La borsite della spalla (nota anche come borsite sub-deltoidea o borsite sub-acromiale) è una delle forme di borsite che si registrano con maggiore frequenza; peraltro è una delle cause maggiormente ricorrenti di dolore localizzato nella parte anteriore e in quella superiore della spalla.
La borsite della spalla è una patologia che colpisce in particolar modo coloro che svolgono attività che comportano movimenti ripetuti delle braccia in sopraelevazione (in ambito sportivo, gli atleti maggiormente interessati dal problema sono lanciatori di pesi, giavellottisti, sollevatori di pesi e tennisti, ma non ne sono immuni nemmeno coloro che praticano il nuoto, la ginnastica e la pallavolo; in ambito lavorativo si possono citare gli imbianchini, i muratori e i traslocatori).
In molti casi, la borsite della spalla è associata a tendinopatia del tendine sovraspinoso, calcificazioni tendinee, infiammazioni post-traumatiche e sublussazione della spalla.
Da quanto riportato in precedenza, le cause della borsite della spalla sono generalmente da ricercarsi in un sovraccarico dei tendini; in casi più rari il problema può avere un’origine di tipo traumatico (una forte contusione); in questi casi la borsa può riempirsi anche di sangue.
La borsite della spalla è, insieme alla tendinopatia della cuffia dei rotatori e alla rottura della stessa, una delle manifestazioni che compongono un quadro patologico noto come sindrome della cuffia dei rotatori.
Borsite della spalla – Sintomi e segni
Il dolore alla spalla è il sintomo principale della borsite della spalla; quando la patologia si trova nella sua fase acuta può essere presente anche calore della parte; talvolta è presente anche un lieve arrossamento. Di norma si registra una limitazione nel movimento attivo di abduzione della spalla.
In molti casi, il dolore alla spalla viene avvertito anche nel corso della notte oppure dopo un periodo di riposo che superi la mezzora. Generalmente il movimento riduce la sintomatologia dolorosa fino alla sua scomparsa; difficilmente comunque il dolore da borsite della spalla tocca punte insopportabili.
Il fastidio causato da questa forma di borsite è legato essenzialmente al versamento di liquido nella borsa; esso esercita una certa pressione contro le varie componenti dell’articolazione e ostacola i movimenti. In alcuni casi il fastidio è tale che alcuni soggetti non sono in grado di toccarsi il volto con la mano. Il movimento riduce il dolore perché il liquido si sparge nell’articolazione e la pressione si riduce.
Diagnosi
La diagnosi di borsite della spalla non presenta in genere particolari difficoltà; il segno del conflitto di Neer risulta positivo (il soggetto riferisce dolore nel momento in cui il braccio viene elevato in modo passivo in avanti sul piano della scapola).
Lo specialista esegue anche una palpazione sopra la borsa sub-acromiale alla ricerca di dolore e gonfiore.
In molti casi non si ritiene necessario il ricorso a risonanza magnetica, TAC o ecografia fatti salvi i casi in cui si sospetti la presenza di complicanze come la sindrome da conflitto della cuffia dei rotatori, frattura della clavicola ecc.

Il dolore alla spalla è il sintomo principale della borsite della spalla; quando la patologia si trova nella sua fase acuta può essere presente anche calore della parte.
Borsite della spalla – Cura
Un ruolo fondamentale nel trattamento della borsite della spalla è quello del riposo; se infatti non viene interrotta l’attività sportiva (o lavorativa) che è all’origine del processo infiammatorio la guarigione è pressoché impossibile; nella fase acuta è utile anche il ricorso alla crioterapia. La guarigione è inoltre favorita dall’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Nei casi maggiormente resistenti a questa tipologia di trattamento si consiglia il ricorso a infiltrazioni di corticosteroidi e di acido ialuronico.
Se non si hanno miglioramenti di rilievo nemmeno con le infiltrazioni di cortisone, si può tentare il ricorso a terapie strumentali quali laserterapia, ultrasuoni e onde d’urto.
Alcuni autori consigliano anche il ricorso alla manipolazione miofasciale.
Nei casi più gravi, cronici e resistenti a ogni tipo di trattamento, deve essere presa in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente asportando la borsa interessata dall’infiammazione.
L’intervento di rimozione chirurgica di una borsa è definito bursectomia.
Se non vi sono complicazioni particolari, i tempi di guarigione richiedono circa due-tre settimane.
Borsite calcifica della spalla
Un caso particolare della patologia in questione è la borsite calcifica della spalla, un disturbo causato da un accumulo di calcio in un tendine della spalla (un tipico caso di borsite chimica). Inizialmente è il tendine laterale a essere interessato; l’accumulo di calcio porta nel tempo a un logoramento del tendine che non è più in grado di scorrere in modo agevole sotto l’acromion.
Il continuo attrito porta a un’irritazione della borsa sinoviale che conduce a un dolore cronico che solitamente si diffonde anche nell’avambraccio. L’intensità del dolore è variabile (in alcuni casi si avvertono dolori molto forti, in altri decisamente più sopportabili) così com’è variabile il decorso della patologia.
Nei casi peggiori la calcificazione si dissolve e si propaga nella borsa sinoviale e dà origine a dolori particolarmente intensi; c’è poi il rischio di un’infiammazione della capsula della spalla e di irrigidimento dell’articolazione; in altri casi, i più fortunati, ma anche più rari, l’accumulo di calcio si dissolve senza dar luogo a particolari problemi.
Il trattamento della borsite calcifica della spalla può variare a seconda dei casi; nella fase acuta del processo infiammatorio, soprattutto quando il dolore è particolarmente intenso, si ricorre spesso a infiltrazioni oppure a iniezioni di antinfiammatori nella borsa sinoviale dopodiché vengono consigliate alcune sedute di fisioterapia.
Alcuni autori riferiscono di pazienti che hanno ottenuto giovamenti da trattamenti con onde d’urto.
Nei casi restii a ogni forma di trattamento va presa in considerazione l’ipotesi di eliminare l’accumulo di calcio attraverso un intervento di chirurgia ambulatoriale in anestesia locale.
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