La bronchiolite è una malattia respiratoria che colpisce prevalentemente i bambini piccoli e i neonati (età inferiore a un anno; il picco si registra nei primi sei mesi di vita); a parità di età sono i neonati e i bambini maschi i soggetti a maggior rischio; la maggiore prevalenza si registra nei bambini di età inferiore ai 6 mesi; la malattia, comunque, seppur raramente, può colpire anche soggetti adulti (generalmente la diagnosi è quella di raffreddore; alcuni autori, inoltre, parlano di bronchiolite solamente in riferimento a neonati e bambini piccoli).
Cos’è
La bronchiolite è un processo infettivo virale acuto che colpisce le basse vie aeree ed è caratterizzato dall’ostruzione dei bronchioli, le ultime ramificazioni dei bronchi. Alcune forme di bronchiolite sono però di origine batterica e non virale (vedasi più avanti al paragrafo Cause e fattori di rischio).
La bronchiolite è una patologia di frequente riscontro; ogni anno, infatti, l’11% dei bambini contraggono la malattia; in circa il 12% dei casi è necessario il ricovero ospedaliero. A livello mondiale, vengono segnalati annualmente circa 150 milioni di nuovi casi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
È una malattia molto contagiosa e la sua trasmissione avviene per via aerea oppure tramite il contatto diretto con le secrezioni orofaringee infette; il periodo di incubazione è piuttosto breve (si va dai 2 ai 5 giorni circa).
Le epidemie hanno una durata di circa 5 mesi e insorgono prevalentemente tra ottobre e marzo; i picchi si registrano nel periodo che va da dicembre a febbraio.
Il tasso di mortalità è inferiore all’1%.
Quanto dura la bronchiolite?
La fase acuta della malattia ha generalmente una durata che varia tra le 48 e le 72 ore circa; qualche difficoltà respiratoria può permanere per alcuni giorni, ma il quadro clinico generale appare decisamente migliorato. In alcuni casi la tosse può persistere anche per un periodo decisamente più lungo (anche 25-30 giorni)
I bambini che hanno avuto una bronchiolite, possono andare incontro a ricadute. In rari casi, il bambino può sviluppare una forma asmatica.
Bronchiolite – Cause e fattori di rischio
La causa più frequente di bronchiolite (rappresenta oltre il 70% dei casi) è il VRS (Virus Respiratorio Sinciziale, talvolta citato anche in lingua inglese: Respiratory Syncytial Virus); il VRS è anche responsabile di molti casi di polmonite infantile; negli adulti e nei bambini più grandi, il Virus Respiratorio Sinciziale (identificato nel 1956, è considerato il virus più importante per quanto riguarda le patologie delle vie aeree del bambino) può determinare broncopolmonite e riacutizzazioni di bronchiti croniche; sono soprattutto le persone anziane e quelle con patologie polmonari di base a essere particolarmente suscettibili alle infezioni da VRS.
Altri microrganismi che possono determinare l’insorgenza di bronchiolite sono il virus influenzale di tipo B, i virus parainfluenzali di tipo 1, 2 e 3, gli adenovirus di tipo 1, 2 e 5 (responsabili di una forma di bronchiolite definita obliterante), il Mycoplasma pneumoniae e la Clamidia; gli ultimi due microrganismi non sono virus, ma batteri.
Per quanto riguarda i fattori di rischio, il principale è rappresentato dall’esposizione al fumo di sigaretta nel corso della vita intrauterina; molti studi hanno dimostrato che i bambini partoriti da donne fumatrici corrono molti più rischi di contrarre la bronchiolite nei primi mesi di vita dal momento che il loro parenchima polmonare è stato esposto al fumo di sigaretta nel corso della loro vita intrauterina.
Altri fattori di rischio sono la frequentazione costante di luoghi affollati, il parto prematuro, l’allattamento artificiale, le malattie polmonari e quelle cardiache.
Sintomi e segni
I sintomi e i segni che caratterizzano la bronchiolite sono veramente numerosi.
In primis si ricordano:
- affanno
- cianosi
- dispnea
- fiato corto
- febbre
- irritabilità
- letargia
- respiro sibilante
- rientramento intercostale
- tachicardia
- tachipnea
- tosse stizzosa e ansimante.
Nelle primissime fasi della malattia, di norma si registra la presenza di secrezioni e bruciore nasali, starnuti e perdita dell’appetito. Dopo alcuni giorni dall’inizio di questi sintomi e segni si hanno manifestazioni più importanti come quelle ricordate sopra.
A seconda dei casi si possono avere anche insonnia, nausea e vomito.
Le complicanze, nei soggetti sani, sono piuttosto rare; diverso è il caso di bambini che hanno altri problemi di salute, persone anziane, soggetti immunodepressi o affetti da patologie di una certa gravità quali cardiopatie o bronchite cronica; in queste categorie di soggetti, infatti, possono verificarsi complicazioni di una certa gravità quali, per esempio, polmonite o broncopolmonite.
Diagnosi
La diagnosi è essenzialmente clinica e si basa in gran parte sull’osservazione di tre elementi.
- età del bambino (la bronchiolite si manifesta nel 30% dei casi entro il primo trimestre di vita; nel 70% dei casi entro il secondo trimestre e nel 90% dei casi entro i primi 24 mesi)
- stagionalità (maggiore frequenza nei mesi invernali e all’inizio della primavera)
- manifestazioni cliniche.
Possono essere di una certa utilità la misurazione dell’ossigenazione transcutanea (SaO2) tramite un saturimetro (si tratta di un test eseguibile anche a domicilio); una saturazione di ossigeno < 94% è stata identificata quale indicatore di gravità con necessità di ospedalizzazione del soggetto.
Al fine di valutare l’equilibrio acido-base e la ventilazione polmonare, in ambito ospedaliero viene effettuata un’emogasanalisi arteriosa.
L’individuazione del microrganismo patogeno responsabile può essere effettuata con appositi test di laboratorio da eseguirsi sull’aspirato nasofaringeo.
La radiografia toracica può essere utile, ma non viene considerata un esame essenziale ai fini diagnostici e nella valutazione della bronchiolite.
La diagnosi differenziale si pone soprattutto con l’asma, ma anche con pertosse e fibrosi cistica.

La bronchiolite è una malattia respiratoria che colpisce in particolar modo i neonati e i bambini piccoli; la fase acuta dura circa 48-72 ore.
Bronchiolite – Cura
Non esiste una cura standard per la bronchiolite; molto dipende dalla gravità del quadro clinico.
Nei bambini che possono essere trattati a domicilio, e ciò quelli di minor gravità, è importante prevenire la disidratazione somministrando piccole quantità di liquidi piuttosto frequentemente; si devono effettuare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica così da disostruire le cavità nasali (eventualmente si può ricorrere a un aspira-muco); utile è anche il ricorso a un umidificatore per umidificare correttamente l’ambiente.
Se presente, la febbre deve essere controllata con la somministrazione di paracetamolo (non si può utilizzare l’acido acetilsalicilico, vale a dire l’aspirina, nei bambini di età inferiore ai 12 anni). Il ricorso agli antibiotici è inutile nei casi di bronchiolite virale e va riservato soltanto ai rari casi di bronchiolite batterica o per combattere eventuali sovrainfezioni batteriche; eventualmente può essere eseguita una terapia aerosol con farmaci broncodilatatori. Si ricorda comunque che le somministrazioni di farmaci devono essere concordate con il pediatra.
Il trattamento dei bambini affetti da bronchiolite che necessitano di ricovero ospedaliero è oggetto di varie controversie. Le terapie di supporto citate per il trattamento a domicilio restano comunque fondamentali.
È oltremodo importante monitorare i valori di saturazione dell’ossigeno; questa infatti dovrebbe essere sempre mantenuta sopra il 92-94%, eventualmente ricorrendo anche alla somministrazione di ossigeno.
Fondamentale anche mantenere un corretto stato di idratazione, anche ricorrendo all’infusione endovenosa.
Il trattamento farmacologico consiste nell’utilizzo di farmaci broncodilatatori (ma non tutti gli autori concordano sulla loro utilità); il ricorso ai corticosteroidi è controverso.
Il ricorso agli antibiotici in caso di bronchiolite non è raccomandato, fatta eccezione per i bambini immunodepressi o nel caso in cui vi sia il fondato sospetto di un concomitante infezione batterica. Può essere utile frazionare i pasti aumentandone la frequenza e riducendo le quantità di cibo per ogni pasto.
Il ricovero ospedaliero è necessario quando è necessario garantire un’adeguata ossigenazione del sangue e una corretta idratazione.
La prevenzione non garantisce ovviamente l’immunità, ma può ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite o di evitare un’infezione batterica correlata che potrebbe rendere peggiore il quadro clinico. È importante, nei limiti del possibile, evitare il contatto dei bambini più piccoli con gli altri bambini o con gli adulti che sono affetti da malattie infettive a carico delle vie aeree; è importante favorire l’allattamento a seno ed è fondamentale garantire un’adeguata idratazione. È infine consigliabile lavarsi sempre bene le mani dopo aver accudito il bambino.
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