La cirrosi epatica è una seria patologia a carattere cronico e degenerativo che colpisce il fegato; questa grave malattia ha un andamento lento, ma progressivo.
Attualmente la cirrosi epatica non può essere guarita (se non tramite il trapianto di fegato); con i trattamenti a disposizione si può solo cercare di rallentarne il più possibile l’evoluzione cercando di controllarla con terapie farmacologiche, chirurgia e misure comportamentali. Fondamentale cercare di scoprire le cause che hanno determinato la sua insorgenza e cercare di rimuoverle.
Si tratta di una patologia molto diffusa ed è compresa fra le prime dieci cause di morte nel mondo occidentale; soltanto nel nostro Paese fa registrare circa 26.000 nuovi casi all’anno.
La cirrosi epatica rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di epatocarcinoma (uno dei tumori del fegato più comuni); in Italia, ogni anno circa il 3% dei soggetti affetti da cirrosi epatica sviluppa una neoplasia epatica.
Le conseguenze della cirrosi
Le cellule sane del fegato colpito dalla malattia vengono danneggiate e sostituite da tessuto cicatriziale (questa degenerazione dei tessuti è detta fibrosi), con la comparsa di noduli; la conseguenza è che si perdono i rapporti normali fra i gruppi di cellule e si ha un’alterazione del flusso del sangue all’interno di questo importante organo.
L’alterazione della struttura indotta dalla malattia impedisce al fegato di svolgere i suoi compiti abituali; com’è noto, questo importante organo ha un ruolo fondamentale in molti processi come, per esempio, la digestione degli alimenti, il metabolismo dei farmaci e la produzione di proteine, anche quelle coinvolte nella coagulazione del sangue.
Le cause
Le cause della cirrosi epatica sono numerose e possono essere molto diverse fra loro.
I principali responsabili dell’insorgenza della malattia sono i virus dell’epatite B e dell’epatite C; queste due forme di epatite sono molto diffuse, sia in Europa che negli altri continenti. Nel nostro Paese, l’epatite C risulta essere la principale causa dell’insorgenza di cirrosi epatica.
Altre forme di epatite che possono essere causare la malattia sono l’epatite D e l’epatite attiva cronica autoimmune.
Altra causa importantissima di cirrosi epatica è l’abuso di alcol; si stima che circa il 50% dei casi sia da imputare all’etilismo.
La cirrosi biliare primitiva così come altre patologie a carico dei dotti biliari rientrano fra le cause di cirrosi epatica.
In alcuni casi la patologia può essere originata dall’assunzione di farmaci (cirrosi epatica iatrogena); l’evenienza è abbastanza rara, ma le probabilità non sono comunque nulle.
Altra causa di cirrosi epatica può essere l’ostruzione del deflusso venoso dell’organo epatico; una condizione che si verifica nel caso di patologie quali la sindrome di Budd-Chiari e la pericardite ostruttiva.
L’emocromatosi, il morbo di Wilson, il diabete mellito ecc. sono altre patologie che possono causare cirrosi epatica.
Segni e sintomi di cirrosi epatica
La sintomatologia della cirrosi epatica è estremamente variegata. Inizialmente la patologia può essere asintomatica e spesso la sua presenza viene sospettata in seguito ad analisi cliniche di routine o effettuate per altre motivazioni (si parla in questo caso di cirrosi epatica compensata).
Man mano che la patologia progredisce, il soggetto può avvertire astenia, riduzione del senso di fame, dimagramento, nausea ecc.
Quando la malattia si trova in una fase più avanzata (cirrosi epatica scompensata), i segni e i sintomi iniziano a farsi importanti; possono quindi manifestarsi ascite, ittero, splenomegalia, ematemesi, encefalopatia epatica, alterazioni cutanee, perdita muscolare, ingrossamento delle mammelle negli uomini, atrofia testicolare, alterazione del gusto, riduzione dell’olfatto, ulcere peptiche, ipertensione portale ecc.

La cirrosi epatica è una grave patologia del fegato che incide sulle funzionalità dell’organo, compromettendo l’aspettativa di vita del paziente
Diagnosi
Qualora un esame clinico faccia sospettare la presenza di cirrosi epatica, la conferma diagnostica può essere ricercata con le analisi del sangue. Si può ricorrere anche all’ecografia, alla TAC e, talvolta, a una biopsia epatica che potrebbe, in alcuni casi, fornire importanti informazioni sulle cause che hanno indotto la patologia.
Oltre alle alterazioni di transaminasi e gamma-GT, gli esami di laboratorio possono evidenziare valori alterati di bilirubina, albumina, piastrine e fattori della coagulazione.
Cura della cirrosi epatica
I danni al fegato indotti dalla cirrosi epatica, come già accennato in apertura, non sono purtroppo reversibili, tuttavia le terapie possono alleviare e controllare la sintomatologia.
Nel caso di soggetti affetti da cirrosi epatica alcolica è fondamentale l’astensione assoluta dall’alcol; i pazienti alcolisti dovrebbero sottoporsi a un progetto terapeutico per alcolisti per cercare di rimuovere la dipendenza.
La dieta ha un’importanza fondamentale nel soggetto affetto da cirrosi epatica e viene pertanto trattata con un articolo a sé stante al quale rimandiamo: Dieta per la cirrosi epatica.
Se la cirrosi epatica è stata causata da epatite, di norma si raccomanda un piano terapeutico per il trattamento della patologia sottostante; fra i principi attivi utilizzati in questi casi vi sono il pegintergerone e la lamivudina
Ovviamente è importante anche gestire eventuali complicanze (ritenzione idrica, ipertensione portale, emorragie ecc.).
I rimedi più comuni sono i diuretici (contro la ritenzione idrica e l’ascite), le vitamine e i sali minerali, l’attenzione a un’alimentazione adeguata, i lassativi, il propranololo (nei pazienti colpiti da emorragie).
Inoltre, nel caso delle emorragie attualmente si può intervenire con grande efficacia; nei malati si ha uno stato di ipertensione della vena porta e il sangue viene deviato nelle vene esofagee, che si dilatano (varici esofagee), vengono erose dai succhi acidi dello stomaco e infine provocano l’emorragia, che può essere però bloccata con iniezioni di liquido sclerosante o con legature elastiche.
L’ipertensione della vena porta può essere inoltre curata con una terapia farmacologica (beta-bloccanti) o chirurgica (stent intraepatico).
La soluzione definitiva è rappresentata dal trapianto del fegato; sui tempi di attesa è difficile esprimersi con precisione; esiste, infatti, una notevole variabilità nelle tempistiche che è dovuta a diversi fattori fra i quali vanno ricordati la disponibilità di organi, lo stadio di gravità della patologia, le dimensioni corporee e il tipo di gruppo sanguigno.
Gli ultimi due fattori sono quelli che pesano maggiormente nel determinare se il fegato donato può essere compatibile per il trapianto su un determinato paziente.
Aspettativa di vita nella cirrosi epatica
L’aspettativa di vita di un soggetto affetto da cirrosi epatica non è facilmente prevedibile; generalmente la malattia evolve in modo piuttosto lento e per di più in modo diverso da individuo a individuo.
Come già accennato nel paragrafo relativo alla sintomatologia, la malattia è caratterizzata da un decorso che possiamo suddividere in due fasi: cirrosi epatica compensata e cirrosi epatica scompensata.
Se la malattia viene diagnostica nel corso della prima fase e si inizia un adeguato trattamento, la sopravvivenza a 5 anni si aggira attorno al 90%, passa all’80% per altri dieci per poi ridursi sempre più con il passare degli anni.
Nella fase di cirrosi epatica scompensata, i tassi di sopravvivenza sono piuttosto bassi; le stime a 5 anni sono del 50% e passano al 30% per i 10 anni.
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