Una cisti aracnoidea è una sacca di liquido simil-liquorale (il liquor, o liquido cefalorachidiano, è un fluido presente nel sistema nervoso centrale che svolge varie funzioni, fra cui quella di proteggere il sistema nervoso centrale e il midollo spinale dai traumi subiti dalle strutture ossee che li contengono) delimitata da una membrana trasparente costituita essenzialmente da cellule aracnoidee e fibre collagene.
La maggior parte delle cisti aracnoidee, circa i due terzi, sono localizzate nella regione sopratentoriale (il tentorio è una struttura che separa il cervello dal cervelletto e dal tronco cerebrale), mentre le rimanenti sono perlopiù localizzate nella regione sottotentoriale; di rara frequenza sono le cisti aracnoidee intraspinali. L’emisfero maggiormente interessato è quello sinistro.
Le cisti aracnoidee si riscontrano più frequentemente nei soggetti di sesso maschile (rapporto 3-4:1) senza distinzione di etnia; sono la tipologia di cisti più frequentemente riscontrate a livello della regione encefalica.
Non è possibile fare una stima di quanto tale condizione sia comune perché, nella stragrande maggioranza dei casi, una cisti aracnoidea è asintomatica (non a caso viene spesso definita “cisti silente”) e il suo riscontro avviene causalmente durante l’effettuazione di un esame di neuroimaging (TAC o risonanza magnetica nucleare) effettuato per altre motivazioni.
Tipologie
Si distinguono due tipologie di cisti aracnoidea:
- congenita (ovvero presente fin dalla nascita)
- acquisita (secondaria al verificarsi di determinate patologie o eventi).
La cisti aracnoidea congenita (anche cisti aracnoidea primaria) è la tipologia di più frequente riscontro.
Dal punto di vista chirurgico si distinguono cisti aracnoidee di tipo I (piccole dimensioni), tipo II (medie dimensioni) e tipo III (grandi dimensioni).
Cisti aracnoidea – Perché si forma
La causa di insorgenza di una cisti aracnoidea congenita è attualmente sconosciuta; si è portati a ritenere che tale formazione sia conseguente ad anomalie nel corso dello sviluppo dell’aracnoide durante la fase di sviluppo prenatale (anomalie del neurosviluppo). Secondo alcuni autori, tali anomalie potrebbero essere dovute o processi infettivi (per esempio, un’infezione da citomegalovirus) o traumi subiti durante la gestione (soprattutto nel primo e nel secondo trimestre di gravidanza).
Si è notata una certa ricorrenza di cisti aracnoidee primarie nell’ambito dello stesso gruppo familiare; ciò ha portato a prendere in considerazione anche l’ipotesi che alla base della condizione in questione ci possa essere predisposizione familiare.
Maggiori certezze si hanno invece nel caso delle cisti acquisite.
La formazione di una cisti aracnoidea acquisita può avere varie cause: tumori cerebrali, traumi, emorragia subaracnoidea, processi infettivi intracranici (per esempio, una meningite), interventi chirurgici ecc.
Cisti aracnoidea – Sintomi e segni
Come accennato nel paragrafo iniziale, generalmente una cisti aracnoidea non dà luogo ad alcuna manifestazione clinica; è cioè una condizione asintomatica; in alcuni casi, però, dipendentemente dalla sua dimensione e/o dalla sua localizzazione, essa può essere causa di vari sintomi e segni; questi possono essere più o meno specifici; nel caso di una cisti aracnoidea encefalica si ricordano:
- mal di testa
- sensazione di vertigini
- nausea
- vomito
- idrocefalo
- emiparesi
- emiplegia
- attacchi epilettici
- allucinazioni e disturbi uditivi
- disturbi della vista
- letargia
- problemi comportamentali
- atassia (disturbo neurologico caratterizzato dalla progressiva perdita di coordinazione motoria)
- deterioramento cognitivo
- depressione
- alessitimia (difficoltà di riconoscere e quindi descrivere il proprio stato emotivo)
- psicosi
- paranoia.
Nel caso di una cisti aracnoidea spinale (di più raro riscontro) si possono avere le seguenti manifestazioni:
- formicolii/intorpidimento a mani e/o piedi
- spasmi muscolari
- sensazione di debolezza agli arti superiori e/o inferiori
- dolori alla schiena
- paraplegia
- disturbi urinari (nei soggetti più anziani).
Nel caso di cisti aracnoidee di notevoli dimensioni, la sintomatologia può essere aggravata dal cosiddetto “effetto massa” su encefalo e midollo spinale con relative complicazioni di carattere neurologico.
Diagnosi
Per individuare la cisti è necessario un esame di neuroimaging, ovvero o una TAC (tomografia assistita dal computer) oppure una RMN (risonanza magnetica nucleare).
Come detto, spesso il riscontro di una cisti aracnoidea avviene in modo fortuito quando si effettuano tali esami per altre motivazioni.

Nella stragrande maggioranza dei casi, una cisti aracnoidea è asintomatica (non a caso viene spesso definita “cisti silente”) e il suo riscontro avviene causalmente durante l’effettuazione di un esame di neuroimaging (TAC o risonanza magnetica nucleare) effettuato per altre motivazioni.
Cisti aracnoidea – Come si cura
Una cisti aracnoidea asintomatica non necessita di alcun intervento; dopo il suo riscontro, un medico potrebbe decidere, per un certo lasso di tempo, un eventuale monitoraggio periodico per verificare eventuali variazioni nelle dimensioni. Va comunque precisato che, in caso di lesioni asintomatiche, ma di notevoli decisioni riscontrate in bambini o in soggetti di giovane età, si può decidere di intervenire con l’idea che la decompressione possa avere un impatto positivo sullo sviluppo cerebrale di un soggetto ancora in fase di accrescimento.
Se invece la patologia è sintomatica, è necessario intervenire. Al momento attuale le possibilità di intervento sono varie: rimozione della cisti, drenaggio con agoaspirato, shunt cerebrale, fenestrazione (attraverso craniotomia oppure per via endoscopica).
La modalità più spesso utilizzata, ma molto dipende dalla localizzazione e dalle dimensioni della cisti aracnoidea, è la fenestrazione per via endoscopica. Dal punto di vista neurochirurgico sono tutte operazioni di relativa “semplicità”, ma la fenestrazione per via endoscopica è quella più scevra da eventuali, seppur molto rare complicanze.
Con la fenestrazione per via endoscopica, il neurochirurgo effettua delle piccolissime incisioni sul cranio e ricorre all’endoscopio, uno strumento che gli permette di visualizzare con precisione il campo operatorio. Decisamente più invasiva è la fenestrazione tramite craniotomia (che richiede l’incisione e l’asportazione temporanea di un pezzetto di cranio). Nel caso di trattamenti tempestivi la prognosi è ottima.