La cefalea a grappolo è un mal di testa le cui cause sono sconosciute (fra le tante ipotesi, una piuttosto accreditata è quella di un malfunzionamento dell’ipotalamo) caratterizzato da attacchi dolorosi particolarmente intensi, lancinanti. Il dolore è monolaterale, orbitario, sovraorbitario, temporale o può presentarsi in varie combinazioni di queste sedi.
Al contrario di altri tipi di mal di testa, interessa maggiormente i soggetti di sesso maschile (in particolar modo i fumatori), anche se sembra che la ripartizione fra i sessi tenda a equilibrarsi; agli inizi del secolo il rapporto fra uomini e donne era appena inferiore a 7 e oggi si attesta a circa 4.
La cefalea a grappolo si manifesta mediamente attorno ai 25 anni, anche se i primi episodi si possono manifestare fino a 50 anni e prima dei 20. Rara, ma non infrequente nei bambini con un’età media attorno agli 8 anni.
L’incidenza sulla popolazione è molto variabile. Secondo l’etnia la popolazione bianca è più colpita rispetto a quella nera. Alcune nazioni sembrano più colpite di altre, per esempio negli Stati Uniti si hanno circa 400 casi su 100.000 individui (considerando quanto detto sull’etnia, fra la popolazione bianca statunitense il tasso è ancora maggiore), mentre in Italia si è attorno a 300 casi su 100.000 individui.
Per fortuna, la forma episodica è presente nell’80% dei casi con uno o due manifestazioni alternate a lunghi periodi di remissione, anche di mesi o di anni; solo il restante 20% dei casi è soggetto alla forma cronica (almeno un anno senza periodi di remissione o con remissioni della durata inferiore al mese). Un soggetto episodico può diventare cronico e viceversa.
Cause e sintomi
Gli attacchi di cefalea a grappolo possono durare dai 15 minuti alle tre ore e possono manifestarsi da una volta ogni due giorni o, addirittura, 8 volte al giorno. Gli attacchi sono associati a uno o più segni che si manifestano nella stessa zona di comparsa del dolore (iniezione congiuntivale, lacrimazione, congestione nasale, sudorazione della fronte e del volto, rinorrea, miosi, ptosi ed edema palpebrale).

La cefalea a grappolo è solo una delle forme di cefalea. classificate in base alla localizzazione del dolore
Molti soggetti colpiti da cefalea a grappolo mostrano irrequietezza o agitazione nel corso dell’attacco doloroso (al contrario di quanto accade con l’emicrania, lo star fermi aumenta la sensazione di dolore, tant’è che molti riferiscono il desiderio di percuotere il capo con le braccia o addirittura contro una parete).
Le fasi attive di questa cefalea (dette appunto grappoli, o cluster) si alternano a fasi di remissione spontanea. La notevole intensità del dolore è legata a un’eccessiva dilatazione dei vasi del cranio che esercitano una certa pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino.
Il problema può manifestarsi in qualsiasi periodo dell’anno, ma si è osservata una maggiore frequenza degli episodi nelle stagioni primaverile e autunnale.
Fortunatamente, quella a grappolo è un tipo di cefalea piuttosto rara. Non è mai associata a nausea o vomito e nemmeno ad aura.
Terapia della cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo non è facilmente trattabile; gli scopi delle terapie sono quelli di minimizzare l’intensità del dolore e la durata degli attacchi. I tipici farmaci da banco come aspirina o ibuprofene poco possono contro questo tipo di cefalea.
Una certa efficacia è stata mostrata da terapie sintomatiche quali l’assunzione di farmaci come triptani* (sotto forma di iniezione o di spray nasale), octreotide (la forma iniettabile di un ormone, la somatostatina) e anestetici locali (per esempio la lidocaina sotto forma di gocce nasali).
Una certa utilità è stata mostrata anche dall’inalazione di ossigeno.
Nei casi veramente gravi (cefalea a grappolo cronica refrattaria alle altre cure o che colpisce soggetti che non possono assumere determinati farmaci) è da valutare il ricorso all’intervento chirurgico.
Altri nomi della cefalea grappolo
La cefalea grappolo (cluster headache nella letteratura medica anglosassone) era nota in passato come nevralgia ciliare, eritromelalgia del capo, eritroprosopalgia di Bing, emicrania angioparalitica, emicrania nevralgiforme cronica, cefalalgia istaminica, cefalea di Horton, malattia di Harris-Horton, nevralgia emicranica (di Harris), nevralgia petrosa (di Gardner).
Un’altra denominazione della cefalea a grappolo, molto suggestiva e che può darci un’idea della serietà di questo disturbo, è cefalea da suicidio (suicide headache).
* Si tratta di una classe di farmaci la cui indicazione principale sono le emicranie di moderata o grave intensità e la cefalea a grappolo. Oltre a una spiccata attività analgesica, hanno una certa efficacia contro nausea e vomito, ragion per cui, di norma, non è necessario associarli a farmaci antiemetici. Per quanto diano discreti risultati sul singolo attacco di emicrania, non possiedono alcuna efficacia preventiva.
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