti su 100.000 abitanti.
Cause
Le cause del colangiocarcinoma epatico non sono del tutto note; quello che si sa è che l’infiammazione cronica e il danno cellulare dei dotti biliari causato dall’ostruzione del flusso biliare sono due condizioni che favoriscono lo sviluppo della neoplasia; i principali fattori di rischio sono rappresentati dalle malformazioni e dalle infiammazioni croniche a carico delle vie biliari, dalla cirrosi epatica, dalla sindrome metabolica, dal fumo e dall’abuso di sostanze alcoliche.
Colangiocarcinoma – Sintomi e segni
Fra i segni e i sintomi principali che caratterizzano questa forma di tumore al fegato vi sono feci chiare e cretacee, urine scure, ittero e dolore addominale; nel caso di ostruzione biliare si possono avere anche prurito, epatomegalia, calo ponderale e febbre. Talvolta è riscontrabile una massa palpabile nei quadranti addominali superiori.
Diagnosi
Il colangiocarcinoma epatico è frequentemente un reperto incidentale (incidentaloma) che viene riscontrato nel corso di esami strumentali effettuati per altre motivazioni o per la presenza di vaghi sintomi addominali.
La diagnosi si avvale di esami clinici e di laboratorio (in primis dosaggio di bilirubina, fosfatasi alcalina, gamma GT nonché marker tumorali quali CEA e CA 19.9). Vi sono poi diversi esami strumentali che consentono di accertare l’eventuale presenza del tumore.
Non sempre è facile la distinzione fra colangiocarcinoma ed epatocarcinoma e prima di arrivare a una diagnosi certa (dirimente è l’esame istologico su biopsia percutanea) si deve escludere che la massa neoplastica sia una metastasi correlata a un tumore localizzato in altra sede (generalmente una neoplasia a carico del tubo digerente).

La terapia d’elezione per il colangiocarcinoma è quella chirurgica.
Colangiocarcinoma epatico – Terapia
La terapia d’elezione per questa grave forma tumorale è quella chirurgica; qualora sia possibile, si deve effettuare l’asportazione totale della massa neoplastica; l’intervento chirurgico radicale, infatti, è la sola possibilità reale di cura per questa forma di tumore epatico (circa il 50-60% dei pazienti presenta una neoplasia resecabile).
In casi molto particolari c’è la possibilità di effettuare un trapianto di fegato. Nei soggetti nei quali non è possibile effettuare l’asportazione completa del tumore o, peggio, non è addirittura possibile intervenire chirurgicamente, devono entrare in gioco radioterapia e/o chemioterapia. La resezione epatica viene riconsiderata in seguito a seconda della risposta che si è ottenuta con le altre modalità di trattamento.
Colangiocarcinoma – Sopravvivenza
La sopravvivenza globale a 5 anni di coloro che sono stati sottoposti a intervento chirurgico raggiunge il 40-45% circa. Le sedi nelle quali si manifestano più frequentemente le recidive dopo l’intervento chirurgico sono quella intraepatica, quella linfonodale e quella polmonare.
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