La cheratosi seborroica è una forma tumorale di tipo benigno la cui manifestazione è costituita da piccole macchie di colorito marrone-brunastro, solitamente rilevate rispetto al tessuto cutaneo.
Le zone colpite da cheratosi seborroica hanno la tendenza a desquamarsi e a formare piccole croste dall’aspetto untuoso che possono staccarsi con una certa facilità. Le zone più frequentemente interessate dalla patologia sono il volto e il tronco. Colpiscono solitamente soggetti di età avanzata; entrambi i sessi risultano colpiti in egual misura. Le popolazioni più colpite da cheratosi seborroica sono quelle caucasiche; raramente tale patologia colpisce gli asiatici e i soggetti di razza nera.
A differenza delle cheratosi attiniche, le cheratosi seborroiche non evolvono mai in forme tumorali maligne e non sono correlate con l’esposizione alle radiazioni solari.
Esordio della patologia
L’esordio della patologia è costituito generalmente dalla comparsa di papule dal colorito giallastro che tendono a scurirsi e a desquamarsi con il trascorrere del tempo. La dimensione delle papule è molto variabile, si va da circa un millimetro a circa un centimetro.
Le cheratosi seborroiche presentano una certa somiglianza con le verruche tant’è che talvolta si parla di verruche seborroiche.
In alcuni casi, se la cheratosi seborroica si manifesta in modo eccessivo possono verificarsi ripercussioni a livello estetico.
Cheratosi seborroica – Cause
Le cause non sono state tuttora definite con certezza. Attualmente si è portati a ritenere che le cheratosi seborroiche vengano trasmesse in modo autosomico dominante; alla base vi sarebbe quindi la familiarità.
L’evoluzione della cheratosi seborroica è influenzato da alterazioni di tipo ormonale o da fenomeni di tipo irritativo.
Immagini e aspetti diagnostici
Esistono diversi varianti cliniche della cheratosi seborroica, tra esse ricordiamo quella acantosica, quella acroposta, quella ipercheratosica, quella pigmentata ecc.
La diagnosi è generalmente semplice, tuttavia alcune lesioni possono apparire poco chiare; viene quindi in aiuto la dermatoscopia, una tecnica diagnostica non invasiva di secondo livello il cui scopo principale è quello di diagnosticare precocemente sia il melanoma sia tutte le lesioni melanocitarie pigmentate e no.
La diagnosi differenziale si pone principalmente con la cheratosi attinica pigmentata, con il melanoma piano in placca, con il basalioma pigmentato e con il carcinoma spinocellulare (anche spinalioma).
Di seguito due immagini di cute con cheratosi seborroica.

Le zone colpite da cheratosi seborroica hanno la tendenza a desquamarsi e a formare piccole croste dall’aspetto untuoso che possono staccarsi con una certa facilità
Cheratosi seborroica – Cura
Generalmente la patologia non necessita di alcun trattamento; purtuttavia, se tende a irritarsi o a sanguinare facilmente o se il soggetto la considera un problema estetico può essere rimossa piuttosto facilmente dal momento che questo tipo di lesione non è mai troppo radicata. Il dermatologo ha a disposizione diverse tecniche fra cui ricordiamo il congelamento con azoto liquido (noto anche come crioterapia, si tratta di una metodica piuttosto efficace, anche se nel caso di cheratosi di notevoli dimensioni non è l’opzione preferenziale), l’elettrocauterizzazione (una metodica efficace, ma deve essere effettuata da personale molto esperto in quanto sussiste il rischio di cicatrici residue) e l’ablazione mediante laser (laserterapia).
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