La cistite è una patologia infiammatoria che interessa la mucosa vescicale (lo strato superficiale di tessuto che riveste internamente la vescica); in genere è di origine batterica. La cistite è una patologia piuttosto comune fra gli adulti, ma può riscontrarsi spesso anche nei bambini; in questi ultimi il problema è generalmente più difficile da diagnosticare in quanto i sintomi e i segni eventualmente presenti sono poco specifici (talvolta l’unica manifestazione clinica è rappresentato dalla febbre).
La cistite colpisce in modo prevalente le donne a causa della loro diversa conformazione dell’apparato urinario, più precisamente a causa della differente conformazione anatomica dell’uretra; la brevità dell’uretra femminile (4 cm circa) e la sua vicinanza alla vagina e al retto sono i principali fattori di rischio e di maggiore prevalenza di cistite (ma in generale di infezioni delle vie urinarie) nei soggetti di sesso femminile.
Si ritiene che una percentuale di donne compresa tra il 10 e il 20% circa sarà colpita da un’infezione delle vie urinarie almeno una volta nella vita; altri autori ritengono che almeno la metà delle donne è destinata a soffrire di cistite almeno una volta nel corso della propria esistenza.
Le percentuali di incidenza della patologia tendono ad aumentare con l’innalzarsi dell’età; si ritiene infatti che perlomeno il 30-60% delle ultrasessantenni siano destinate a soffrire di cisite; questo incremento è legato ad alcuni problemi che vengono a verificarsi nel periodo della menopausa.
Gli uomini sono meno colpiti dalla patologia in questione, ma non ne sono esenti; spesso il disturbo si presenta in associazione alla prostatite batterica. Anche nei soggetti di sesso maschile, le percentuali di incidenza della patologia tendono ad aumentare con l’avanzare dell’età.
Cistite acuta – subacuta – cronica
La cistite può avere carattere acuto, subacuto oppure cronico.
La cistite acuta ha è caratterizzata da una brusca insorgenza, i segni e sintomi sono piuttosto evidenti e, generalmente sono associati a uno stato di malessere generale; le cistiti acute tendono a risolversi in modo spontaneo o comunque piuttosto rapidamente dopo che è stata intrapresa una terapia corretta.
La cistite subacuta si caratterizza per l’insorgenza e la sintomatologia in forma attenuata.
La cistite cronica è una forma che insorge in modo subdolo oppure è l’evoluzione di una pregressa forma acuta cronicizzata, spesso recidivata; in alcuni casi si registrano alterazioni della parete vescicale.
Esistono molte modalità di classificazione delle cistiti; una delle più utilizzate è quella effettuata in base alla tipologia di lesioni che si osservano sulla mucosa vescicale; in base a questo criterio si distinguono moltissimi tipi di cistite (catarrale, purulenta, emorragica, follicolare ecc.). Fra le forme di cistiti più comuni si devono ricordare quella emorragica e quella interstiziale.
Cistite – Cause
Nella stragrande maggioranza le cause della cistite sono di origine batterica; molto più rari sono i casi per cause diverse (virus, traumi, allergie ecc).
In condizioni non patologiche, la vescica e le alte vie urinarie non ospitano batteri che sono invece presenti, anche se innocui, nelle basse vie urinarie (l’uretra). Tuttavia, in particolari circostanze, i batteri presenti nelle feci, tra i quali i più comuni sono l’Escherichia coli, lo Streptococco fecale e lo Stafilococco epidermidis, contaminano l’uretra, la colonizzano e risalgono verso la vescica, provocando l’infiammazione; in questo caso si parla di cistite per via ascendente; se invece i batteri hanno raggiunto la vescica attraverso i reni si parla di cistite per via discendente. La vescica può anche essere contaminata per via ematica.

Almeno il 30% delle donne, contro il 12% degli uomini, è stato affetto nel corso della vita da almeno un episodio di infezione delle vie urinarie
Le condizioni predisponenti la cistite sono numerose:
- organismo debilitato in seguito a situazioni di stress, terapie antibiotiche o radioterapiche, regime alimentare non equilibrato ecc.
- scarsa igiene intima
- uso del diaframma e di creme spermicide che diminuiscono l’acidità della vagina, favorendo così l’attecchimento della colonia dei batteri patogeni
- assenza, per motivi genetici, di particolari sostanze (come la proteina di Tamm-Horsfall) che ostacolano la proliferazione batterica nella vescica
- patologie sessualmente trasmissibili
- cateterismo
- intolleranze al glutine o al lattosio
- steatosi uretrale
- calcolosi
- tumori del tratto urinario
- diverticolite
- ragadi anali
- ipertrofia prostatica benigna
- glicosuria (glucosio nelle urine)
Cistite – Sintomi
Clinicamente la cistite è caratterizzata da numerosi sintomi e segni.
I sintomi che caratterizzano la cistite (e, in generale, molte infezioni urinarie) variano a seconda dell’età del soggetto e della parte dell’apparato urinario che è interessata dal processo infiammatorio.
Negli adulti e nei ragazzi più giovani i sintomi e i segni della cistite sono di solito più definiti, mentre nei più piccoli possono essere molto generici e la diagnosi sarà perciò più difficile; il bambino appare irritabile, ha poco appetito e talvolta è colpito da una febbre che compare senza ragioni apparenti e non accenna ad andarsene; nei bambini può verificarsi anche enuresi ovvero perdono il controllo della vescica e spesso finiscono per fare la pipì a letto.
Di norma, si registra un notevole aumento del numero delle minzioni nell’arco delle 24 ore; si parla in questo caso di pollachiuria.
Un altro sintomo caratteristico è la cosiddetta disuria; questo termine sta a indicare una difficoltà, che può essere saltuaria od occasionale, nell’atto della minzione; il gettito urinario è lento e scarsamente copioso (stranguria); urinare richiede uno sforzo superiore al normale e il gettito delle urine può subire modificazioni sia nel volume che nella forma; in alcuni casi esso può arrestarsi in modo improvviso e involontario.
Generalmente si avvertono dolenzia e bruciore e in alcuni casi si può avvertire una certa sensazione di freddo accompagnata da brividi.
Nella cistite è spesso presente tenesmo vescicale (sensazione dolorosa accompagnata da un’imperiosa urgenza di urinare); relativamente meno frequenti sono l’ematuria (presenza di tracce di sangue nelle urine) e piuria (presenza di pus).
La febbre non è quasi mai presente (in genere questo problema interessa i più piccoli); nel caso la si registri è molto probabile che l’infezione si sia propagata anche alle alte vie urinarie.
I segni e i sintomi sopradescritti sono tipici sia della cistite acuta che della cistite cronica, ma in quest’ultimo caso la sintomatologia è generalmente meno accentuata.
Diagnosi
La diagnosi, oltre ai sintomi riportati dal paziente, prevede l’esame delle urine, ove l’aumento di leucociti, del pH urinario e la presenza di emazie (tracce di globuli rossi) sono fattori compatibili con l’infezione in corso. L’esame più completo è l’urinocoltura, ove si misura la concentrazione di batteri e, se risulta superiore a 100.000/ml, si procede a un antibiogramma, per capire a quale antibiotico è sensibile la colonia di batteri identificata (l’Escherichia coli è uno dei microrganismi patogeni più frequentemente implicati nell’insorgenza di cistite).
Se le cistiti occorrono con una certa frequenza può essere opportuno approfondire meglio la situazione e accompagnare gli esami microbiologici con accertamenti di tipo urologico, ginecologico, gastroenterologico ed endocrinologico.
Rimedi e cura per la cistite
La cura di una cistite non complicata è piuttosto semplice: il percorso terapeutico prevede generalmente, in prima battuta, l’utilizzo di rimedi farmacologici quali fluorochinoloni orali associati talvolta a cotrimoxazolo. In alternativa vengono proposti trattamenti basati su nitrofurantoina e fosfomicina trometamolo (molte cistiti vengono risolte con l’utilizzo di fosfomicina – Monuril – in due o tre giorni).
La cura della cistite complicata prevede l’utilizzo di fluorochinolone o di penicillina associata a un inibitore delle beta-lattamasi (amoxicillina clavulanato o ampicillina e sulbactam); in alternativa si possono utilizzare le cefalosporine di seconda o terza generazione.
Nei casi di cistite particolarmente gravi o in quelli in cui la terapia iniziale non sortisce gli effetti sperati si può ricorrere a ciprofloxacina o a un altro fluorochinolone anti-pseudomonas; altre possibilità sono rappresentate da una acilaminopenicillina in associazione a un inibitore delle beta-lattamasi o anche da una cefalosporina di terza (ceftriaxone, ceftazidime, cefotaxime) o quarta generazione (cefepime); un’altra è rappresentata da un carbapenemico (imipenem, meropenem). Tutti i farmaci citati possono essere eventualmente associati a un aminoglicoside.
La profilassi per evitare recidive prevede sia l’assunzione di molta acqua (almeno due litri al giorno per diluire la carica batterica sia un’accurata igiene personale, specialmente nei giorni del flusso mestruale e dopo i rapporti sessuali, precauzione quest’ultima di fondamentale importanza anche per una corretta prevenzione.
Prevenzione
Appare ottimistico sperare di prevenire la cistite con un controllo dell’alimentazione; consigli generali sullo stile alimentare sono spesso dettati da un’ipervalutazione di un determinato modello alimentare che tende a demonizzare certi cibi, ritenendoli erroneamente responsabili di moltissime patologie.
In diversi soggetti la cistite può essere legata a una compromissione delle difese immunitarie (per esempio a causa dello stress) per cui è importante una revisione generale del proprio stile di vita (soprattutto per quanto riguarda l’attività fisica e l’aspetto psicologico).
Per quanto riguarda l’igiene è opportuno evitare di usare detergenti intimi troppo aggressivi che alterano il pH, provocando un abbassamento delle difese contro i batteri; consigliabile anche non indossare pantaloni (per esempio jeans) troppo stretti, per evitare l’annidamento dei batteri.
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