Il botulismo (da alcuni definito anche malattia di Kerner in riferimento al medico tedesco che indagò sull’intossicazione alimentare di Bad Wildbald) è una grave forma di intossicazione alimentare, fortunatamente piuttosto rara poiché le condizioni necessarie al botulino per produrre la tossina si presentano sempre più difficilmente, grazie alle sempre più moderne ed efficienti tecniche di conservazione degli alimenti.
Le spore della tossina botulinica necessitano infatti di aria per potersi moltiplicare e prosperare all’interno di alimenti conservati comunque in modo non idoneo, condizione necessaria affinché la tossina possa svilupparsi.
Gli alimenti inscatolati industrialmente sono implicati solo occasionalmente in casi di intossicazione da botulino e risultano sicuri nella stragrande maggior parte dei casi. Più frequentemente capita che i casi di botulismo siano provocati da conserve fatte in casa, anche se va comunque detto che in Italia sono abbastanza rari i fenomeni di botulismo alimentare accertati. Chi conserva il cibo in casa dovrebbe prima di tutto sterilizzarlo mediante cottura sotto pressione a 120 °C per circa 30 minuti prima di inscatolarlo e dovrebbe inoltre evitare di assaggiare cibi in scatole che presentano rigonfiamenti o odori insoliti.
Segni e sintomi di botulismo
Chi è colpito da botulismo presenta generalmente una progressiva paralisi muscolare (anche dei muscoli respiratori) e altre alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico, in grado di causare anche la morte se l’intervento di un medico non è tempestivo.
I segni e i sintomi che caratterizzano il botulismo compaiono da 8 a 36 ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato e consistono in grosse difficoltà di deglutizione e di parola, nausea, vomito e visione doppia. La somministrazione in tempi brevi di un’antitossina riduce il rischio di morte fino al 25%, che, senza questa cura, salirebbe a oltre il 70%.

Raffigurazione 3D del batterio Clostridium botulinum: l’Italia è il paese europeo con più casi di botulismo registrati (501 persone dal 1986 al 2019)
Botulismo: diagnosi e terapia
Le probabilità di sopravvivenza dopo l’intossicazione da botulino diventano tanto maggiori quanto più tempestivamente si effettua la diagnosi; la terapia iniziale prevede lavanda gastrica, purganti, clisteri, ipodermoclisi in associazione con acetilcolina, neostigmina, guanidina, sieroterapia con siero polivalente e se possibile con siero specifico se si è individuata la fonte dell’intossicazione. La terapia antibiotica somministrata come sostegno è basata su farmaci a base di penicillina (dosaggi di circa 10-20 milioni UI al giorno).
Nelle situazioni particolarmente gravi, il soggetto arriva alla guarigione completa soltanto dopo diversi mesi.
Per quanto il botulismo non sia una malattia contagiosa (come detto, si tratta di un’intossicazione, non di un’infezione), un solo grammo di tossina botulinica sarebbe sufficiente a uccidere un numero elevatissimo di persone (circa 10 milioni).
La dose letale di botulino (BTX-A) cristallizzata, per un uomo pesante circa 70 kg, è di 0,09-0,15 µg endovena o intramuscolo, 0,70-0,90 µg per via inalatoria e 70 µg per via orale.
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