Le cisti ovariche sono una patologia molto comune, in particolar modo nell’età fertile della donna (di solito le cisti ovariche interessano le donne di età compresa tra i 15 e i 47 anni; sono piuttosto rare nel periodo della menopausa), e sono strettamente connesse alla struttura e alla funzionalità delle ovaie.
Essenzialmente si tratte di sacche, di ridotte dimensioni, piene di liquido, che possono essere localizzate o all’interno oppure sulla superficie delle ovaie (ricordiamo che le ovaie sono le gonadi femminili; si tratta di ghiandole situate a fianco dell’utero; rivestono una fondamentale importanza sia dl punto di vista riproduttivo, in quanto producono le cellule germinali femminili, gli oociti, sia da un punto di vista endocrinologico in quanto secernono ormoni).
Le cisti ovariche si presentano piuttosto frequentemente e colpiscono un’alta percentuale di soggetti di sesso femminile; nella maggior parte dei casi, però, risultano benigne e prive di complicazioni, scomparendo in breve tempo (solitamente in 1-2 cicli mestruali) senza che vi sia il bisogno di ricorrere a un qualsivoglia trattamento terapeutico.
In questi casi, le cisti ovariche sono essenzialmente semplici alterazioni connesse alla funzionalità dei follicoli (i corpi sferici che contengono in fase di maturazione la cellula uovo, collocati nella sezione corticale dell’ovaio) e dei corpi lutei normali; non si deve però sottovalutare il fatto che le cisti ovariche possono rappresentare essere segno di problematiche ben più gravi, come le cisti endometriosiche, le cisti dermoidi e, nei casi peggiori, i tumori benigni (cistomi, fibromi ovarici) o maligni (cistocarcinomi e cistosarcomi).
Tra le possibili forme di cisti ovarica, va inoltre incluso il cosiddetto ovaio policistico, costituito da numerosi follicoli di diverse dimensioni e con gradi di sviluppo differenti, causato prevalentemente dalla dinamica dei meccanismi ovulatori e dall’alterazione ormonale femminile.
In alcuni casi, anche se non sono espressione di problemi di una certa gravità possono recare alcuni fastidi, soprattutto se si rompono; in questi casi c’è sempre la possibilità che le manifestazioni possano essere abbastanza serie.
Tipologie
Le cisti ovariche maggiormente diffuse sono indubbiamente le cosiddette cisti ovariche funzionali, ossia le cisti ovariche follicolari e le cisti ovariche luteiniche. Il tipo più comune è la cisti ovarica follicolare, in cui il follicolo dell’ovaio che produce l’uovo si ingrossa e si riempie di liquido, ma questo può accadere anche nel corpo luteo, una massa di tessuto giallastro che si forma dal follicolo subito dopo l’ovulazione.
Sulla superficie delle ovaie sono presenti normalmente i follicoli, corpi sferici che contengono in fase di maturazione la cellula uovo e sono collocati nella sezione corticale dell’ovaio. Alla nascita, ogni individuo di sesso femminile è provvisto di più di 400.000 follicoli ovarici, dei quali solo 400 giungono a maturazione nel corso della sua vita feconda.
Nel periodo fertile, durante la fase di ovulazione, uno dei follicoli sulla superficie dell’ovaio cresce più degli altri, passando da un diametro di pochi mm a più di 2 cm. Quando l’uovo è maturo, il follicolo si rompe, liberandolo. Il follicolo può quindi essere riassorbito oppure assumere un aspetto di ciste, dotata di una membrana ripiena di liquido.
Le cisti legate all’ovulazione sono spesso dette cisti funzionali e si risolvono spontaneamente nel giro di poche settimane. L’esame ecografico, ripetuto a distanza nei vari periodi del ciclo, può rilevare la natura strutturale (la capsula ripiena di liquido) e funzionale della ciste.
Cisti dermoidi
La cisti dermoide è una forma di teratoma, ovvero di una neoformazione di cellule, derivate dall’embrione, in grado ancora di crescere e differenziarsi.
Un teratoma è un tumore benigno dalla forma ovulare o rotondeggiante che può avere dimensioni molto variabili (si va da pochi millimetri ad alcuni centimetri).
Invero, le cisti dermoidi sono generalmente localizzate a livello del volto, ma possono comunque comparire anche in altri organi, fra cui, appunto, l’ovaio.
Le cisti dermoidi possono contenere al loro interno frammenti di pelle, ossa, denti o capelli e, pur essendo una formazione benigna, deve essere necessariamente asportata chirurgicamente.
Cisti ovariche e ovaio policistico
Più particolare il caso dell’ovaio policistico (o policistosi ovarica), una condizione patologica piuttosto seria dalle cause ancora non perfettamente chiarite; la sindrome dell’ovaio policistico si manifesta con la mancanza di ovulazione e l’aumento delle dimensioni delle ovaie, oltre a una spiccata disfunzionalità ormonale che provoca fenomeni di virilizzazione come l’irsutismo (eccessiva crescita di peluria), l’alopecia, l’obesità, condizioni tipiche dell’individuo maschile.
Come detto le cause di questa particolare forma di cisti ovarica non è stata ancora chiarita con certezza; si ritiene che possa essere determinata da un’alterazione della secrezione di due ormoni prodotti dall’ipofisi: l’FSH (Follicle-Stimulating Hormone, ormone follicolo-stimolante) e l’LH (Luteinizing Hormone, ormone luteinizzante, una glicoproteina che è la principale responsabile della formazione del cosiddetto corpo luteo). Per approfondimenti si consulti l’articolo Ovaio policistico.
Diagnosi
Le cisti ovariche possono essere individuate nel corso di un’ispezione pelvica ordinaria, ma per confermare la diagnosi e determinare le dimensioni e la posizione delle cisti sono talvolta necessarie indagini come l’ecografia o la laparoscopia. Se le cisti ovariche semplici (funzionali) scompaiano quasi sempre in modo spontaneo, lo stesso non si può dire per quelle più complesse (come le cisti dermoidi), che richiedono necessariamente l’intervento chirurgico.
Nel caso di diagnosi dubbia di cisti ovariche, è sicuramente opportuno investigare sulla possibile natura maligna della formazione, escludendo la presenza di un carcinoma ovarico, che invece è una grave forma di neoplasia ed è la prima causa di mortalità per tumore ginecologico tra le donne.
In questo caso è fondamentale la tempestività dell’intervento e la successiva terapia oncologica (che spesso si avvale della chemioterapia).
Cisti ovariche – Sintomi
Nella gran parte dei casi le cisti ovariche sono asintomatiche e non danno perciò alcun segno della loro presenza e dei loro effetti. Tuttavia, in alcune circostanze provocano un forte senso di fastidio addominale, dolore durante i rapporti sessuali e irregolarità mestruali come amenorrea, menorragia e dismenorrea.
Se si verifica una torsione della cisti, possono inoltre comparire intenso dolore addominale, nausea e febbre, che rendono necessario un intervento chirurgico.
Cisti ovariche – Cura
Nel caso delle cisti ovariche funzionali, non è necessario ricorrere a particolari cure; esse, infatti, si risolvono in modo spontaneo nel giro di qualche settimana, senza che si rende necessario il ricorso all’asportazione chirurgica, a meno che la cisti non assuma dimensioni notevoli (dai 5 cm in su) e produca un forte dolore, poiché potrebbe avere riflessi negativi importanti sulla fertilità.
Nel caso in cui il problema persista, è consigliabile assumere la pillola anticoncezionale per bloccare l’ovulazione, dando così il tempo alla cisti di riassorbirsi.

Di solito le cisti ovariche interessano le donne di età compresa tra i 15 e i 47 anni; sono piuttosto rare nel periodo della menopausa.
Intervento di asportazione
I metodi utilizzati per l’intervento di asportazione delle cisti ovariche devono essere valutati primariamente tramite un’accurata ricerca diagnostica con ecografia pelvica e, dopo la menopausa, con i marker tumorali, per escludere la presenza di cellule neoplastiche.
L’intervento chirurgico viene eseguito in anestesia generale e può avvenire in laparoscopia; praticamente, tramite un’incisione a livello dell’ombelico, si introduce un laparoscopio, sistema ottico in grado di trasportare, mediante il segnale video, l’immagine dell’interno della cavità pelvica, precedentemente distesa con l’iniezione di un gas. Altri piccoli tagli consentono l’introduzione degli strumenti chirurgici con i quali si procede alla rimozione o all’aspirazione della ciste.
In particolari condizioni (ciste troppo grande, obesità della paziente, natura maligna della formazione) l’intervento per via laparoscopica non è possibile e si pratica la laparotomia, con una profonda incisione dell’addome, con una tecnica simile a quella utilizzata in caso di parto cesareo.
Generalmente la paziente può tornare a casa il giorno dopo l’operazione ed è possibile che avverta un senso di tensione addominale, destinato comunque a scomparire nel giro di 24 ore.
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