La cheratite è un processo infiammatorio a carico della cornea, la sottile membrana trasparente che riveste iride e pupilla.
Si tratta di una patologia che può interessare bambini e adulti e ne esistono diverse tipologie. Le cause sono veramente tante e le caratteristiche delle varie forme possono essere molto diverse nonostante molti sintomi e segni siano comuni.
In linea generale, una cornea sana difficilmente viene colpita da agenti patogeni, ma vi sono svariate condizioni che facilitano l’insorgere della malattia. Per esempio, nel caso di cheratiti infettive, i più esposti sono i soggetti immunocompromessi e defedati (ovvero, con grave deperimento organico).
La cheratite non è, in sé, una patologia particolarmente grave (fatte salve alcune particolari eccezioni), ma non deve essere mai trascurata perché eventuali complicanze potrebbero provocare seri danni alla vista e perfino cecità permanente.
Cause
Le cause alla base dell’insorgenza della malattia sono numerose; nella gran parte dei casi essa è determinata da un processo infettivo; gli agenti responsabili, in questo caso, possono essere batteri, funghi, protozoi e virus.
Talvolta la cheratite è legata a un evento traumatico (un colpo subito, la penetrazione di un oggetto nell’occhio, uso eccessivo di lenti a contatto ecc.), a un agente fisico (tipico il caso delle cheratiti determinate dalle lunghe esposizioni ai raggi ultravioletti), a un agente chimico (sostanze irritanti, agenti chimici, polveri ecc.) o a una patologia sistemica (per esempio l’artrite reumatoide o la vasculite disseminata).
Altre cause possono essere una scarsa manutenzione delle lenti a contatto, scarsa igiene personale, ipovitaminosi e la sindrome dell’occhio secco.
Cheratite batterica
Le cheratiti di origine batterica sono molto comuni; un’infezione batterica della cornea è spesso legata a uno scorretto utilizzo delle lenti a contatto, in primis da una loro scarsa igiene e manutenzione; anche l’abitudine di portare le lenti a contatto durante il riposo notturno può far insorgere una cheratite.
Altre cause che possono favorire l’insorgenza di una forma batterica sono le abrasioni corneali e il trucco per gli occhi che potrebbe essere stato contaminato da batteri.
Gli agenti batterici più frequentemente coinvolti sono lo Staphylococcus aureus e lo Pseudomonas aeruginosa (soprattutto in chi indossa le lenti a contatto).
Fra gli antibiotici maggiormente prescritti vi sono la levofloxacina, la gatifloxacina e l’ofloxacina.
Cheratite fungina
La cheratite fungina (o micotica) è molto rara, ma può essere particolarmente pericolosa e chi ne è colpito corre il rischio di cecità permanente se non si interviene tempestivamente.
L’agente spesso coinvolto è il fungo Fusarium (cheratite da Fusarium), un micete che si trova nel suolo e nelle piante tropicali e subtropicali.
In alcuni casi, soprattutto in soggetti immunodepressi, può instaurarsi una cheratite da Candida.
Ancora più rare delle cheratiti da Fusarium e da Candida sono le cheratiti da Aspergillus.
Fra i farmaci antifungini più utilizzati in caso di cheratiti da miceti va segnalato il voriconazolo.
Cheratite protozoaria
Le cheratiti da protozoi, come quelle micotiche, sono rare, ma possono essere molto gravi. Merita sicuramente un cenno particolare la cheratite da Acanthamoeba (un organismo unicellulare fra i più diffusi nell’ambiente), ritenuta la forma più pericolosa e devastante.
L’Acanthamoeba è un protozoo molto diffuso che si sviluppa in tutte le fonti d’acqua (anche nelle acque potabili) e nel suolo, ma difficilmente provoca infezioni, purtuttavia quando esse si verificano è necessario un tempestivo intervento perché sono molto rischiose per la salute degli occhi. Il problema riguarda soprattutto i portatori di lenti a contatto che, per prevenire questo tipo di cheratite, devono seguire con grande scrupolo tutte le indicazioni suggerite dai produttori e dagli oculisti per la corretta gestione delle lenti.
Rappresentano fattori di rischio il contatto di acqua contaminata con le lenti (è un’abitudine sbagliata quella di lavarsi o farsi la doccia indossando le lenti a contatto); anche nuotare con le lenti a contatto è decisamente sconsigliato; altri fattori di rischio per la cheratite da protozoi sono i traumatismi alla cornea, l’esposizione a polveri infette e la pulizia delle lenti con soluzioni saline contaminate (evento molto raro, ma descritto in letteratura).
La prevenzione delle cheratiti protozoarie passa essenzialmente da scrupolose manovre igieniche delle lenti a contatto e dall’evitare i fattori di rischio sopracitati.
Non è facile distinguere una cheratite da Acanthamoeba da altre forme della malattia; i segni e i sintomi più frequenti sono un arrossamento frequente dell’occhio associato a dolore, la sensazione di corpo estraneo nell’occhio, lacrimazione relativamente abbondante, fotofobia (sensibilità alla luce) e annebbiamento della vista. Il rossore oculare ha la tendenza a permanere per molto tempo anche dopo la rimozione delle lenti a contatto.
Quando la patologia si trova in una fase più avanzata possono essere presenti un’ulcerazione corneale a forma di anello bianco e un rossore della sclera particolarmente accentuato simile a quello che si manifesta in corso di congiuntivite.
La diagnosi non è sempre semplice perché diversi dei segni e sintomi descritti sono molto simili a quelli di altre patologie infiammatorie degli occhi. Spesso l’oculista arriva alla diagnosi corretta per esclusione, constatando, per esempio, l’inefficacia della cura antibiotica.
Il trattamento attualmente utilizzato per trattare la cheratite da Acanthamoeba prevede la somministrazione di una biguanide (PHMB 0,02% o Clorexidina 0,02%) e di una diamidina.
Cheratite virale
Le forme virali più comuni della malattia sono la cheratite da Herpes simplex e quella da Adenovirus.
La cheratite erpetica può essere piuttosto pericolosa perché può condurre a un’infiammazione corneale cronica, può predisporre allo sviluppo di piccoli vasi sanguigni nell’occhio ed essere causa di lesioni cicatriziali. Nei casi più gravi si può sviluppare glaucoma e si può arrivare persino alla cecità.
La forma da adenovirus è generalmente meno grave di quella erpetica ed è spesso caratterizzata da opacità puntiformi che fanno la loro comparsa nello strato superficiale corneale.
Il trattamento si basa sulla somministrazione di farmaci antivirali. In particolare, nelle infezioni da Herpes simplex ha dimostrato efficacia l’assunzione di aciclovir.
Cheratite ulcerativa periferica
La cheratite ulcerativa periferica (altresì nota come cheratolisi marginale o ulcera periferica reumatoide) è una forma della malattia generalmente associata a patologie del collagene, acute o croniche, fra le quali si ricordano in particolar modo l’artrite reumatoide, la granulomatosi di Wegener e la policondrite recidivante.
I soggetti affetti dalla forma ulcerativa periferica riferiscono generalmente sintomi quali sensibilità alla luce, sensazione di corpo estraneo nell’occhio e calo del visus. Di norma si apprezza, nella periferia della cornea, un’area opacizzata causata da infiltrazione leucocitaria. La diagnosi differenziale si pone con le cheratiti infettive.
È necessaria una terapia immunosoppressiva citotossica sistemica da eseguirsi sotto stretta sorveglianza medica.
Cheratite interstiziale
La cheratite interstiziale (o parenchimatosa) è un processo infiammatorio a carattere cronico che interessa gli strati corneali profondi; è frequentemente associata a uveite. Si tratta di una forma piuttosto frequente nei bambini quale complicanza tardiva della sifilide congenita. Può essere mono- o bilaterale.
La sintomatologia è in parte simile a quella di altre forme della patologia o di altre malattie oculari; i sintomi e i segni che si registrano con più frequenza sono la sensibilità alla luce, il dolore oculare, la lacrimazione e la perdita graduale della vista. Man mano che la patologia avanza si assiste alla formazione di nuovi vasi sanguigni che danno origine ad aree di color salmone. Spesso si verificano anche irite, iridociclite e coroidite.
La terapia consiste innanzitutto nel trattamento della patologia di base; la somministrazione di corticosteroidi può ridurre la presenza di eventuali lesioni corneali. Se la cheratite ha provocato opacizzazione della cornea può essere necessario un trapianto.
Segni e sintomi di cheratite
Come si è visto, le forme di cheratite sono molteplici e la sintomatologia può presentare alcune diversità fra una forma e l’altra; molti segni e sintomi sono però comuni; in quasi tutte le forme della malattia, infatti, si registrano fotofobia, riduzione del visus, annebbiamento della vista, arrossamento oculare, dolore e irritazione, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, infiammazione palpebrale e lesioni corneali.
Diagnosi
La diagnosi non è sempre semplice perché, come detto, sono molte le patologie oculari nelle quali si riscontrano segni e sintomi simili.
Ovviamente è necessaria una scrupolosa anamnesi; in seguito l’oculista procede con un’osservazione esterna dopodiché si ricorre all’esame con lampada a fessura, strumento con il quale si può valutare lo stato della congiuntiva, dei margini palpebrali, del film lacrimale, della cornea e della sclera.
Nel caso l’oculista sospetti la presenza di cheratite infettiva può richiedere al paziente degli esami microbiologici specifici per l’identificazione dell’agente patogeno responsabile.
Trattamenti
Il trattamento dipende dall’agente causale. Si faccia quindi riferimento ai singoli paragrafi dell’articolo.
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