La blefarite è un’infiammazione del margine palpebrale normalmente caratterizzata da arrossamento, gonfiore, formazione di squame e detriti untuosi. Anche se alcune varianti della patologia si risolvono in modo spontaneo nel giro di 15-30 giorni circa, la blefarite è un disturbo piuttosto fastidioso che tende purtroppo alla cronicizzazione.
Nota – Il termine blefarite deriva dal greco bléfaron che significa palpebra e–ite, terminazione che convenzionalmente si usa in ambito medico per indicare un processo infiammatorio.
Le forme principali
Sono tre le principali forme di blefarite:
- iperemica
- seborroica (squamosa)
- ulcerativa.
Nella blefarite iperemica i bordi palpebrali appaiono arrossati e gonfi mentre gli occhi sono generalmente cerchiati di rosso. Le cause di questa forma della patologia rimangono spesso sconosciute. Nella forma blefarite seborroica (o squamosa), a livello della zona d’impianto delle ciglia, sono riscontrabili delle sottili pellicole che sono facilmente asportabili ma, purtroppo, altrettanto facilmente tendono a riformarsi. Le cause di questa forma della malattia non sono note, ma si ritiene che vi sia un legame con la comparsa di condizioni quali l’acne rosacea, la dermatite seborroica e la forfora. La blefarite ulcerativa è causata da un’infezione batterica (nella maggioranza dei casi l’agente batterico responsabile è lo stafilococco), generalmente si manifesta con la formazione di ascessi che coinvolgono i follicoli ciliari e le ghiandole di Meibomio altrimenti dette ghiandole tarsali [ghiandole che si trovano all’interno della palpebra (tarso), la loro secrezione lipidica ha il compito di prevenire l’evaporazione delle lacrime permettendone così la stabilizzazione e favorendo la chiusura delle palpebre], detti ascessi hanno la tendenza ad aprirsi e a formare delle croste. L’infezione può manifestarsi sin dalla più tenera età e, nel caso non venga trattata in modo adeguato, può perdurare fino all’età adulta. Le tre forme della malattia possono anche presentarsi in modo contemporaneo finendo per originare fastidiose complicanze quali, per esempio, la cheratite (un serio processo infiammatorio a carico della cornea) e la congiuntivite.
Le cause della blefarite
Le cause della blefarite non sono ancora note con certezza, molti autori sono propensi a ritenere che alla base della comparsa di questo processo infiammatorio vi sia la combinazione di due o più fattori. Fra i maggiori indiziati vi sono infezioni batteriche sostenute da stafilococchi o streptococchi, infezioni di tipo virale (in particolar modo quelle da herpes simplex di tipo I), allergie, acne rosacea, reazioni a particolari tipi di farmaci (per esempio l’isotretinoina, un retinoide che viene utilizzato per il trattamento dell’acne), acari delle ciglia e varie forme di congiuntivite.
Sintomi e segni di blefarite – Immagini
La sintomatologia del disturbo è spesso generica; si possono osservare arrossamenti a livello dell’occhio e della palpebra, gonfiore palpebrale, prurito, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, offuscamento visivo ecc.
Alcune forme della patologia, però, sono maggiormente riconoscibili di altre e oltre alla sintomatologia sopra descritta si possono registrare segni e sintomi più definiti come desquamazione della cute a livello palpebrale, variazione cromatica della cute delle palpebre, detriti nel film lacrimale, formazione di croste o di piccole cisti lungo il margine delle palpebre, secrezione lacrimale schiumosa, secrezione oculare di color giallo verdastro che seccandosi provoca una sensazione di incollamento delle palpebre, fotofobia (sensibilità alla luce) ecc. Come si nota da questa breve descrizione, la sintomatologia della patologia può essere estremamente fastidiosa; nei portatori di lenti a contatto la situazione può generare ulteriori fastidi perché i fenomeni irritativi che caratterizzano la blefarite possono costringere la persona a rinunciare all’uso delle lenti per un periodo che può essere piuttosto lungo.
Diagnosi
Nel caso di sospetta blefarite è decisamente opportuno consultare un medico oculista allo scopo di iniziare un’eventuale terapia il più tempestivamente possibile; scopo principale è infatti quello di evitare una cronicizzazione del processo infiammatorio o una sua degenerazione in problemi oculari sicuramente più gravi (calazio, orzaiolo, occhio secco, cheratite, cheratocongiuntivite ecc.). Se il medico, dopo l’esame obiettivo, ritiene che il sospetto di blefarite sia fondato, può prelevare un campione di tessuto per effettuare un test citologico che riveli la natura dell’agente infettivo che ha provocato la patologia e consenta di agire di conseguenza.
Cura della blefarite
Non è per niente semplice trattare la blefarite che sovente si ripete nel tempo e ha la tendenza a cronicizzare. Nei casi più gravi peraltro, ove non si agisca correttamente, c’è il rischio di ulcerazione corneale, formazione di cicatrici sulla palpebra e perdita delle ciglia. Ecco alcuni consigli pratici. Prima di tutto è opportuno evitare di toccare o sfregare gli occhi. Al mattino e alla sera le palpebre dovranno essere accuratamente lavate, meglio se con acqua tiepida e salata. Anche gli occhi dovranno essere lavati avendo l’accuratezza di asciugarli con un asciugamano pulito. Consigliata anche, ogni 8-12 ore, l’applicazione di compresse di garza imbevute in acqua tiepida (esistono anche prodotti appositi reperibili in qualsiasi farmacia). Le croste che eventualmente si sono formate dovranno essere delicatamente rimosse con garze che prima avremo imbevuto di una soluzione contenente bicarbonato di sodio (in ragione di un cucchiaino per mezzo litro di acqua bollita). Il medico potrà prescrivere pomate antibiotiche (cortisoniche e no) da sole o in associazione a pomate a base di ossido di zinco. Nel caso di blefarite da infezione batterica è necessario ricorrere all’utilizzo di farmaci antibiotici. In questi casi i farmaci di prima scelta sono le creme oftalmiche antibiotiche; se l’infezione è ritenuta piuttosto seria è possibile che il medico suggerisca la somministrazione di antibiotici per via orale. Fra i principi attivi più utilizzati si ricordano il cloramfenicolo, l’ofloxacina, la ciprofloxacina, tetraciclina, minociclina. Nel caso di infezioni sostenute dal virus dell’herpes simplex, il farmaco generalmente utilizzato è il ganciclovir. Se la blefarite è legata a un’infezione micotica (un’eventualità invero piuttosto rara), spesso viene prescritto il ketoconazolo.
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