La bronchite è una patologia a carattere infiammatorio che colpisce le pareti dei bronchi*, i condotti che permettono il trasporto dell’aria da e verso i polmoni.
Si tratta di una malattia respiratoria piuttosto frequente; si calcola, infatti, che in circa il 5% dei soggetti adulti si verifichi un episodio di bronchite all’anno; di questi, soltanto un quinto ricorre al consulto con il proprio medico curante.
L’incidenza della patologia risulta essere più alta nei mesi autunnali e in quelli invernali, in particolar modo in questi ultimi.
Forme acute e forme croniche
La bronchite viene solitamente suddivisa in due forme: acuta e cronica.
La forma acuta è quella di minor gravità; normalmente, infatti, il disturbo ha tempi di guarigione abbastanza brevi, per quanto possa capitare che la tosse perduri per qualche settimana.
La bronchite cronica invece è una patologia molto più seria dal momento che i bronchi sono interessati dal processo infiammatorio per lunghi periodi di tempo (la bronchite si definisce cronica quando colpisce i soggetti per almeno tre mesi e per due anni consecutivi).
La forma cronica dapprima interessa i bronchi più alti dell’albero respiratorio, in seguito coinvolge anche quelli più piccoli e profondi, portando a una riduzione significativa della funzionalità polmonare: il 20% circa dei malati prova difficoltà a respirare anche stando seduto o sdraiato, mentre il 68% accusa una respirazione difficoltosa e insufficiente nei movimenti quotidiani.
Bronchite acuta: cause e principali fattori di rischio
La bronchite acuta è generalmente (90% dei casi circa) causata da un virus (adenovirus, coronavirus, virus influenzali e parainfluenzali, virus respiratori sinciziali, rhinovirus, paramyxovirus, rubivirus ecc.); nel 10% dei casi si registra un coinvolgimento batterico; gli agenti batterici più spesso coinvolti sono Bordetella pertussis, Mycoplasma pneumoniae e Chlamydophila pneumoniae.
Spesso, comunque, nel caso di bronchiti di origine virale si hanno successive sovrainfezioni di tipo batterico che complicano il quadro generale della patologia.
Si possono inoltre avere forme acute di tipo non infettivo conseguenti a esposizione ad agenti irritanti (fumo passivo, detergenti, smog); un caso particolare è rivestito dalle bronchiti causate da alcune gocce di materiale acido proveniente dallo stomaco che finiscono nelle vie aeree superiori (ved. Reflusso gastroesofageo).
Bronchite cronica: cause e principali fattori di rischio
La bronchite cronica, come accennato all’inizio, è una patologia molto più grave della bronchite acuta; nelle forme croniche infatti l’infiammazione e il conseguente ispessimento della parete bronchiali assumono carattere permanente.
La principale causa delle forme croniche è senza ombra di dubbio il fumo di sigaretta, altre cause riconosciute sono l’inquinamento e le sostanze irritanti costantemente presenti nel luogo di lavoro (polveri o gas tossici).
Tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di bronchite troviamo, oltre al fumo di sigaretta (sia attivo che passivo), l’immunodepressione, il reflusso gastroesofageo e l’esposizione ad agenti irritanti sul luogo di lavoro.
Sintomi e segni
Molti sintomi della patologia sono presenti sia nella forma acuta che in quella cronica; tra i principali ricordiamo:
- tosse
- produzione catarrale
- difficoltà di tipo respiratorio aggravate da sforzi anche di lieve entità
- asma
- stanchezza
- dolori al petto
- febbre (generalmente lieve)
- brividi.
Nelle forme croniche la tosse è presente per buona parte della giornata. La tosse è peggiore generalmente nelle ore mattutine oppure nelle giornate caratterizzate da forte umidità.
Diagnosi di bronchite
Nelle fasi iniziali non è affatto semplice distinguere una bronchite da un’altra banale infezione delle prime vie aeree; trascorsi 5-6 giorni si potrà riscontrare una tosse persistente che può avere una durata variabile dai 10 ai 30 giorni circa; in circa la metà dei casi si tratta di tosse associata a catarro.
La diagnosi di bronchite si avvale in prima istanza dell’esame obiettivo; si ricercano i segni e i sintomi tipici e si procede con l’auscultazione polmonare; in seguito il medico potrà richiedere specifici esami del sangue, l’esame colturale dell’espettorato, la radiografia toracica e i test di ventilazione polmonare (esami spirometrici); questi ultimi test vengono generalmente richiesti per evidenziare l’eventuale presenza di asma o enfisema polmonare.

La tosse persistente per parecchi giorni è il primo sintomo che contraddistingue la bronchite da altre affezioni delle vie respiratorie.
Cura della bronchite
La terapia della bronchite varia a seconda che la patologia abbia carattere acuto o carattere cronico.
Terapia per la bronchite acuta – Nelle forme acute di bronchite lo scopo della terapia è quello di alleviare la sintomatologia e di rendere meno difficoltosa la respirazione; generalmente sono sufficienti alcuni giorni di riposo senza esposizione a correnti di aria umida o eccessivamente fredda e l’assunzione di farmaci antitosse come, esempio, la guaifenesina (solo nel caso che la tosse impedisca un normale riposo) e antipiretici (paracetamolo o acido acetilsalicilico).
Gli antibiotici (generalmente amoxicillina, azitromicina o moxifloxacina) verranno prescritti solo nel caso in cui siano coinvolti batteri (come detto la percentuale di bronchite di origine batterica si aggira sul 10%; più frequente la possibilità di bronchite virale con sovrainfezione batterica).
Altri tipi di farmaci verranno prescritti nel caso il paziente sia affetto anche da patologie croniche ostruttive.
Terapia per la bronchite cronica – Le cose cambiano quando si è affetti da bronchite cronica. La quasi totalità dei pazienti affetti da bronchite cronica ostruttiva, la forma più grave, è infatti costituita da fumatori. Il primo passo della terapia è quindi smettere di fumare, oltre all’uso di farmaci specifici a base di acetilcisteina in grado di rendere più fluido il catarro e facilitare l’espettorazione.
Altri farmaci che il medico potrebbe prescrivere sono i broncodilatatori quali la isoetarina, la difillina e la teofillina.
Se la situazione polmonare non è compromessa irrimediabilmente, è possibile intraprendere un programma di riabilitazione respiratoria basato su alcuni semplici esercizi fisici di rieducazione che permetteranno al paziente di respirare con più facilità e di incrementare la resistenza fisica.
Le complicazioni della bronchite
Le forme acute della patologia in genere non destano particolari preoccupazioni; se adeguatamente trattate, come detto, si risolvono nel giro di poco tempo senza lasciare particolari strascichi, anche se alcune persone possono sviluppare la polmonite; i soggetti più a rischio sono i neonati, le persone anziane, coloro che soffrono di altre patologie respiratorie di tipo cronico e i fumatori.
Più problematico è il caso dei soggetti affetti da bronchite cronica. Come già accennato in precedenza, l’infiammazione, perdurando nel tempo, provoca un ispessimento della mucosa bronchiale con conseguente riduzione della capacità polmonare. In questa fase i bronchi risultano più “stretti” e la funzionalità respiratoria si riduce: si raggiunge quindi uno stadio della malattia molto grave, detto bronchite cronica ostruttiva (o più precisamente broncopneumopatia cronica ostruttiva) con conseguente riduzione della qualità della vita.
Perdurando lo stato infiammatorio, la principale complicazione è l’enfisema polmonare, ovvero la creazione di sacche d’aria in corrispondenza degli alveoli con la perdita di elasticità del tessuto polmonare.
* I bronchi rappresentano l’ultimo tratto del canale respiratorio. I grossi bronchi (destro e sinistro) si biforcano dalla terminazione inferiore della trachea e penetrano nei polmoni ramificandosi nell’albero bronchiale. Il bronco è ricoperto da una mucosa, una sottomucosa e muscoli ed è sostenuto da archi cartilaginei. I grossi bronchi si ramificano in bronchi sempre più piccoli, di I, II, III e IV ordine; gli ultimi (bronchioli) sono ricoperti da un sottile strato epiteliale.
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